giovedì 12 settembre 2019

Tentativo fallito

Ieri avevo scritto su Facebook che senza morfina era più difficile.
È stato impossibile.
All'esaurimento della sacca nella pompa per infusione, ieri mattina, avevo concordato con gli anestesisti di provare a sospenderla, utilizzando altri antidolorifici in caso di bisogno. Non avevo mai proseguito l'infusione continua così a lungo dopo un intervento, al massimo sei giorni, e speravo di potermi affrancare da questo strumento, sempre preziosissimo ma non privo di effetti collaterali.

La mattinata è andata bene.
Con i fisioterapisti mi sono alzata e ho fatto la prima passeggiata, appoggiata al deambulatore antibrachiale, che ha un piano imbottito su cui appoggiare i gomiti per una migliore distribuzione del peso.


Come sospettavo, la posizione eretta è più facile e meno dolorosa di quella seduta: i punti non tirano tanto e il dolore sulla schiena è minimo.
Senza troppa fatica ho zompettato più o meno per trenta o quaranta metri su e giù per il corridoio, poi sono rimasta alzata ancora qualche minuto mentre mi giravano il materasso del letto, che dopo più di una settimana praticamente sempre nella stessa posizione aveva ormai una voragine al centro.

Verso metà mattina è stato tolto anche l'ultimo drenaggio e rinnovata la medicazione.
Con il passare delle ore però la situazione si è fatta più difficile, con sensazioni sempre più fastidiose dall'arto fantasma e aumento dei dolori alle ferite, in particolare sulla parte inferiore, dove il taglio chirurgico si biforca.
Nel frattempo è arrivata la nuova coinquilina, una signora anziana garbata e gentile, che condivide la mia passione per tapparelle sollevate e finestre aperte. Si chiama Rita ed è una delle volontarie ospedaliere del reparto, qui la conoscono tutti. Ha messo subito un libro sul comodino e il sapone in bagno: un ottimo inizio. Nel corso della giornata abbiamo condiviso un po' di conversazione piacevole.

A metà pomeriggio ho chiesto una dose di antidolorifico, che è stata abbastanza efficace per i dolori chirurgici, ma poco per l'arto fantasma.
Sto cercando di spiegare al mio cervello che la gamba destra non c'è più, ma è difficile. La sensazione di persistenza dell'arto è ancora molto netta, spesso fastidiosa, talvolta dolorosa. Mi aiuto con le immagini: le fotografie scattate durante le medicazioni sono molto o più efficaci dell'idea astratta di amputazione per comunicare il messaggio, ma ci vorrà tanto tempo per ricostruire una percezione corrispondente alla nuova realtà anatomica.
Mi pare che il chirurgo plastico abbia fatto un ottimo lavoro, ridisponendo muscoli e pelle per creare una zona di appoggio libera da cicatrici. Il risultato estetico è ancora abbastanza impressionante, con tutti quei punti metallici, ma certamente migliorerà con il tempo e credo che alla fine le cicatrici non saranno male.

Ieri sera verso le dieci mi sono messa a dormire, ma a mezzanotte il dolore mi ha svegliata, a morsi intensi e cattivi.
Ho chiamato l'infermiera del turno di notte, che mi ha dato subito un'altra dose di antidolorifico, ma il risultato è stato ancora più limitato di quello del pomeriggio. Ho tentato di rimettermi a dormire con pochissimo successo, mi sono appisolata solo per pochi minuti qua e là, oppressa da sogni sgradevoli e dolore crescente. Tre ore dopo ho chiamato di nuovo. Questa volta mi hanno iniettato la morfina, che ha riportato la situazione a livelli accettabili in un tempo ragionevole. Mentre aspettavo che facesse effetto, piangevo per la fatica, il dolore e soprattutto la frustrazione di dover dipendere ancora così tanto da questo farmaco. Accetto di averne bisogno, ma mi pesa sempre tanto.

Non ho più preso sonno.
Ormai sono passate le sei e mezza, la signora Rita è andata a fare la doccia prima dell'intervento che la attende in tarda mattinata e io sbadiglio e guardo il cielo che schiarisce a est, sperando in una giornata più facile e meno dolorosa.
Magari provo a dormire un po'.

8 commenti:

  1. Riposa un po', speriamo che dopo un buon risveglio la giornata sia migliore. Anna

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  2. Quanta fatica...spero tu abbia riposato e che la giornata sia più lieve.Eleonora

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  3. Buongiorno Mia,
    mi dispiace per la tua sofferenza.
    Il dolore è dannoso, deve essere eliminato.
    La morfina, se il medico è bravo nell'individuare la dose adatta al singolo caso, può essere utilizzata per mesi con benefici grandi ed effetti collaterali minimi.
    Dario

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  4. La morfina è un male necessario, sono sicura che con la tua caparbietà riuscirai a farne a meno in tempi brevissimi ma, se ci volesse un pò, non sentirti frustrata. Un abbraccio

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  5. sono certa che con la tua determinazione il secodno tentativo sara' gia' molto meglio. Buona giornata e , come sempre, complimenti per lo spirito.Annalisa

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  6. Buongiorno Mia! Mi dispiace tantissimo per il dolore e (ancor di più) per la frustrazione che spinge le lacrime ad uscire. Sei una forza, non solo per il modo esemplare in cui reagisci a ciò che ti capita, ma per lo sforzo con cui condividi con tutti noi con grande scrittura (leggere la tua voce, ricordi?) i tuoi pensieri e i tuoi fatti. Quello che mi sento di dire.. secondo me è la strada giusta. Un abbraccio forte, Leo

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  7. sì, è la strada giusta.

    "Mentre aspettavo che facesse effetto, piangevo per la fatica, il dolore e soprattutto la frustrazione di dover dipendere ancora così tanto da questo farmaco. Accetto di averne bisogno, ma mi pesa sempre tanto."

    Piano, piano Mia, non c'è più fretta ora.
    Ogni cosa al suo tempo e passerà anche questa ..

    DaniCR

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