venerdì 15 marzo 2024

Un nuovo acquisto

La pressione alta rilevata lunedì durante la visita cardiologica richiede un controllo quotidiano.
Avevo subito rispolverato lo sfigmomanometro a colonna della Maria, così vecchio da essere ormai un oggetto da collezione (non scherzo: ne ho visto uno uguale, ma non funzionante, in vendita a 43 euro) e ormai fuori legge perché contiene mercurio, ma più preciso di qualsiasi strumento digitale o aneroide*. 


*aneroide: con barometro privo di liquido. E anche oggi vi ho insegnato una parola nuova, potrei valutare una carriera come divulgatrice scientifica!

Però è difficile misurare la pressione con questo oggetto che ha poco meno della mia età, perché le parti in gomma, tubi e pompetta, con il tempo si sono degradate e hanno perso tenuta, escono spifferi d'aria da tutte le parti. Suppongo che si possano trovare i ricambi, ma temo che costino più di un apparecchio nuovo, quindi ho avviato la selezione per l'acquisto di un nuovo strumento.
Scartati subito tutti quelli digitali, che sono facilissimi da usare, ma poco precisi e ancor meno durevoli. La difficoltà di utilizzo dello strumento manuale per me è insignificante: vengo da una stirpe di donne ipertese e prima di iniziare la scuola elementare avevo già imparato dalla Maria, che era infermiera, a misurare la pressione alla nonna con lo sfigmomanometro a colonna, quindi mi sono orientata sui modelli ad aneroide, che hanno l'unico difetto di essere delicati, bisogna evitare urti e cadute.
Ho scartato i modelli monotubo, con il barometro montato direttamente sulla pompetta, perché sono sicuramente comodi da tenere in mano, ma per la precisione della misura, è meglio che il barometro sia lontano dal dispositivo di gonfiaggio. Poi ho eliminato quelli in cui non è possibile calibrare lo zero e tra i prodotti rimasti, ho scelto semplicemente quello che ho trovato al miglior prezzo, la stratosferica cifra di 13,95 euro. Quasi quasi me ne compro un altro da tenere di sopra.
È arrivato oggi e l'ho subito provato. Prime impressioni:
  • la calibrazione dello zero è un'ottima cosa
  • la differenza di tenuta tra il velcro del nuovo bracciale e il vecchio è più o meno quella tra l'Attack e la colla fatta in casa con acqua e farina
  • la differenza di prestazioni tra la pompetta e i tubi nuovi e quelli vecchi di oltre quarant'anni è abissale: il gonfiaggio del bracciale è infinitamente più rapido e la regolazione dello sgonfiaggio molto più precisa
  • non c'è differenza tra i valori misurati dal vecchio strumento e dal nuovo
  • la mia pressione è ancora dannatamente alta




mercoledì 13 marzo 2024

I neuroni addormentati

Quando ci scambiamo il buongiorno del mattino, ZiaCris mi chiede notizie dei neuroni: tutti presenti? tutti funzionanti? Non sono domande da fare al risveglio, infatti stamattina le ho risposto che non me lo può chiedere così su due piedi, perché io di piede ne ho uno solo, ma se non mi alzo presto, in genere mi bastano pochi minuti per recuperare una discreta lucidità, che di solito si conserva per tutta la giornata e fino a notte fonda.


La mia terapia del dolore di base prevede una compressa di antidolorifico e poche gocce di un altro farmaco prima di andare a letto. Litigo spesso con le gocce, perché faticano quasi sempre a uscire dalla boccetta a causa di piccole bolle d'aria che ostruiscono il sottile tubicino attraverso cui dovrebbero scorrere; mi sono anche creata uno strumento artigianale per bucare queste bolle d'aria, piegando ad arte la stagnola di un blister di pastiglie. Ma anche con questo, ieri sera le gocce proprio non ne volevano sapere. Mi ci sono voluti almeno dieci tentativi prima di realizzare che sarebbe stato impossibile farle uscire, dato che la boccetta era vuota.
I neuroni si saranno pure svegliati con me, ma si sono addormentati decisamente molto prima!


P.S. l'esame citologico delle urine è negativo ed esclude l'ipotesi peggiore; ora aspettiamo l'uroTAC della prossima settimana.
In compenso alla visita cardiologica di lunedì la funzionalità del cuore è risultata buona, ma avevo la pressione decisamente alta. Il cardiologo ha detto di tenerla controllata, perché potrebbe dipendere dal problema urologico, e risolversi con quello, ma se così non fosse, bisognerà intervenire. Oggi è scesa un po', ma rimane superiore al mio standard. Non c'è mai pace...

photo credits: Pixabay




giovedì 7 marzo 2024

Avventure urologiche

Martedì ho fatto la visita urologica, che ha riconfermato la presenza dei tre calcoli, chiaramente visibili nell'ecografia e disposti ordinatamente in fila, come è lecito attendersi da un'ingegnera. L'urologa si ricordava di me, perché nel 2019 lavorava a Padova e tra agosto e ottobre io avevo frequentato parecchio l'urologia, per gli esami e le procedure pre e post intervento di amputazione. Ha richiesto una cistoscopia, per valutare meglio la situazione e programmare l'intervento di cistolitotrissia, che consiste nel frantumare e rimuovere i calcoli per via endoscopica. E anche oggi abbiamo imparato una parola nuova!

Mi avevano dato appuntamento per la cistoscopia la prossima settimana, ma nella notte tra martedì e mercoledì ho avuto di nuovo sanguinamento abbondante e ho guardato sul sito di prenotazioni online della nostra ULSS se era possibile anticipare: c'era posto stamattina e l'ho preso al volo.


Come sempre, sono arrivata in anticipo. Renato mi ha fatto scendere davanti all'ingresso, poi è andato a cercare parcheggio mentre io salivo al quarto piano. Mi ero appena sistemata nel corridoio degli ambulatori, quando l'infermiera ha chiamato il paziente che aveva l'appuntamento mezz'ora prima di me: nessuna risposta. L'infermiera ha fatto un altro paio di tentativi a vuoto, ma il paziente non c'era, quindi ha chiamato me e sono entrata senza avere nemmeno il tempo di avvisare Renato, che è arrivato poco dopo e mi ha cercata in lungo in largo.



La cistoscopia non è un esame simpatico: il ravanamento per inserire la sonda è stato fastidioso e doloroso, ma una volta posizionata, ho seguito con interesse le immagini sul monitor. 
I tre calcoli sono saldamente attaccati alla parete: si sono formati sulla cicatrice interna dell'intervento del 2019, dove l'irregolarità della superficie ha favorito l'accumulo di residui cristallizzati. 
Ci sono anche segni di infiammazione all'imbocco dell'uretere destro, e l'urologo ha richiesto una UroTAC (un'altra parola nuova) per valutare lo stato del rene e dell'uretere.
Mi hanno messa in lista per l'intervento, non ho indicazioni sulla data, ma l'urologo ha detto che eviteranno di fissarlo a ridosso della chemio, quindi potrebbe essere verso metà aprile, quando avremo anche i risultati dell'esame citologico delle urine per il quale ho consegnato i campioni la settimana scorsa.

Nel frattempo, elettroformiche feroci, nausea e crampi addominali, che potrebbero essere causati dal problema vescicale.
Sono stanca, siamo stanchi, Renato e io. 


venerdì 1 marzo 2024

Facciamo tre calcoli

Nonostante l'antibiotico, per qualche giorno ho continuato a trovare tracce di sangue nelle urine e l'attesa dell'ecografia è stata piena di apprensione.
L'esame ha rilevato tre calcoli da 7mm nella vescica. Non sapevo nemmeno che esistessero i calcoli vescicali, d'altra parte non è così sorprendente che un'ingegnera abbia calcoli un po' ovunque... 

credits: Pixabay

Per capire come gestirli, serve una valutazione urologica: mi hanno dato appuntamento martedì.
Ne avrei fatto volentieri a meno, ma di certo non è la cosa peggiore che mi potesse capitare, siamo un po' più tranquilli, ma anche tanto stanchi, logorati da questo ininterrotto susseguirsi di problemi.

Nel frattempo continuo a non stare troppo bene, ogni giorno c'è qualche fastidio: una volta è il mal di testa, un'altra i crampi addominali, ieri la nausea, oggi le elettroformiche cattive... E sempre tanta stanchezza.
Vorrei un po' di tregua, qualche giornata buona per alcune cose che vorrei fare insieme a Renato, ma non possiamo fare programmi: domani sera vorrei andare a teatro, ma resterò in forse fino all'ultimo momento; si naviga a vista, giorno per giorno, ora per ora.

sabato 24 febbraio 2024

Disinnescare

Ieri è stata una giornata pesante, mi sentivo addosso tanta stanchezza e un malessere generale che mi ha messa di malumore. Ho riflettuto su cause e soluzioni.
A livello fisico ci sono gli effetti della chemioterapia, naturalmente, e l'intestino lunatico, che oscilla tra pigrizia e iperattività. 
Ma c'è anche tanta fatica mentale per gestire continuamente nuove difficoltà, sembra che appena un problema inizia a risolversi, se ne presenti subito un altro da affrontare. È logorante e mi rende particolarmente scontrosa, insofferente e irritabile, mi sento sempre pronta a esplodere e fatico a trattenermi dal reagire in modo eccessivo di fronte alla minima contrarietà.


Devo disinnescare, ho bisogno di allontanare più possibile ciò che mi crea fastidio, rabbia o disagio e di costruire situazioni piacevoli e rilassanti, fisicamente ed emotivamente. Come dice ZiaCris, devo lavorare per me stessa.
Mi tengo lontana da tutto e da tutti. Sto quasi sempre a casa, nella mia tana comoda e confortevole. Cerco di non soffermarmi sulle notizie di cronaca e attualità, che troppo spesso mostrano una spaventosa deriva etica e politica della società. Frequento poco i social network, invasi da una micidiale combinazione di ignoranza e arroganza che fa prosperare l'insieme di disinformazione, misinformazione e malinformazione noto come information disorder. 
Devo coltivare tutto quello che mi porta serenità: ho bisogno di dormire e riposare tanto, stare con Renato, sprofondare nel pelo morbido dei gatti, mangiare bene, giocare, rilassarmi, respirare a fondo, gestire liberamente il mio tempo. Mi servono leggerezza, buona musica, audiolibri, solitudine, luce, bellezza e magia.
Arrivata a questo punto delle mie riflessioni, ieri sera mi sono addormentata più tranquilla e piena di buoni propositi.


Quando stamattina mi sono svegliata e sono andata in bagno, la mia pipì era piena di sangue.
La mia MMG fa parte di un gruppo che garantisce la presenza di un medico anche il sabato mattina: sono andata in ambulatorio e ho vinto antibiotico, ecografia addominale urgente ed esami delle urine.
E tanti cari saluti ai buoni propositi per una vita serena.


Photo credits: Pixabay

sabato 17 febbraio 2024

Non siamo soli

Nelle ultime settimane avevo avuto qualche episodio di crampi addominali e vomito, dovuti a irregolarità intestinali che avevo attribuito a un maggiore utilizzo di oppiacei nei giorni precedenti a causa di attacchi di elettroformiche particolarmente prolungati. Invece mercoledì sera, quando i crampi si sono ripresentati, mi hanno lasciata perplessa, oltre che parecchio dolorante, perché non era successo nulla che potesse giustificarli. Ho passato una brutta notte, ma giovedì mattina stavo meglio; mi sono comunque prudentemente limitata a una dieta leggerissima e quasi liquida, minestrone passato poco denso e yogurt bianco. Alla sera, ho azzardato anche mezza fetta di pane integrale, un pezzettino di formaggio, mezzo bicchiere di latte e un pan brioche, ma dopo qualche ora i crampi sono tornati, questa volta fortissimi, e ho vomitato tutto.


Poco prima delle quattro del mattino, ho svegliato Renato e gli ho chiesto di portarmi al pronto soccorso, perché non riuscivo più a gestire il dolore.
In ospedale mi hanno fatto subito un prelievo di sangue e alcune flebo di antidolorifico e antiemetico per fermare il vomito. Dopo una visita ed altri esami, più o meno invasivi e fastidiosi di cui preferisco evitare la descrizione dettagliata, hanno concluso che non c'erano segni di occlusione, ma un transito intestinale particolarmente lento che aveva provocato alcuni accumuli. Dopo qualche ora, l'intensità, la durata e la frequenza dei crampi si erano ridotti e mi hanno dimessa poco prima delle otto.
Avevo appuntamento venerdì mattina per le analisi del sangue che aveva richiesto l'oncologa per riprogrammare la chemioterapia, ma l'ho annullato, dato che le analisi fatte in pronto soccorso comprendevano tutti i parametri necessari ed erano anche discrete, con un deciso miglioramento dei valori che avevano impedito la terapia la settimana precedente: confermata l'infusione martedì prossimo.

A casa, ho tentato di prendere una tisana di finocchio in cui avevo sciolto il lassativo, ma dopo due sorsi sono tornati i conati di vomito e ho dovuto rinunciare, con un po' di preoccupazione perché la disidratazione non avrebbe certo aiutato il mio intestino.
Dato che nausea e dolore tornavano con il movimento, mi sono messa a letto, ferma e zitta, e dopo un po' sono riuscita a prendere sonno. Quando mi sono svegliata, era ormai pomeriggio e la situazione era migliorata abbastanza da consentirmi di finire la tisana di finocchio e di bere, poco per volta, anche un succo di frutta. Me ne sono rimasta buona a letto tutto il pomeriggio e alla sera ho mangiato uno yogurt.
Nel frattempo però le elettroformiche avevano deciso di partecipare alla festa: non volevo prendere altri analgesici per non rallentare di nuovo l'intestino, quindi non c'è stato verso di prendere sonno fin dopo le tre di notte, quando il sonno ha prevalso sul dolore.

Oggi sto meglio, ma aleggiano ancora un'ombra di dolore addominale e un filo di mal di testa che mi fanno pensare che non sia ancora tutto risolto, quindi continuo con la dieta liquida e leggerissima.
Questa continua gestione di emergenze sta diventando estenuante, sia per me che - forse ancora di più - per Renato.


Ma non siamo soli.
Anche in questa occasione, abbiamo persone straordinarie che ci stanno vicine e si spendono per aiutarci e sostenerci in ogni modo, rendendo un po' più lieve questo cammino tanto faticoso. 
La lista sarebbe lunghissima, ma oggi in cima ci sono tre nomi: grazie davvero di cuore, voi sapete perché.





martedì 13 febbraio 2024

Una finestra su altri mondi

Oggi avrebbe dovuto essere giorno di chemioterapia, ma le analisi non sono buone, l'oncologa ha preferito darmi un'altra settimana di recupero. Venerdì rifarò il prelievo e, se ci sarà un miglioramento, martedì prossimo farò l'ottava infusione.


La paralisi del nervo facciale continua a migliorare, oggi riesco a sollevare lievemente la parte sinistra del labbro superiore e ormai per bere non ho più bisogno della cannuccia, che nei primi giorni mi era necessaria per evitare di sbavare come un cane affamato.


Rimangono però le limitazioni legate alla mobilità ridotta della palpebra sinistra: l'occhio non vede benissimo, si stanca facilmente e devo fare attenzione a mantenerlo umido.

Come avevo accennato in un post precedente, questa nuova magagna mi ha avvicinato agli audiolibri, che non avevo mai esplorato prima. Nelle ultime settimane ne ho ascoltati una dozzina tra quelli disponibili gratuitamente, apprezzando in particolare l'eccellente qualità proposta dal programma di Rai3 Ad alta voce, mentre ne ho subito abbandonati un paio, trovati altrove, a causa di fastidiosi errori di dizione dei lettori. 


Ho sempre amato il momento di iniziare un nuovo libro, quando scelgo quello che ritengo più adatto per l'umore del momento e apro una finestra su altri mondi, reali o fantastici, su altre epoche, passate o future, su altre vite e altre storie. 
Ieri sera, quando è arrivato il momento di selezionare un nuovo titolo, avendo ormai esaurito quelli gratuiti che mi interessavano, mi sono decisa ad attivare il periodo di prova gratuita di Audible, il servizio di contenuti audio di Amazon, che ha un catalogo ricchissimo. 


Ho già selezionato alcuni titoli interessanti e prevedo che trasformerò il periodo di prova in abbonamento, perché quando un bel libro è letto bene, diventa splendido. E anche perché questa modalità mi permette di mettere insieme libri e videogiochi, due cose che adoro e che così riesco a fare contemporaneamente.

Ora chiedo la vostra collaborazione per suggerirmi titoli e/o autori per aiutarmi a scegliere in questa sterminata biblioteca virtuale.
Tenete presente che ho bisogno di leggerezza: niente saggi, solo romanzi o racconti, con stile semplice e scorrevole, capaci di generare sorrisi, riflessioni, curiosità, commozione... o anche soltanto il piacere di una storia raccontata bene: scatenatevi!

credits: Pixabay