lunedì 23 agosto 2021

Tra color che son sospesi

Il nodulo polmonare non è cresciuto "leggermente", come era scritto nel referto della TAC: è quasi raddoppiato di volume e benché non abbia un aspetto minaccioso, nel senso che le formazioni tumorali polmonari di solito non hanno quella forma, richiede un approfondimento, anche considerando la mia storia clinica non proprio incoraggiante.

Questa volta ho vinto una PET e poi una visita con un chirurgo toracico, entrambe cose di cui avrei volentieri fatto a meno, ma sempre meglio un controllo che un dubbio.
Non so ancora quando farò la PET, probabilmente il mese prossimo, mi chiameranno nei prossimi giorni per comunicarmi la data dell'appuntamento.
Eccheppalle si può dire?



sabato 21 agosto 2021

Conversazioni domestiche - The Big Bang Theory

Stuzzicati da numerose recensioni entusiastiche, ieri abbiamo visto le prime puntate della serie TV The Big Bang Theory, i cui protagonisti sono quattro giovani tanto intelligenti quanto imbranati nei rapporti sociali, i classici nerd.


Divertente, peccato per le risate fuori scena che sembrano piacere tanto negli USA e che io trovo invece piuttosto fastidiose.
I personaggi sono straordinariamente assurdi e nel contempo credibili, con alcune caratteristiche perfettamente realistiche... almeno per me.

Leonard a Sheldon: "Non tutti soffrono del bisogno ossessivo e compulsivo di classificare ed etichettare tutto quello che li circonda!"
Io a Renato: "Ah no?"

mercoledì 18 agosto 2021

All'improvviso, il genio

Dopo l'amputazione, ho dovuto rivedere completamente le modalità di esecuzione per quasi tutte le attività quotidiane, sulla base delle mie ormai ridottissime capacità motorie e degli ausili che ho a disposizione. Negli ultimi due anni ho elaborato decine di procedure per riuscire a svolgere attività più o meno complesse limitando al minimo i rischi e la fatica.
Alcune di queste procedure sono nate bene fin dal primo momento, altre hanno richiesto aggiustamenti e perfezionamenti, man mano che si evidenziavano le difficoltà e le possibili soluzioni.

È il caso della salita e discesa dall'auto.
Ho ritirato la mia macchina dal concessionario il 7 dicembre 2020, poco più di otto mesi fa. Da allora non ho fatto tanti chilometri, però sono salita e scesa, credo, più o meno un centinaio di volte.
Da subito ho deciso di caricare la sedia a rotelle nel portabagagli e raggiungere il posto di guida con le stampelle, che tengo sempre a bordo. Mi ci sono voluti forse cinque o sei tentativi per identificare la sequenza migliore di movimenti di carico: aprire il bagagliaio, estrarre il lembo del copriletto che tengo sempre pronto per proteggere la carrozzeria da eventuali urti, sedermi sul bordo del piano di carico, togliere il cuscino, smontare i braccioli, piegare lo schienale, sfilare le ruote e appoggiarle dal lato della gomma alla zona di paraurti protetta dal copriletto, togliere la ruotina antiribaltamento, sollevare il telaio e caricarlo nel bagagliaio, caricare le ruote, prendere le stampelle dalla cappelliera, ripiegare verso l'interno il copriletto di protezione, chiudere il bagagliaio (opzionale: lo posso fare anche dal posto di guida oppure con il telecomando) e spostarmi con le stampelle fino al posto di guida. Stesse operazioni, in ordine inverso, per lo scarico.
In questi passaggi c'è un impiccio: lo zainetto che di solito tengo appeso allo schienale della sedia a rotelle.


All'inizio l'avevo incluso nella fase di carico-scarico: lo toglievo dalla carrozzina prima di piegare lo schienale e me lo mettevo in spalla, per portarlo con me nell'abitacolo quando mi spostavo con le stampelle, però era un'operazione macchinosa, perché per portarlo con le stampelle devo sempre infilare entrambi gli spallacci, altrimenti scivola giù, e va fatto da seduta, in piedi è pericoloso perché sono movimenti che fanno facilmente perdere l'equilibrio; in sostanza, la gestione del carico-scarico zainetto è decisamente scomoda sia quando sono seduta sul bordo del bagagliaio, sia al posto di guida.
Dopo qualche tentativo, ho concluso che era più semplice mettere lo zainetto nell'abitacolo prima di caricare la carrozzina nel bagagliaio e riprenderlo dopo averla scaricata, soluzione efficace anche quando, oltre allo zainetto, devo portare qualche altro oggetto che mi sarebbe d'impiccio durante il carico.
Negli ultimi mesi, quindi, la procedura era stata aggiornata: aprire la portiera lato guida, lanciare lo zainetto e gli eventuali altri oggetti sul sedile del passeggero, spostarmi sul retro dell'auto, caricare la carrozzina, tornare al posto di guida con le stampelle. All'arrivo, andare con le stampelle sul retro, scaricare la carrozzina e tornare a recuperare zainetto, annessi e connessi.
Ottimo.
Quasi.
Abbastanza.
Insomma.

Il lancio dello zainetto sul sedile del passeggero ha avuto più volte conseguenze fastidiose, soprattutto per i telefoni cellulari che sembra non aspettino altro che trovare la tasca laterale chiusa male per scivolare fuori e infilarsi nei punti più inaccessibili, tipicamente gli spazi strettissimi a lato del sedile, costringendomi a contorsioni acrobatiche per recuperarli.
Anche la ripresa all'arrivo non è semplicissima: devo portare la sedia a rotelle più vicino possibile al posto di guida, con il rischio di graffiare la carrozzeria laterale dell'auto, e poi allungarmi verso il sedile del passeggero per agganciare uno degli spallacci e tirare lo zainetto verso di me, mentre l'altro spallaccio fa il possibile per impigliarsi sulla leva del freno o da qualsiasi altra parte.

Guardate che vedo la vostra espressione di sufficienza mentre vi chiedete perché non vado a caricare e recuperare lo zainetto direttamente dal lato passeggero. Ora, non so quanto sia grande il vostro garage, ma nel mio, che ha tutte le pareti occupate da scaffali e oggetti di ogni tipo, non c'è spazio per aprire anche la portiera lato passeggero, men che meno per arrivare da quella parte con la sedia a rotelle. E lo stesso vale per la maggior parte dei parcheggi, anche per disabili: lo spazio per affiancarsi all'auto con la carrozzina è solo da un lato.

Ebbene, mi ci sono voluti otto mesi, ma finalmente, stamattina, è arrivato il lampo di genio.
Dato che guido usando esclusivamente le mani, posso serenamente mettere lo zainetto nello spazio che di solito è occupato dal piede destro, facilmente raggiungibile dalla carrozzina.


Pensarci prima pareva brutto? 


venerdì 13 agosto 2021

Grazie Gino

Non mi piaceva, all'inizio. Non mi è piaciuto per parecchio tempo.
Un po' perché qualche volta s'impicciava di politica e non capivo a che titolo, ma soprattutto perché piaceva molto a una persona che a me, invece, non piaceva proprio per niente.

Ci ho messo un bel po' a capire chi era, quali principi sosteneva, cosa stava facendo per l'umanità. E mi sono vergognata per non averlo capito prima.
Ci è voluto un commento di sua figlia, cinque anni fa, per aprirmi gli occhi:
Diverse volte mi hanno chiesto "Negli ospedali di Emergency si usa l'omeopatia?". 
La risposta è "No. Se utilizzassimo le risorse per prodotti senza prova di efficacia, faremmo un torto ai pazienti e i donatori ce ne chiederebbero giustamente conto".
- Cecilia Strada -

Da queste parole ho iniziato a capire cosa fosse davvero Emergency, la grande sfida delle cure di qualità gratuite per tutti, soprattutto dove ce n'è più bisogno. 
Non senza fatica, ho buttato alle ortiche i miei pregiudizi e ho capito che Gino Strada non faceva politica,  ma che tutti i politici avrebbero dovuto imparare da lui, perché si occupava di ciò che dovrebbe essere alla base della politica: i valori etici. 

E allora grazie Gino, per avermi fatto capire che non esistono guerre giuste, per aver dimostrato che si possono gestire servizi sanitari di eccellenza senza farli diventare un business, utilizzando al meglio le risorse disponibili, in scienza e coscienza. E grazie, soprattutto, per avermi insegnato che a volte vale davvero la pena di cambiare idea.


lunedì 9 agosto 2021

Bene, ma non benissimo

Stamattina ho fatto la TAC di controllo. Refertazione a tempo di record, ho già la risposta.
A livello addominale, tutto ok, nessuna variazione rispetto alle precedenti indagini.
Invece il nodulo polmonare più grande, quello scoperto per la prima volta poco più di tre anni fa, è cresciuto ancora un po' e questo non ci lascia tanto tranquilli.
Tra due settimane ho le visite di controllo, sentiamo cosa dirà l'oncologa e teniamo accesa la speranza.

photo credits


domenica 8 agosto 2021

Un'altra Olimpiade


La fiamma di Tokyo si è spenta, ammainata la bandiera a cinque cerchi: cala il sipario sui Giochi della XXXII Olimpiade.
Un'edizione realizzata con un immane sforzo collettivo di migliaia di persone che si sono date da fare per superare enormi difficoltà organizzative e logistiche, adattandosi a situazioni inedite e spesso sgradevoli. Ricorderemo i posti vuoti dello stadio olimpico, l'eco che rimbalza sulle gradinate deserte dei palazzetti, i volti nascosti dalle mascherine. Ma grazie alla collaborazione di tutti, abbiamo qualcosa da ricordare, e non è poco.



Nelle ultime due settimane ho sfruttato selvaggiamente lo smart working, che non è solo telelavoro, ma lavoro agile, flessibile. Ho portato a termine tutte le mie incombenze tra una gara e l'altra in orari talvolta assurdi, mi sono alzata nel cuore della notte, ho dormito a intermittenza sul divano.
Ho preparato e aggiornato giorno per giorno il mio calendario delle gare, perché nessuno di quelli disponibili on line era adeguato alle mie esigenze. Ho seguito più di 25 discipline sportive, sfruttando appieno la pay TV che offriva - finalmente - la possibilità di visualizzare quasi ogni singola gara. Ho corso, saltato, lanciato, nuotato, cavalcato, pedalato, tirato, volteggiato, sparato, palleggiato, remato, combattuto... Ho vinto e ho perso. Mi sono divertita, incuriosita, emozionata, entusiasmata, avvilita. Ho esultato e sofferto.
È stato bellissimo.



Ho vissuto un'altra Olimpiade: è una grande vittoria. 



Posso sognare ancora.