mercoledì 22 aprile 2015

Pensieri di viaggio sparsi

Prima di partire, un momento di panico quando ho pensato che il mio orologio da polso fosse rimasto indietro. Invece no: era avanti l'orologio del cellulare.

In treno verso Roma, pensando che i treni ad alta velocità forse non sono tanto male come sostengono i no-TAV. Che poi vorrei vedere se loro per andare da Venezia a Roma prendono i regionali o anche solo l'intercity, che ci mette quasi sei ore anziché tre ore e mezza. Però dopo Bologna ci sono così tante gallerie che è tutto un tappa-stappa-orecchie.

Uno scorcio di panorama straordinario, dalle parti di Arezzo: un dedalo di canyon che si intersecano tra decine di creste di terra e roccia e in mezzo, come un gioiello, un piccolo bosco di alberi bianchi. Se qualcuno riconosce la descrizione e mi sa dire che posto è, gliene sarò grata.

L'arrivo puntualissimo a Roma e - come ogni volta - la sensazione di tornare a casa.

Scoprire che il man-watching in metropolitana nell'era dello smartphone è decisamente poco interessante: tutti trafficano con il cellulare.

L'accoglienza festosa degli zii.

La solitudine di tre notti senza gatti sul letto.

Lo sciopero dei mezzi pubblici di venerdì 17 e il tragitto da Largo Colli Albani alla Stazione Termini (passando per il Colosseo) sardinata sul bus n° 85. Per arrivare a via Cavour ci ho impiegato lo stesso tempo di Ziacris e il Ferrari. Solo che loro partivano da Bologna e io da Cinecittà.
 

La scoperta che anche a Roma ci sono tanti alberi di arance.

I tonnarelli cacio e pepe e il carciofo alla giudìa.

A spasso per i Fori Imperiali con Ziacris e il Ferrari. Davanti al Foro di Augusto c'è una tribuna e Ziacris si chiede per quale spettacolo sia stata eretta. "È per gli umarells!"* risponde il Ferrari. Io mi rotolo dalle risate.
*umarells: in bolognese, pensionati da cantiere, anziani che passano il tempo a guardare - e commentare - i lavori in corso

L'emozione che sale a ogni passo che ci avvicina al PalaExpo.

L'abbraccio con ZdW.

Due nane con sorrisi che illuminano il mondo e ognuna di loro è un po' di Anna e un po' di Angelo e il cuore si stringe e si allarga insieme.

L'incontro con Rosie, Romina e Giorgia.

Le parole di Anna, le foto di Anna, i ricordi di Anna. E le lacrime che rotolano giù davanti a tre paia di occhi chiari, al sogno di una mamma di veder crescere le sue figlie, a quella promessa di stare insieme per la vita.

Il rinfresco sulla terrazza dell'hotel Exedra che diventa un mini-raduno di Oltreilcancro.

Sabato la metro finalmente funzionante. Piazza Barberini. Ma quanto è bella Roma?

Salire al Colle. Letteralmente, lungo via delle Quattro Fontane; zoppicando un po' per via della sciatica, ma sempre di buon passo.

Matisse alle Scuderie del Quirinale.

Ehm... non quel Matisse, ma questo:
 

La vista stupenda dalla vetrata del museo. L'ho già detto quanto è bella Roma?

Ancora a spasso e a chiacchiere con Rosie, Ziacris e relativi consorti.

Un'allegro raduno di cugini romani di prima e seconda generazione. E la tenerezza di un tatuaggio con le iniziali dei propri fratelli.

In viaggio verso casa, con la signora sul sedile di fronte che decide di togliersi le scarpe proprio mentre azzanno con entusiasmo i panini che mi ha preparato la zia per il viaggio.

Il cambio treno a Mestre, realizzando che tra una splendida-giornata-di-primavera-a-Roma e una splendida-giornata-di-primavera-a-Mestre ci sono almeno cinque gradi di differenza ed è meglio mettersi la giacca.

I fumatori stupidi. Che già il fatto di fumare non depone a favore della loro intelligenza, ma se ti soffiano pure il fumo addosso e poi gettano i mozziconi di sigaretta a terra, sono completamente deficienti.

L'arrivo a casa, di nuovo tra le braccia del mio amore e tra le zampe dei miei felini. Con il Ciccio guest star sul letto per festeggiare il mio ritorno.