giovedì 16 marzo 2023

Conversazioni domestiche - Le mutande

Io: "Stamattina mentre scendevo le scale mi sono cadute le mutande e non sono riuscita a raccoglierle. Le recuperi tu, per favore?"
Lui: "Certo."
Ora lo so che vi state immaginando una scena apocalittica, con la povera disabile che rimane con le pudende esposte mentre arranca faticosamente sulle scale...


Niente di tutto questo.
Semplicemente mentre scendevo appollaiata sul seggiolino del montascale, completamente vestita, mi sono scivolati di mano gli slip che avevo cambiato ieri sera e che stavo portando al piano terra per metterli a lavare.

mercoledì 15 marzo 2023

Nuvole di drago

Lunedì avevo appuntamento a Mestre per la visita di rinnovo patente in Commissione Medica. 
Come di consueto, nei giorni precedenti ho dovuto sborsare fior di quattrini per marche da bollo, commissioni, diritti amministrativi e chi più ne ha più ne metta, oltre ad alcune visite specialistiche a pagamento, perché dovevo presentare, insieme alla solita relazione oncologica, anche visita cardiologica, elettrocardiogramma, ecocardiogramma e visita neurologica e il servizio sanitario pubblico non mi consentiva di ottenere tutte queste prestazioni nei tempi richiesti. Ma si sa, noi disabili siamo fortunati perché abbiamo i parcheggi riservati... (non ridete, qualcuno l'ha detto davvero!)

Per fortuna ho trovato due medici che hanno collegato il cervello e l'hanno fatto funzionare, valutando che il mio elevato rischio oncologico non influisce sulle capacità di guida: allo stato attuale non ci sono controindicazioni e in caso di recidiva potrei non essere più idonea alla guida solo se stessi male, ma se accadesse, come ha detto la dottoressa, "Guidare sarebbe l'ultimo dei suoi pensieri". Mi hanno quindi rinnovato la patente speciale per due anni, il massimo a cui potevo aspirare nella mia situazione.


Oggi invece era il giorno della TAC.
Viaggio sotto la pioggia battente, acqua benedetta, ce n'era davvero tanto bisogno, ma verso ovest si vedevano già i primi squarci di sereno, infatti quando siamo arrivati allo IOV non pioveva già più.
Tutti i posti auto erano strapieni, con diverse macchine posteggiate in modo fantasioso fuori dagli stalli, che rendevano difficoltoso il transito sui vialetti interni dell'Istituto: sembrava la sagra del parcheggio selvaggio*.
Avevamo quasi completato il primo giro e ci stavamo rassegnando: Renato mi avrebbe fatto scendere più vicino possibile all'ingresso e sarebbe rimasto fuori ad aspettare che si liberasse un posto.
Invece... miracolo! Un signore gentilissimo si è avvicinato facendo segno che stava per uscire e indicandoci la sua auto, che avevamo superato da meno di due metri. Io gli ho mandato un bacio, Renato ha fatto retromarcia per lasciargli lo spazio necessario a uscire comodamente e poi si è infilato nel posto lasciato libero, che, pur non essendo un parcheggio per disabili, aveva comunque sufficiente spazio sulla destra per consentirmi il trasferimento sulla carrozzina.
Per arrivare all'ingresso abbiamo dovuto allungare il tragitto, perché il percorso più diretto era ostruito da un'auto parcheggiata in mezzo al vialetto, non c'era spazio per passare con la carrozzina.

Non avevo mai fatto una TAC allo IOV, ma seguendo le indicazioni dell'appuntamento, che indicava "TAC rossa, piano rialzato", abbiamo raggiunto facilmente l'accettazione della radiologia e preso il numero eliminacode... salvo poi scoprire che allo sportello non chiamano i numeri, ma lasciano che siano i pazienti ad arrangiarsi, con una ulteriore complicazione: alcune delle persone in attesa devono solo ritirare i referti e per loro non è previsto il numero, vengono chiamati per nome, quindi chi arriva non ha modo di sapere quali dei presenti siano in coda per l'uno o l'altro servizio. Il risultato è stato che una signora mi è passata davanti (ribadisco: non è stata colpa sua) e dopo più di dieci minuti non aveva ancora finito. Fortunatamente una delle addette ha aperto l'altro sportello e ho potuto fare l'accettazione. 
Ho fatto gentilmente presente che è inutile mettere i numeri, se poi non li chiamano. Ha risposto che li hanno messi per evitare litigi tra le persone in attesa. Ho sottolineato che le persone in attesa non possono sapere che numero abbiano tutti gli altri. Espressione vacua, come quella di una mucca che guarda il treno: evidentemente non ci aveva mai pensato. Mi ha indicato dove andare: piano -1, TAC nuova, in fondo al corridoio. Ma non era la TAC rossa al piano 0? No. Vabbè.
Abbiamo ripreso l'ascensore per scendere e ho fatto un pit stop in bagno. Anche qui l'accessibilità non è delle migliori: maniglione solo sul lato sinistro (a me serve a destra), sedile copriwater smontato e posato a terra: perché il mondo continua a pensare che ai disabili piaccia sedersi direttamente sulla ceramica fredda e spesso non proprio pulita del WC?!? Pazienza, come al solito mi sono arrangiata, usando la mia stessa sedia a rotelle come appoggio a destra.
La TAC nuova è in un'ala dell'edificio aggiunta di recente, pareti, pavimenti e infissi sono completamente diversi rispetto a quelli storici dell'Ospedale Busonera, in cui ha sede lo IOV. Abbiamo atteso nel corridoio luminoso, scambiando qualche parola cordiale con gli altri pazienti.
Mi hanno chiamato quasi puntuali, forse una decina di minuti dopo l'orario indicato. L'infermiere, piuttosto burbero, mi ha fatto rimpiangere Ida, l'infermiera della radiologia del CRO di Aviano, gentilissima e molto attenta ai pazienti, mi chiedeva sempre dei miei gatti, e straordinariamente abile nel trovare la vena sempre al primo tentativo e senza mai farmi male. Oggi invece ci sono voluti due buchi, il primo sul polso, molto doloroso, molto sanguinante e molto inutile. 
Avevo qualche preoccupazione rispetto alla necessità di trattenere il fiato durante le scansioni: se inspiro molto profondamente, tossisco, quindi non avrei potuto riempire completamente i polmoni, con il rischio di trovarmi in difficoltà se fossero state necessarie scansioni oltre i 30 secondi. Preoccupazione infondata. La TAC non è nuova, è nuovissima: è stata attivata da poche settimane (ora ho capito perché mi hanno mandato lì: quando l'oncologa ha fatto la prenotazione, questo apparecchio non c'era ancora) e ha una risoluzione molto elevata, per cui l'esame è velocissimo e la scansione più lunga non ha superato i 10 secondi.


Dopo l'esame, mezzo litro di flebo idratante, per velocizzare lo smaltimento del mezzo di contrasto, poi via libera per uscire. All'esterno ci ha accolto il sole, il cielo si era completamente rasserenato. Quando abbiamo raggiunto l'auto, sempre facendo il giro dell'oca perché il vialetto diretto era ancora ostruito dall'auto parcheggiata, abbiamo scoperto che un altro fantasista del parcheggio aveva infilato la sua vettura sull'aiola a fianco, in modo tale che per me era impossibile salire: Renato ha dovuto tirare fuori la macchina dal parcheggio e lasciarla sul vialetto per il tempo necessario a farmi salire e mettere la carrozzina nel bagagliaio, fortunatamente questione di un paio di minuti, perché il vialetto è molto stretto e le auto arrivate nel frattempo hanno dovuto attendere che avessimo finito per poter passare.

Durante il viaggio di ritorno in autostrada ho osservato gli ultimi brandelli di nuvole verso le montagne. Ce n'erano quattro quasi allineate a delineare una sagoma familiare: era Falkor, il Fortunadrago de La Storia Infinita, con la bocca aperta, le orecchie al vento e il corpo affusolato. Nuvole di drago!


Il drago è scomparso dopo pochi minuti, mentre le nuvole si sfilacciavano e svanivano, ma è giusto così: dopotutto è normale non vedere draghi in giro!

I viaggi in auto di lunedì e di oggi e l'osservazione della variegata fauna di conducenti di veicoli, mi hanno sollecitato anche una riflessione non dragonesca, relativa ad alcuni recenti titoli di giornali e telegiornali relativi a incidenti stradali. Ho deciso di esprimerla in forma grafica.


Anche questa volta il mezzo di contrasto e i farmaci assunti per evitare la reazione allergica mi stanno procurando qualche fastidio: un po' di mal di testa e il permanere del sapore metallico in bocca, segno che lo smaltimento del contrasto va a rilento. Sto bevendo come un cammello nell'oasi, ma la funzionalità renale è rallentata, spero di non ritrovarmi domattina gonfia come un palloncino, come è successo in altre occasioni.

Il referto della TAC sarà disponibile tra una settimana, nel frattempo mi dedico a pensieri più gradevoli.



(purtroppo non posso ancora giocare, ma sono stata ingaggiata nello staff dell'organizzazione)



* Probabilmente qualsiasi abitante di Roma, Napoli o altre città in cui il posteggiare è un'arte riderebbe nel vedere ciò che io definisco "parcheggio selvaggio", roba da dilettanti in confronto alle soluzioni fantasiose che incontrano ogni giorno, ma abbiate pazienza, io non ci sono abituata.

sabato 11 marzo 2023

Cronaca di un sabato

Oggi sono a casa da sola, Renato ha lavorato tutto il giorno e poi è andato a recitare. 
Avrebbe potuto essere un tranquillo sabato di relax e invece...

Ore 9: sveglia, passaggio in bagno, vestizione, colazione.
Ore 9:50: carico carrozzina in auto e coccole a Ettore nel bagagliaio della macchina.
Ore 10:10 partenza da casa verso la piazza del paese (prego notare il tempo trascorso rispetto all'attività precedente perché Ettore non mi mollava).
Ore 10:25: parcheggio a più di 500 metri dalla mia destinazione, perché i parcheggi per disabili in centro erano tutti occupati (e ho il dubbio che almeno una delle auto non avesse il contrassegno). Trasferimento in piazza a forza di braccia, superando qualche saliscendi e alcuni tratti di marciapiede sconnesso.
Ore 10:35: interessante laboratorio sul gioco d'azzardo con il progetto Fate il nostro gioco.


Ore 13:00: pranzo con carciofo e stracchino.
Ore 13:30: carico prima lavatrice, svuotamento primo stendino, suddivisione dei due chili e passa di ragù che avevo preparato ieri in vaschette da 2/4 porzioni e spostamento degli stessi in freezer, cambio acqua nelle ciotole dei gatti, riempimento ciotola di Edison, riempimento ciotola di Fergus.
Ore 14:15: breve relax sul divano.
Ore 14:30: carico carrozzina in auto e partenza verso la chiesa del quartiere (questa volta Ettore non si è fatto vedere).
Ore 15:00: funerale di un uomo buono e generoso a cui ero molto affezionata. Ciao Tini, mi mancheranno i nostri baci!


Ore 16:15: rientro a casa e coccole a Ettore nel bagagliaio dell'auto.
Ore 16:30: svuotamento prima lavatrice, riempimento primo stendino, carico seconda lavatrice, svuotamento secondo stendino, riempimento ciotola di Edison.
Ore 17: pausa con cioccolata calda.
Ore 18: svuotamento seconda lavatrice, riempimento secondo stendino (questo è stato impegnativo perché c'era roba grande, lenzuola e tovaglie), cambio lenzuola (non rinviabile perché stanotte è arrivato Fergus in versione mostro-della-palude e ha inzaccherato tutto), doccia, riempimento ciotola di Edison, riempimento ciotola di Edison (no, la ripetizione non è un errore), riempimento ciotola di Penelope. Se nella lista di riempimento ciotole mancano Ettore e Matilde non è perché io li faccia morire di fame, ma loro mangiano quasi esclusivamente croccantini, che sono sempre a disposizione in una ciotola molto grande che viene riempita ogni 3/4 giorni.
Ore 20: cena con melanzane e polpette.
Ore 20:30: crollo sul divano. E non so mica se riesco a rialzarmi...



domenica 26 febbraio 2023

Quasi come Celentano

Il recupero prosegue mooooooolto leeeeeeeentaaaaaaaaameeeeeeeente.


I dolori sono abbastanza sotto controllo, credo di aver individuato quasi tutti i movimenti e le posizioni che devo evitare per non stuzzicare il nervo intercostale. Il problema è che sono parecchi, quindi la mia mobilità rimane molto limitata, come anche la resistenza, e sono costretta a passare quasi tutto il tempo sul divano, limitando al minimo le attività domestiche e ancora di più le uscite, sia per numero che per durata. Almeno però adesso riesco a dormire distesa e questo ha migliorato di molto la mia qualità di vita rispetto a qualche settimana fa.

Per quanto riguarda la tosse, l'unica strategia è non respirare troppo a fondo e parlare meno possibile, ma non sempre funziona, a volte mi pigliano comunque accessi ferocissimi che mi lasciano stremata e dolorante, perché, ovviamente, con riferimento al punto precedente, tossire è uno dei movimenti da evitare.

La situazione mi ha fatto ricordare il titolo di un album di Adriano Celentano di una ventina d'anni fa: direi che riepiloga molto bene la mia situazione attuale.


Conversazioni domestiche sul divano

Ieri è stata una giornata intermedia, non cattiva, ma nemmeno buona: tanti colpi di tosse distribuiti in tutto l'arco della giornata, qualcuno anche violento, ma senza accessi particolarmente lunghi.
Abbiamo passato il pomeriggio sul divano a guardare la TV.
Lui: "Come va?"
Io, che da ore tossivo più o meno come una vecchia tabagista incallita (la differenza è che la mia è una tosse secca): "A parte la tosse..."
Lui: "Hai la tosse?"





venerdì 24 febbraio 2023

Conversazioni domestiche tra me e me


Io: "Toh, che strano: questo barattolo è in dispensa da almeno due settimane e Renato non l'ha ancora aper..."


"Ah, no."

sabato 18 febbraio 2023

Conversazioni domestiche - A tavola

A tavola.
Io: "Ho ancora fame."
Lui: "Vuoi insalata?"
Io: "Cosa c'entra l'insalata con la fame?!?"



PS: vale anche per quelli che suggeriscono di mangiare un frutto o uno yogurt per ingannare la fame: sappiate che la mia fame non è così scema.

mercoledì 8 febbraio 2023

Felicità da coltivare

Le reazioni al post precedente, scritto in una giornata particolarmente pesante, mi hanno fatto capire che probabilmente ho dato un'impressione eccessivamente negativa della situazione.
Ogni parola che ho scritto è assolutamente vera, tuttavia nelle mie giornate non ci sono soltanto il dolore e le difficoltà.
Non ho perso nemmeno una briciola di quella capacità di apprezzare le piccole cose che ho coltivato con tanta cura durante tutta la mia vita. 


Quando non sento dolore, quando Renato mi abbraccia, quando Penny si acciambella vicino a me, quando vedo una bella partita di pallavolo in TV, quando posso dormire fino a tardi, quando incontro gli amici, quando Fergus mi salta in braccio, quando supero un livello difficile in un videogame, quando arriva la pizza, quando rido fino alle lacrime con i miei cugini, quando Matilde mi fa gli occhioni, quando vedo una cosa bella, quando passo qualche ora senza tossire, quando Ettore mi riempie di baci, quando risolvo un problema, quando mi accomodo sul divano con un buon tè profumato, quando Edison si spanciotta, quando completo un progetto, quando trovo il coraggio di sognare... io riesco ancora a essere felice.



lunedì 6 febbraio 2023

Strategie

In questo periodo ho la sensazione di essere costantemente impegnata in un lavoro ininterrotto di ricerca di strategie.

Strategie di gestione del dolore, per cercare un equilibrio sempre più difficile tra sofferenza ed effetti collaterali dei farmaci.
Un consulto neurologico ha confermato che il dolore al torace è di origine neuropatica, legato al nervo lesionato. Mi sta creando parecchio disagio, perché si intensifica quando mi stendo ed è sempre più difficile trovare una posizione che mi permetta di dormire; nelle ultime settimane ho finito più volte per appisolarmi seduta, appoggiata a un paio di cuscini che tutto sommato sono sistemati abbastanza bene e mi consentono una relativa comodità, ma non è certo la posizione ideale per riposare.
L'antidolorifico prescritto dai chirurghi di Padova è stato abbastanza efficace, ma può essere usato solo per pochi giorni, perché danneggia lo stomaco, soprattutto se associato all'acido acetilsalicilico che devo prendere quotidianamente. Ieri ho provato il trattamento locale con il cerotto, ma non ha funzionato: ho vinto una delle notti più dolorose degli ultimi mesi. 
Nel frattempo, le formiche ballano il samba e il farmaco per calmarle non sempre funziona, ma non voglio aumentare il dosaggio perché provoca dipendenza, oltre a fastidiosi effetti collaterali: capogiri, nausea, sonnolenza, stitichezza.


Peraltro le bastarde hanno preso la cattiva abitudine di svegliarmi nel cuore della notte o al mattino presto, in orari in cui non posso prendere l'antidolorifico perché non farei in tempo a smaltirne gli effetti fastidiosi prima di alzarmi, in particolare nausea e capogiri che mi renderebbero molto difficile affrontare la giornata. E avanti con le notti in bianco o quasi.

Strategie di adattamento alle mie limitazioni fisiche, per trovare soluzioni creative per superare le difficoltà quotidiane legate al non poter camminare, ma ora anche ruotare il busto o piegarmi in avanti, movimenti che peggiorano di molto il dolore al torace.
Non posso ancora uscire da sola, perché non sono in grado di caricare e scaricare la carrozzina dall'auto, devo organizzarmi ogni volta per trovare un aiuto. Ma anche gesti più semplici, come infilare o togliere la scarpa o riempire le ciotole dei gatti, sono diventati ostacoli complicati da superare.

Strategie per affrontare l'incertezza e la preoccupazione legate all'evoluzione della patologia oncologica: se un tumore metastatico è sempre una brutta cosa, un sarcoma metastatico è una cosa bruttissima. 

Strategie per ritrovare un minimo di normalità, per mantenere l'equilibrio quando tutto intorno sembra accanirsi per farmi cadere.
Sta diventando molto faticoso.







martedì 24 gennaio 2023

Male, ma non è grave (forse)

Ho avuto alcune giornate molto pesanti nell'ultima settimana, nelle quali la tosse e i dolori post intervento si sono intensificati molto e si sono sommati ad alcune incursioni di ferocissime formiche fantasma, regalandomi troppe notti in bianco.


In particolare, patisco parecchio per un dolore appena sotto il diaframma e alcune fitte lancinanti intorno a uno dei tagli, dove c'è il nervo lesionato; entrambi si intensificano con il movimento, costringendomi a un'inattività pressoché totale. E tanti saluti al progetto di tornare ad allenarmi e a nuotare entro fine mese.


Stamattina sono stata a Padova per la visita di controllo.
Medici visibilmente sollevati quando hanno saputo che avevo già discusso l'esito dell'istologico con l'oncologa: immagino che abbiano apprezzato di non dovermi parlare di metastasi polmonari.
Ho segnalato i problemi di questi giorni, ma mi hanno detto che sono tutte normali conseguenze dell'intervento. Passi per la tosse e il nervo lesionato, ma cosa c'entra il dolore sotto al diaframma? Il chirurgo mi ha spiegato che non è insolito, è dovuto alla configurazione dei nervi del torace, e mi ha prescritto un antidolorifico. Non sono convinta al 100%, ma vediamo se il farmaco funziona, altrimenti valuterò con l'oncologa se fare un'ecografia di controllo, per essere più tranquille.
Eccheppalle però!

venerdì 13 gennaio 2023

Avanti col settimo

Finalmente è arrivato il referto dell'esame istologico... con la mia settima diagnosi di tumore.
Quasi da festeggiare.

foto www.idolcidikikka.it

La buona notizia è che l'asportazione è stata radicale, con un buon margine di sicurezza, e che tutti i linfonodi prelevati, una decina, erano puliti, quindi è ragionevole supporre che non ci siano residui.
La cattiva notizia è che si trattava di una metastasi, quindi il tumore ha iniziato ad andare in giro e lo rifarà, prima o poi. Spero poi.
Nei prossimi giorni l'oncologa sentirà i chirurghi toracici per concordare come procedere, ma probabilmente riprenderemo semplicemente con i controlli trimestrali. 
È difficile allontanare la fastidiosa sensazione dell'orizzonte che si restringe. 

L'altra buona notizia è che stasera vado a teatro.
Non avevo fatto l'abbonamento, quest'anno, perché tra problemi di salute e impegni sportivi non sapevo se avrei potuto assistere agli spettacoli. In effetti nelle prime date che mi interessavano ero in ospedale. Anche per lo spettacolo di stasera avevo atteso a richiedere i biglietti fino a quando mi sono sentita ragionevolmente sicura di poter andare, ma a quel punto era già tutto esaurito da settimane. Avevo inviato una richiesta al teatro, pregandoli di avvertirmi nel caso in cui si fossero liberati un posto per la sedia a rotelle e uno per l'accompagnatore, senza crederci troppo, più che altro per non rimpiangere di aver lasciato qualcosa di intentato.
Oggi pomeriggio mi hanno chiamato: posto disponibile per la sedia a rotelle, l'accompagnatore però avrebbe dovuto accontentarsi di una sedia vicino a me, anziché della poltroncina del teatro. 
Ma va benissimo, nessun problema, graziegraziegrazie!



giovedì 5 gennaio 2023

S-punti

Il nuovo anno è iniziato male.
Colpa di Edison, che il primo gennaio non si è fatto vedere per tutto il giorno, non era mai successo.
Domenica pomeriggio l'abbiamo cercato per ore, percorrendo più volte avanti e indietro tutta la nostra via e quella parallela, Renato è andato anche nei campi dietro casa, chiamando inutilmente. Quando si è fatto buio, il pensiero che il nostro GattonGattone potesse essere fuori da solo, spaventato, forse ferito mi ha fatto crollare in un pianto dirotto. Ho saltato la cena e sono andata a letto con un pesantissimo carico di tristezza sul cuore.
Alle 23:30 Renato è entrato in camera con Edison in braccio. Era appena rientrato dalla gattaiola, tranquillo e perfettamente asciutto, nonostante fuori ci fosse un'umidità che si tagliava con il coltello, cosa che ci fa sospettare che sia rimasto chiuso da qualche parte. Immenso sollievo... e voglia di ucciderlo per quanto mi aveva fatto stare male.


Il giorno seguente sono andata a Padova per togliere i punti. Come sempre, il parcheggio in ospedale è un problema: nonostante fossimo arrivati con più di un'ora di anticipo, alla fine ho dovuto lasciare Renato in macchina ad aspettare che si liberasse un posto e avviarmi da sola verso l'ambulatorio, perché l'ora dell'appuntamento si avvicinava. Fortunatamente ho trovato una persona gentile che mi ha spinto su per la rampa di accesso all'Ospedale Giustinianeo, troppo lunga e ripida per affrontarla da sola con il fisico ancora a mezzo servizio. 


Nei giorni precedenti, la ferita sul bordo del seno aveva continuato a darmi fastidio, e me ne dà ancora, con l'aggiunta di un dolore sordo che corre intorno alla parte destra del torace, proprio dove passa l'elastico del reggiseno (PS: grazie Paola, le bralette di cotone sono arrivate ieri e sono perfette!). La chirurga che mi ha visitato ha confermato il mio sospetto: durante l'intervento è stato lesionato un nervo intercostale. Giusto perché non ho già avuto abbastanza problemi con le neuropatie.
Ho segnalato anche il perdurare della tosse e il fastidio al polmone quando respiro profondamente e la dottoressa mi ha assicurato che sono normali conseguenze dell'intervento, che si risolveranno con il tempo.
La rimozione dei punti è stata meno impegnativa di quanto mi aspettassi, praticamente nessun dolore con le graffe, solo un po' di fastidio quando hanno sollevato i punti di filo per tagliarli. Mi hanno applicato le steri strip con la raccomandazione di non toglierle e non bagnarle per tre giorni e i tre giorni finiscono oggi, quindi stasera potrò finalmente fare la doccia senza bisogno dei cerotti trasparenti! 

Per la ripresa dell'attività sportiva devo attendere ancora qualche settimana: la dottoressa ha detto di aspettare almeno fino alla visita di controllo del 24. A denti stretti, mi tocca riconoscere che probabilmente ha ragione, perché sono consapevole di non aver ancora recuperato a sufficienza: la respirazione profonda mi dà fastidio e mi fa tossire e alcuni movimenti sono ancora dolorosi per via dei muscoli tagliati. Sottopormi a sforzi fisici in queste condizioni potrebbe compromettere la ripresa e provocare danni a lungo termine. Uffa, però!

Invece questa settimana ho ricominciato a lavorare, per ora solo da casa perché il carico e scarico della sedia a rotelle è uno sforzo che non posso ancora fare.
A questo proposito, proprio oggi mi è capitato di leggere una battuta sulla riduzione del diritto allo smart working, una delle innumerevoli porcherie della Legge di bilancio 2023:


Secondo l'autore, in smart working non si lavora "sul serio".
Che un lavoratore svolga in modo più o meno efficace ed efficiente le proprie mansioni non dipende certo dalla sede di lavoro: chi è fannullone e incompetente in ufficio, lo sarà anche a casa, chi lavora bene e seriamente, lo farà in ogni caso.
Smart working per me vuol dire possibilità di lavorare anche quando le limitazioni fisiche non mi permettono di muovermi: se non avessi questa possibilità, ora sarei ancora in malattia e lo sarei stata per diversi mesi negli ultimi tre anni.
Vuol dire poter dormire un po' di più al mattino, e chi mi conosce sa quanto questo contribuisca a migliorare il mio umore, la mia qualità di vita e la mia produttività.
Vuol dire lavorare quando serve, con orari flessibili: dato che lunedì dovevo andare in ospedale, ho lavorato domenica mattina (sì, proprio il giorno di Capodanno), perché a inizio mese ho alcuni adempimenti importanti da gestire. E anche se oggi ho il giorno libero, ho risposto comunque alle chiamate degli utenti al mio Servizio Clienti e lo farò anche domani, sabato e domenica, se serve.
Lo smart working è un vantaggio tanto per me quanto per il mio datore di lavoro. 


PS: ancora nessuna notizia dell'esame istologico, spero di sapere qualcosa entro la prossima settimana.