giovedì 27 settembre 2007

Attesa

Sto cercando di gestire la situazione dal punto di vista pratico, forse è anche un modo per non pensare troppo alla malattia: ho avvertito subito amici, parenti e clienti, anticipando che c'è un problema e che darò notizie più complete dopo la visita oncologica.


Mi trovo in un periodo di lavoro molto intenso: sono un libero professionista, mi occupo di consulenza organizzativa per la certificazione ISO 9001, e tra settembre e ottobre ho quattro clienti in fase di rinnovo della certificazione, praticamente sono in giro per aziende tutti i giorni.
Sicuramente l'impegno lavorativo è stato un aiuto per non pensare troppo alla malattia, anche se le occasioni di riflessione non mancano mai: durante gli spostamenti in auto, alla sera prima di addormentarsi, nuotando in piscina...
Immagino i possibili scenari e cerco di prepararmi ad affrontarli.

L'attesa è la cosa peggiore: devo aspettare il colloquio con l'oncologo per sapere cosa fare e nel frattempo posso fare solo congetture.
Finalmente stamattina la visita oncologica... solo per sentirmi dire che il caso deve essere discusso in una riunione multidisciplinare che si terrà la settimana prossima; mi contattateranno per farmi sapere.
Ancora una settimana di attesa...

Ma nel frattempo mi faccio l'ultima immersione della stagione, alla riserva marina di Miramare.

giovedì 20 settembre 2007

Recidiva

Dopo l'intervento è iniziato il follow-up: analisi del sangue e TAC torace e addome con mezzo di contrasto a maggio, agosto e novembre 2006 poi, visto che tutto andava bene, allungamento dell'intervallo fino ad aprile 2007, con ecografia al posto della TAC.

Soluzione, quest'ultima, particolarmente gradita perchè il mezzo di contrasto utilizzato per la TAC mi creava problemi sempre più fastidiosi: le prime volte tachicardia e un poco di affanno, poi l'affanno si è via via trasformato in difficoltà respiratorie sempre più pesanti, al punto che nell'esame di novembre il radiologo mi aveva dovuto iniettare d'urgenza un antiallergico e aveva poi consigliato un trattamento preliminare a base di cortisone prima delle prossime TAC.


A luglio del 2007 ho cominciato ad avvertire un fastidio all'ascella sinistra: in un'altra situazione l'avrei ignorato, ma considerati i precedenti ho pensato che fosse meglio riferirlo alla mia dottoressa, che mi ha prescritto prima una radiografia, da cui non sono risultate anomalie, poi un'ecografia, anch'essa negativa.

Rassicurate, ma non del tutto, abbiamo ritenuto opportuno anticipare di un mese la TAC e la visita oncologica, che erano previste per fine ottobre.



In primavera avevo fatto il corso Open Water Diver e ottenuto il brevetto per le immersioni subacquee e dal 28 ottobre al 4 novembre avevo prenotato una vacanza a Hurgada con il Gruppo Sommozzatori: ho pensato che l'anticipo dei controlli mi avrebbe consentito di partire con maggiore tranquillità e di godermi una splendida vacanza in mezzo a centinaia di pesci colorati...


Errore!

La TAC del 14 settembre ha rilevato una massa di circa 5cm di diametro nella zona pelvica, in prossimità della vescica e dell'utero: il tumore si era riformato.
Ho ritirato oggi l'esito: leggendo il referto avevo già cominciato a rallegrarmi perchè nella zona ascellare non c'era nessuna anomalia, poi sono arrivata alla parte relativa all'addome e il sorriso si è spento.


Renato, il mio compagno, era con me: proprio oggi avevamo deciso di incontrarci davanti alla clinica, ritirare le analisi e pranzare insieme. Senza dirlo, probabilmente entrambi avevamo pensato di poter festeggiare un altro esito favorevole, invece ci siamo trovati al tavolo di una trattoria a parlare di terapie e di intervento... e del viaggio a Hurgada che sfumava!

domenica 2 settembre 2007

2005 - 2006: antefatto

Sono nata nel gennaio del 1969 e per i primi 36 anni della mia vita ho goduto sostanzialmente di buona salute.

Ho sofferto di alcune comuni malattie: il morbillo, la varicella (a 26 anni!), qualche malanno di stagione e qualche infortunio da gioco e da sport, ma tutto sommato mi sono sempre considerata una persona sana.

Nell'estate del 2005 ho cominciato improvvisamente a soffrire di acidità e bruciori di stomaco.

Il mio medico di base, una dottoressa, ha considerato subito con attenzione il problema, sapendo che non ne avevo mai sofferto in passato.

Una prima serie di analisi ed esami (gastroscopia, ricerca Helicobacter Pylori) eseguita tra settembre ed ottobre ha evidenziato un'esofagite da reflusso, ma senza individuarne la causa; intanto il disturbo continuava, accompagnato da gonfiore addominale.

Alla fine di novembre è stata fatta un'ecografia addominale: la gastro-enterologa ha dichiarato che lo strato di grasso impediva una buona visualizzazione degli organi interni, che non mostravano comunque alterazioni significative, e ha identificato nel sovrappeso la causa di tutti i miei disturbi, consigliandomi di dimagrire, consiglio senza dubbio ottimo, visto che pesavo 97kg per 163cm di altezza.


Mi sono impegnata a seguirlo iniziando un programma di regolare attività fisica e diminuzione delle calorie che mi ha portato a perdere 4kg nel mese di dicembre.

Però stavo sempre peggio, il gonfiore aumentava, insieme a difficoltà digestive e senso di pesantezza. Un farmaco teneva sotto controllo i bruciori, ma niente sembrava efficace contro gli altri sintomi.

Alla fine di febbraio 2006 avevo perso altri 4 kg e qualsiasi movimento mi provocava nausea e difficoltà di respirazione.


La mia dottoressa mi ha consigliato una visita specialistica da un gastro-enterologo: l'appuntamento era per l'inizio di aprile, ma a metà marzo la situazione si è aggravata, con una febbre persistente.

Un set completo di analisi del sangue, che includeva anche i principali marcatori oncologici, ha evidenziato solo una forte infiammazione, ma a quel punto la dottoressa era preoccupata e ha chiesto allo specialista di anticipare la visita.


Era venerdì pomeriggio; il gastro-enterologo, gentilissimo, mi ha ricevuta il sabato mattina e dalla sola esposizione verbale dei sintomi ha ipotizzato la presenza di una formazione addominale, probabilmente una cisti ovarica.

La palpazione dell'addome ha confermato la presenza di una enorme massa, la cui dimensione richiedeva un intervento di asportazione in tempi brevi.

Lo specialista ha disposto il ricovero per il lunedì successivo e l'esecuzione di una serie di indagini per determinare con sicurezza la natura della massa.


La TAC ha rivelato la presenza di una formazione che occupava l'intera cavità addominale, l'ecografia, eseguita evidentemente da uno specialista più preparato di quello di novembre, ha indicato che si trattava probabilimente di un liposarcoma retroperitoneale, un tumore maligno dei tessuti molli.

L'intervento di asportazione è stato eseguito il 30 marzo 2006 ed è durato 4.5 ore: mi hanno asportato una massa di 40x30x13cm del peso di circa 7,4kg.


Il decorso post-operatorio è stato buono, anche se non particolarmente divertente, soprattutto quando qualche parte del mio corpo ha deciso che i residui dell'anestesia andavano espulsi dalla bocca e quando mi è venuta la tosse: quando hai un taglio di 30cm sulla pancia, vomitare e tossire sono attività estremamente dolorose.


Dopo una decina di giorni sono tornata a casa, ancora piuttosto debole ma in continuo miglioramento.

La convalescenza è durata circa un mese, dopodichè ho ripreso tutte le mie normali attività, incrementando anzi l'attività fisica per velocizzare il recupero e combattere i dolori alla schiena che sono stati la conseguenza più fastidiosa e prolungata dell'intervento.

L'esame istologico ha confermato la diagnosi dell'ecografista: liposarcoma di grado tre (in una scala da uno a tre). Si tratta di un tumore raro, in particolare nei pazienti giovani, abbastanza aggressivo e con tendenza alle recidive.

Mi sono rivolta ad un oncologo, che mi ha indirizzato al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (http://www.cro.sanita.fvg.it/) dove esiste un gruppo specialistico che si occupa di sarcomi.


Mi hanno detto che i protocolli standard prevedono la radioterapia prima e dopo l'intervento chirurgico, ma nel mio caso il tumore era troppo grande, era stato necessario intervenire urgentemente e ora sarebbe stato impossibile irradiare tutto l'addome.

La chemioterapia post-operatoria con questi tumori non risulta particolarmente utile per prevenire le recidive, quindi si è stabilito di monitorare la situazione con frequenti controlli e di intervenire solo se il tumore si fosse riformato.