sabato 29 luglio 2017

Un nuovo amico

Ci sono giornate in cui fatico ad andare avanti.
Ci sono momenti in cui ho bisogno di un sostegno, di un aiuto per proseguire.
È a questo che servono gli amici: ti sorreggono quando non ce la fai da solo.
Nel mio cammino ne ho sempre avuti molti al mio fianco, che mi hanno aiutato in mille modi, e di questo sono immensamente grata.

La settimana scorsa ho avuto giornate particolarmente difficili e ho sentito il bisogno di un supporto più stabile: l'ho trovato.
Vi presento il mio nuovo amico, il fedele compagno che mi accompagna ogni volta che ne ho bisogno.
Nelle ultime due settimane la gamba mi ha dato qualche problema, con dolori lungo tutta la zona da cui è stato asportato il muscolo più lungo, e ho zoppicato più del solito. L'andatura sbilenca iniziava a crearmi problemi anche con la schiena, quindi, a malincuore, ho ceduto alla necessità del bastone, che utilizzo solo quando camminare mi riesce particolarmente difficile.
Ho accettato la resa, ma non la disfatta: bastone sì, ma come dico io!
Niente modelli antiquati in legno scuro stile "vecchia signora", ma alluminio colorato, leggero e robusto e anche pieghevole, per portarlo facilmente ovunque.
E dato che la scelta di colori e fantasie è davvero enorme, prima o poi potrei decidere di arricchire il guardaroba bastonesco con qualche nuovo modello.

domenica 9 luglio 2017

Conversazioni domestiche (fuori casa)

Oggi avevamo deciso di passare la giornata in piscina. A una decina di minuti di strada da qui c'è un centro sportivo con una bella piscina all'aperto, circondata da un giardino e disinfettata con un sistema a base di ozono, che evita l'effetto fastidioso del cloro.


Avevo prenotato per tempo un gazebo con due lettini, per essere certa di avere un posto all'ombra. Siamo arrivati verso le 10:30, sistemato velocemente borse e asciugamani e via in acqua!
Come sospettavo, appena mi sono immersa, la mia invalidità è svanita, compensata da quell'acquaticità innata che mi ha sempre consentito di muovermi in acqua con molta più grazia e disinvoltura di quanto riesca a fare sulla terra.
Qualche bracciata per saggiare la risposta della gamba, poi tre vasche: a rana, a stile libero e a dorso. Ce la faccio!!! Riesco a nuotare abbastanza bene anche limitando l'uso della gamba destra.
E poi capriole, rana subacquea e un po' di apnea statica, senza forzare, solo per recuperare quella meravigliosa sensazione di scomparsa del confine tra il mio corpo e l'acqua. Sono una grossa lontra felice!


Un'oretta di riposo sui lettini, in compagnia di un libro, rigorosamente all'ombra e con una salvietta di spugna a coprire la cicatrice, non perché mi crei imbarazzo mostrarla, ma per proteggerla dal sole. Il medico mi ha raccomandato di non farle prendere il sole per almeno un anno, meglio due, altrimenti si annerisce.
Un altro bagno, alternando qualche vasca a stile libero con momenti di gioco e relax, poi di nuovo sotto il gazebo a riposare, ben spalmata di crema solare .
Terzo passaggio in acqua, pranzo leggero al chiosco a bordo piscina, sempre all'ombra, dove ci raggiunge Chiara, poi di nuovo sui lettini. Renato mi fa notare che la pelle delle mie spalle inizia ad arrossarsi.
Quarto bagno, con Chiara. Difficile nuotare, perché ora c'è parecchia gente in acqua, soprattutto bambini. Poco male: sguazziamo allegri come paperelle.


Torniamo sotto il gazebo. Renato mi guarda e annuncia: "Sembri un astice bollito".
Ok, è meglio tornare a casa.
Felici, però!