mercoledì 30 settembre 2009

Inquietudine

Ieri ho fatto la risonanza magnetica.
In occasione di questo controllo sono più in ansia del solito, probabilmente a causa delle tante analogie con quello di due anni fa, quando è stata scoperta la recidiva: stesso periodo dell'anno, stesso intervallo di tempo dall'intervento, stessi fastidi all'ascella sinistra... e in più il residuo di preoccupazione dei controlli di maggio-giugno, con quei linfonodi ingrossati.
Probabilmente sono solo fisime, ma questo riesco a dirlo solo a livello razionale. Più in profondità, dove le emozioni non sono controllabili, si evidenzia la preoccupazione: nell'ultima settimana il mio sonno è stato spesso agitato, con sogni sgradevoli dai quali mi svegliavo a disagio.

Ieri mattina sono arrivata in ospedale tesa come se avessi dovuto affrontare un esame a scuola, anche se poi il rituale ormai consueto del controllo mi ha tranquillizzata: il camice, l'ago nel braccio per il mezzo di contrasto, i tappi nelle orecchie.
Come sempre, quando il lettino si è infilato nel tunnel della risonanza magnetica ho chiuso gli occhi: non ho mai sofferto di claustrofobia, ma l'idea di trovarmi dentro a un tubo mi risulta sgradevole. Con gli occhi chiusi e con la corrente di aria fresca che molto opportunamente viene fatta scorrere nel tunnel, posso pensare di trovarmi su un prato di montagna o in riva al mare.

Finito l'esame, sono tornata nello spogliatoio per togliere il camice e rivestirmi, ma... sorpresa!
Braccia, petto, schiena, collo e spalle erano coperti di macchie rosse, simili ad una scottatura solare: reazione al mezzo di contrasto? Al Buscopan che mi avevano dato per "tenere fermo" l'intestino durante l'esame? Mah... le altre volte mi avevano iniettato le stesse cose ma non era successo niente. Ci mancherebbe solo che diventassi allergica anche ai prodotti per la risonanza, oltre a quelli per la TAC!
Per fortuna la pelle non bruciava nè prudeva e le macchie se ne sono andate da sole, senza altre conseguenze, anche se per prudenza il personale della radiologia mi ha fatto aspettare in sala d'attesa per un paio d'ore, fino a che non sono scomparse completamente.

Adesso ancora attesa, fino a giovedì 8, quando andrò a ritirare l'esito della risonanza e a fare le visita.
C'è di buono che oggi, dopo 8 ore di docenza a Mestre, sono così stanca che stanotte probabilmente dormirò come un sasso!

martedì 15 settembre 2009

Non dire gatto se non l'hai nel sacco!

Sembra che la forma originale del proverbio fosse Non dire quattro se non l'hai nel sacco e sia nata dalla storia di una persona che mentre stava donando a un frate questuante delle pagnotte, le contava prima di metterle nel sacco del religioso: "uno... due... tre... quattro..."; sfortunatamente la quarta forma di pane le scivolò di mano e cadde per terra dove fu prontamente acchiappata da un cane che se la portò via.

La versione con "gatto" al posto di "quattro" pare sia nata da una storpiatura di Giovanni Trapattoni, che riscosse tanto successo mediatico da superare per popolarità la versione originale, anche perchè ha una certa credibilità (provate ad infilare un gatto in un sacco...) ed un significato di più immediata comprensione.


Ma sto divagando...

La menopausa precoce per me è arrivata a dicembre 2007, provocata dalla chemioterapia che ha danneggiato la funzionalità riproduttiva e dalla radioterapia che ha "bruciato" le ovaie. L'asportazione delle ovaie eseguita durante l'intervento chirurgico di marzo 2008 è stata solo una conseguenza di una situazione già irreparabilmente compromessa.
La menopausa ha indubbiamente diversi vantaggi, perchè libera la donna dal fastidio del ciclo mestruale e dalla relative schiavitù fatte di assorbenti igienici, dolori addominali, mal di testa e altri disturbi.
Ma è una libertà che si paga.

Prima di tutto con l'infertilità, che è sicuramente una cosa giusta quando l'età priva il corpo e la mente dell'energia e dell'elasticità necessarie per la gravidanza e la maternità, ma diventa una condanna se arriva troppo presto, quando il progetto di un figlio avrebbe ancora potuto concretizzarsi.


L'interruzione della produzione degli ormoni ovarici ha anche alcuni effetti collaterali, che possono essere più o meno marcati per ogni donna: perdita di densità ossea e conseguente rischio di osteoporosi, vampate di calore e sudorazione, tachicardia, sbalzi di umore, insonnia, ansia.
Sono disturbi che in genere si evitano con la terapia ormonale sostitutiva, ma sia l'oncologo che il ginecologo oncologico nel mio caso hanno sconsigliato questa soluzione, a meno che non si renda assolutamente necessaria per contrastare l'osteoporosi.


Da questo punto di vista finora mi è andata bene.
La densitometria fatta a dicembre dell'anno scorso, a un anno di distanza dall'inizio della menopausa, mostrava una situazione delle ossa nella media, normale per la mia età. Naturalmente sarà da ripetere ad intervalli regolari, ma constatare che l'impatto iniziale non è stato devastante è già una buona notizia.
Non ho subito particolari effetti psicologici, o almeno non mi pare (forse Renato e mia madre potrebbero dare un parere più oggettivo) e continuo a dormire saporitamente: anche se la pressione sulla vescica esercitata dalla "palla" di liquido nell'addome mi costringe ad alzarmi una o due volte per notte per andare in bagno, poi mi riaddormento subito.
Mi piace pensare di essere particolarmente imperturbabile, di avere una serenità ed una resistenza all'ansia superiori alla media, ma forse è solo fortuna.


Invece le vampate di calore, con il loro corollario di sudorazione e tachicardia, non mi hanno risparmiata: ondate di calore intenso che improvvisamente invadono testa, collo, spalle e schiena, talvolta talmente intense da inzupparmi di sudore, e spesso accompagnate da un forte abbassamento di pressione che il cuore cerca di compensare aumentando la frequenza.


Per circa il 90% delle donne le vampate durano tra i sei mesi e i due anni dall'inizio della menopausa, ma comincio a temere di appartenere all'altro 10%, perchè sono già passati 21 mesi e non vedo ancora la fine di questo disturbo.

Un paio di volte mi ero illusa che avessero finalmente iniziato a risparmiarmi, prima ad aprile di quest'anno, poi il mese scorso. Si erano diradate, soprattutto durante il giorno, sembravano ormai limitate ai momenti in cui la temperatura corporea si modifica per entrare o uscire dal sonno, cosa tutto sommato accettabile, soprattutto da quando ho iniziato ad usare le magliette supertraspiranti di Decathlon al posto della giacca del pigiama, evitando così di dovermi alzare durante la notte per cambiarmi la canottiera bagnata di sudore.
Alla fine di aprile, dopo circa tre settimane di tregua iniziavo quasi a cantare vittoria... invece con l'inizio di maggio sono tornate a piena potenza a tutte le ore del giorno, talvolta così intense da darmi la nausea.

Anche in Islanda durante il giorno si sono fatte sentire poco, complice probabilmente la temperatura decisamente più fresca, ma al ritorno sono tornate ai livelli precedenti.
Mi pare che rispetto allo scorso anno la situazione sia migliorata, o forse è subentrata l'abitudine, che me la fa sopportare più facilmente. I due anni non sono ancora trascorsi, posso ancora sperare di far parte di quel fortunato 90% e che questo fastidio sia prossimo alla fine.

Anche le formiche del prosciutto qualche volta mi hanno fatto credere di essersi estinte, per poi tornare in forze a rosicchiarmi la coscia, soprattutto quando cambia il tempo come in questi giorni. Proprio ieri sera, dopo un paio di settimane di tregua quasi totale, un assalto particolarmente feroce mi ha lasciato piegata in due per un paio di minuti, e anche oggi le care bestiole si sono fatte sentire diverse volte, anche se solo per pochi secondi.

Insomma, sembra che non sia il caso di farsi illusioni sul definitivo superamento dei postumi delle terapie. Ma, per tornare ai proverbi, finchè c'è vita, c'è speranza!

venerdì 4 settembre 2009

Ciclo continuo

Siamo già in settembre!
Sembrano passati pochi giorni dagli ultimi controlli, da quel periodo di incertezza in attesa di un responso sui linfonodi inguinali, ed è già quasi ora di ricominciare.

La visita oncologica è fissata tra poco più di un mese, ma prima bisogna fare la risonanza magnetica, e prima ancora le analisi del sangue... La prossima settimana devo andare dalla dottoressa a richiedere le impegnative e a farmi firmare il consenso per l'uso del mezzo di contrasto per la risonanza, e fra un paio di settimane si riparte con i controlli.
In realtà l'ingranaggio non si è mai fermato, ormai sembra un ciclo continuo di controlli, visite, esami... Per me che prima passavo anni senza vedere nemmeno il medico di base è una sensazione di schiavitù, oltre che un enorme dispendio di tempo.
A fine luglio ho avuto la visita fisiatrica per il problema del gonfiore alla gamba destra: le liste d'attesa per i trattamenti di fisioterapia sono lunghe, ma prima o poi mi chiameranno per fare un ciclo di linfodrenaggi.

Ieri invece sono stata dal cardiologo perchè da qualche mese mi capitano piuttosto spesso episodi di cardiopalmo, sento il cuore battere con forza, quasi un rimbombo nella cassa toracica che sale fino in gola per un paio di minuti, soprattutto quando mi metto in posizione distesa. Alcune volte sono collegati alle vampate di calore e quindi giustificabili con l'improvviso calo di pressione dovuto alla dilatazione dei vasi sanguigni, che il cuore compensa aumentando la frequenza, ma spesso arrivano da soli, apparentemente senza alcun motivo.
Mi hanno fatto un elettrocardiogramma standard e poi un altro mentre il medico mi massaggiava il collo in corrispondenza delle carotidi, per verificare se ci fosse alterazione del ritmo cardiaco. Poi mi hanno misurato la pressione ed auscultato il cuore da varie posizioni e alla fine il cardiologo ha concluso che non c'è niente di patologico e che le palpitazioni sono di origine emotiva, una reazione allo stress legato al lavoro o alle vicende quotidiane.
Non mi ha convinto: quando ti sei sentita dire per due volte che hai il cancro, non sono molte le cose che possono metterti in agitazione al punto da scatenare una reazione psicosomatica; per di più, questi episodi si verificano di solito in situazioni di assoluto relax, mentre leggo prima di addormentarmi o quando guardo la TV distesa sul divano.
Ho tentato di spiegarlo al cardiologo, ma mi è sembrato che mi avesse già classificato come persona emotiva: quando gli ho detto di aver avuto uno di questi episodi anche appena mi sono stesa sul lettino, l'ha attribuito all'agitazione di trovarmi in un ambulatorio medico ed ha confermato la sua diagnosi. Io però non mi sentivo per niente agitata... mah!

È vero però che gli ultimi controlli non mi avevano completamente tranquillizzata, è rimasta una punta di sospetto che l'ingrossamento dei linfonodi potesse avere qualche causa patologica.
Ma fin dall'inizio di luglio avevo deciso che era inutile stare a rimuginarci sopra: mi avevano dato "libera uscita" fino a settembre, e libertà sarebbe stata.

Il viaggio in Islanda (di cui ho iniziato a pubblicare il resoconto nel secondo blog) era un sogno coltivato da troppo tempo per permettere a qualsiasi preoccupazione di rovinarmelo e in effetti durante le due settimane di vacanza i miei pensieri sono stati completamente rapiti dagli insoliti e straordinari spettacoli della natura di questa terra affascinante.