martedì 8 novembre 2022

Prericovero

Il prericovero è stata una faccenda lunga e faticosa.

Avevo messo la sveglia alle cinque e mezza, ma le elettroformiche fantasma, sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, hanno pensato bene di svegliarmi poco dopo le quattro. 
Partenza alle sei e mezza e arrivo in ospedale a Padova poco dopo le sette e mezza, con largo anticipo per avere tempo di trovare parcheggio. Pensavo che a quell'ora sarebbe stato semplice, invece erano già tutti occupati e c'erano alcune auto in attesa, ho dovuto aspettare circa un quarto d'ora, ma alla fine si è liberato un posto anche per me, proprio lo stesso dell'ultima volta, il migliore possibile, vicino all'ingresso.
La rampa di accesso al Policlinico era chiusa per lavori, bisognava percorrere una discesa abbastanza ripida fino al seminterrato e da lì prendere un ascensore.
Seguendo le indicazioni ricevute ho raggiunto facilmente il reparto di chirurgia toracica, al primo piano del Policlinico, dove una delle segretarie (credo quella con cui avevo parlato al telefono, ma non sono sicura) mi ha dato le istruzioni per la giornata:
  1. scendere al day hospital di pneumologia per la spirometria
  2. spostarsi al centro prelievi di via San Massimo per prelievi ed elettrocardiogramma
  3. fare colazione
  4. tornare in chirurgia toracica per il colloquio con il chirurgo, in tarda mattinata
  5. rimanere in chirurgia toracica per il colloquio con l'anestesista, nel pomeriggio
In realtà il mio programma era un po' più complicato, perché dovevo infilarci anche il tampone in vista del ricovero di mercoledì e già che ero lì, volevo fare un salto a chiedere se era pronta la copia della cartella clinica del ricovero per la broncoscopia.
  1. ritirare le prenotazioni in chirurgia toracica
  2. scendere al day hospital di pneumologia per la spirometria
  3. passare in pneumologia a ritirare l'impegnativa per il tampone
  4. tampone al centro tamponi
  5. prelievi ed elettrocardiogramma al centro prelievi di via San Massimo
  6. colazione al chiosco davanti all'ingresso
  7. passaggio allo sportello cartelle cliniche
  8. tornare in chirurgia toracica per il colloquio con il chirurgo
  9. rimanere in chirurgia toracica per il colloquio con l'anestesista



Fate due conti di quanta strada ho dovuto fare, non c'è da stupirsi se adesso sono stanchissima. Per fortuna mi ero fatta accompagnare dalla zia - santa subito! - che mi ha aiutata a portare la documentazione e ha spinto la carrozzina nei tratti in salita.

Memore della precedente esperienza, ho chiesto di poter vedere uno dei bagni del reparto, per capire se fossero presenti tutti gli ausili necessari. Impossibile: non è consentito agli estranei l'accesso alle stanze dei degenti. Ma mi basta dare solo un'occhiata... No, niente da fare.
Idea!  


Non potreste farmi vedere una foto?
Detto, fatto: la segretaria è entrata in una delle stanze, armata di telefonino, e dopo un minuto mi ha mostrato le foto: WC rialzato con maniglioni su entrambi i lati, doccia a filo pavimento con sedile. Ci siamo.

Al punto 2 le prime sorprese: prima di tutto un prelievo arterioso dal polso per l'emogas analisi, piuttosto doloroso e simpatico come un riccio nelle mutande. Poi la spirometria non era quella semplice che conoscevo dalle visite di idoneità sportiva, ma quella globale, articolata su varie prove in condizioni di respiro diverse, più un test della diffusione alveolo/capillare.

Per arrivare in pneumologia ho fatto il giro per via San Massimo: dalla mappa non si vede, ma alcune zone sono rialzate e i collegamenti interni tra le aree ospedaliere a destra e a sinistra di via Giustiniani avvengono tramite sottopassaggi, con pendenze decisamente impegnative per la sedia a rotelle: il giro per via San Massimo è l'unico tragitto senza dislivelli.
Non che sia un percorso particolarmente comodo, tra irregolarità del fondo stradale e capolavori di inaccessibilità: niente rampe per salire o scendere dal marciapiede, peraltro interrotto da un'impalcatura che mi ha costretto a percorrere un tratto di circa 150 metri sulla strada, sperando di non essere investita dalle auto. E vorrei davvero incontrare il genio che ha collocato un cestino dei rifiuti in modo da occupare metà del marciapiede.

  

In pneumologia ho chiesto a che ora devo presentarmi mercoledì. Non si sa, mi chiameranno. Cioè due giorni prima non sai ancora se il ricovero è previsto al mattino o al pomeriggio? Capisco che l'organizzazione di ingressi e uscite sia complessa e con molti fattori di imprevedibilità, ma trovo poco rispettoso lasciare in sospeso i pazienti fino all'ultimo momento, dando per scontato che siano sempre a disposizione, come se il loro tempo non avesse alcun valore.

Al centro tamponi c'erano poche persone in coda, ho fatto in fretta, nonostante un imprevisto: ho scoperto di non avere con me la tessera sanitaria. Renato l'aveva presa qualche giorno fa per ritirare i miei rifornimenti di medicinali in farmacia e si era dimenticato di rimetterla a posto, nel mio portafoglio. Fortunatamente hanno accettato la carta d'identità elettronica.

Altre sorprese al punto 5: oltre alle analisi del sangue, era previsto anche l'esame delle urine e mi hanno consegnato il contenitore da riempire. A saperlo prima avrei potuto raccogliere il campione a casa, dove so come organizzarmi. In un bagno privo di piani per appoggiare il contenitore, mi ha salvato ancora una volta la presenza della zia. Santa subito l'ho già detto?
Mentre aspettavo il mio turno, ho dato un'occhiata all'elenco degli esami: fattori di coagulazione, parametri epatici e renali, glicemia, elettroliti, controllo del gruppo sanguigno, in caso dovessero servire trasfusioni, epatite, tampone retta... COSA?!? 
Ebbene sì: non solo mi hanno cavato il sangue, un sacco di provette, ma ho dovuto mettere a disposizione anche il mio posteriore. Devo riconoscere però che le infermiere sono state bravissime, sia quella che ha dei prelievi, che ha centrato perfettamente la vena, senza provocarmi ematomi, sia quella del tampone rettale, eseguito con grande delicatezza. 

Pausa rigenerante al punto 6, con un toast per rompere il digiuno, poi di nuovo verso il Policlinico. Sosta allo sportello cartelle cliniche, la mia non è ancora pronta, e ritorno in chirurgia toracica, dove un giovane specializzando ha raccolto tutte le informazioni relative alla mia storia clinica e mi ha illustrato l'intervento previsto.
Sarà asportato tutto il lobo medio destro. COSA?!?


Io pensavo che togliessero solo l'area del nodulo... 
Ma secondo il chirurgo non c'è da preoccuparsi, il lobo medio è piccolo, circa un quinto del volume del polmone, con una modesta perdita di funzionalità respiratoria che l'organismo sarà in grado di compensare, e potrò proseguire l'attività sportiva. Meno male!

Questo tipo di intervento viene di solito eseguito in toracoscopia, una tecnica poco invasiva che si esegue con tre tagli relativamente piccoli, richiede una degenza di 5/7 giorni e tempi di recupero contenuti.


Solo in rari casi, circa il 4%, questa metodica risulta insufficiente ed è necessario ricorrere alla toracotomia, con un taglio chirurgico molto più grande e l'apertura delle costole, ricovero più lungo e diversi mesi di convalescenza. Spero di rientrare nell'altro 96%.

Un paio d'ore di attesa, poi è toccato all'anestesista, anche lui un giovane specializzando, che ha raccolto informazioni, con particolare attenzione alle trasfusioni ricevute e alle precedenti reazioni alle anestesie (che si possono riassumere in due parole: nausea e vomito).
Mi ha poi spiegato le possibili tipologie di anestesia: anche da questo punto di vista l'intervento in endoscopia risulta più leggero, perché richiede tempi più brevi e permette l'utilizzo di procedure con meno effetti collaterali. Quel 96% appare sempre più attraente.

Concluso finalmente l'iter, abbiamo recuperato l'auto e siamo tornate a casa.
Nel complesso sono soddisfatta: la concreta possibilità di un intervento in endoscopia rende tutta la faccenda meno complicata di quanto temessi. Sono ovviamente consapevole che si tratta comunque di un intervento importante e c'è sempre la possibilità che qualcosa vada storto. 
Ma, ancora una volta, scelgo di sperare

6 commenti:

  1. Ti seguo da moltissimo Mia, ma commento pochissimo...sono anche vicinissima a Policlinico dove sarai ricoverata nei prossimi giorni! Incrocerò le dita per te e ti invierò pensieri positivi. Certamente non per i tuoi stessi motivi, ma ho avuto modo di essere paziente della struttura che ti ospiterà: lo sai già, ma te lo dico lo stesso: sei in ottime mani! In bocca al lupo, davvero!
    Sara

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  2. Dai mia tu sei forte e supererai anche questa anche io non sto tanto bene e sto facendo un sacco di esami sempre avanti😍😍😍

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  3. Ciao Mia! ti seguo silenziosa , mi fari ridere e riflettere, mi piace il tuo spirito positivo senza essere fintamente buonista. Io ho fatto il tuo stesso intervento a maggio per rimuovere due metastasi polmonari, a rileggerti ripercorro i miei pensieri, anche io speravo di essere nel 96% sono stata accontentata! Ti auguro il meglio

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  4. Come sempre sei bravissima e affronti da coraggiosa ed ottimista.
    Hai sempre la mia ammirazione!!! Mila

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