domenica 2 settembre 2007

2005 - 2006: antefatto

Sono nata nel gennaio del 1969 e per i primi 36 anni della mia vita ho goduto sostanzialmente di buona salute.

Ho sofferto di alcune comuni malattie: il morbillo, la varicella (a 26 anni!), qualche malanno di stagione e qualche infortunio da gioco e da sport, ma tutto sommato mi sono sempre considerata una persona sana.

Nell'estate del 2005 ho cominciato improvvisamente a soffrire di acidità e bruciori di stomaco.

Il mio medico di base, una dottoressa, ha considerato subito con attenzione il problema, sapendo che non ne avevo mai sofferto in passato.

Una prima serie di analisi ed esami (gastroscopia, ricerca Helicobacter Pylori) eseguita tra settembre ed ottobre ha evidenziato un'esofagite da reflusso, ma senza individuarne la causa; intanto il disturbo continuava, accompagnato da gonfiore addominale.

Alla fine di novembre è stata fatta un'ecografia addominale: la gastro-enterologa ha dichiarato che lo strato di grasso impediva una buona visualizzazione degli organi interni, che non mostravano comunque alterazioni significative, e ha identificato nel sovrappeso la causa di tutti i miei disturbi, consigliandomi di dimagrire, consiglio senza dubbio ottimo, visto che pesavo 97kg per 163cm di altezza.


Mi sono impegnata a seguirlo iniziando un programma di regolare attività fisica e diminuzione delle calorie che mi ha portato a perdere 4kg nel mese di dicembre.

Però stavo sempre peggio, il gonfiore aumentava, insieme a difficoltà digestive e senso di pesantezza. Un farmaco teneva sotto controllo i bruciori, ma niente sembrava efficace contro gli altri sintomi.

Alla fine di febbraio 2006 avevo perso altri 4 kg e qualsiasi movimento mi provocava nausea e difficoltà di respirazione.


La mia dottoressa mi ha consigliato una visita specialistica da un gastro-enterologo: l'appuntamento era per l'inizio di aprile, ma a metà marzo la situazione si è aggravata, con una febbre persistente.

Un set completo di analisi del sangue, che includeva anche i principali marcatori oncologici, ha evidenziato solo una forte infiammazione, ma a quel punto la dottoressa era preoccupata e ha chiesto allo specialista di anticipare la visita.


Era venerdì pomeriggio; il gastro-enterologo, gentilissimo, mi ha ricevuta il sabato mattina e dalla sola esposizione verbale dei sintomi ha ipotizzato la presenza di una formazione addominale, probabilmente una cisti ovarica.

La palpazione dell'addome ha confermato la presenza di una enorme massa, la cui dimensione richiedeva un intervento di asportazione in tempi brevi.

Lo specialista ha disposto il ricovero per il lunedì successivo e l'esecuzione di una serie di indagini per determinare con sicurezza la natura della massa.


La TAC ha rivelato la presenza di una formazione che occupava l'intera cavità addominale, l'ecografia, eseguita evidentemente da uno specialista più preparato di quello di novembre, ha indicato che si trattava probabilimente di un liposarcoma retroperitoneale, un tumore maligno dei tessuti molli.

L'intervento di asportazione è stato eseguito il 30 marzo 2006 ed è durato 4.5 ore: mi hanno asportato una massa di 40x30x13cm del peso di circa 7,4kg.


Il decorso post-operatorio è stato buono, anche se non particolarmente divertente, soprattutto quando qualche parte del mio corpo ha deciso che i residui dell'anestesia andavano espulsi dalla bocca e quando mi è venuta la tosse: quando hai un taglio di 30cm sulla pancia, vomitare e tossire sono attività estremamente dolorose.


Dopo una decina di giorni sono tornata a casa, ancora piuttosto debole ma in continuo miglioramento.

La convalescenza è durata circa un mese, dopodichè ho ripreso tutte le mie normali attività, incrementando anzi l'attività fisica per velocizzare il recupero e combattere i dolori alla schiena che sono stati la conseguenza più fastidiosa e prolungata dell'intervento.

L'esame istologico ha confermato la diagnosi dell'ecografista: liposarcoma di grado tre (in una scala da uno a tre). Si tratta di un tumore raro, in particolare nei pazienti giovani, abbastanza aggressivo e con tendenza alle recidive.

Mi sono rivolta ad un oncologo, che mi ha indirizzato al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (http://www.cro.sanita.fvg.it/) dove esiste un gruppo specialistico che si occupa di sarcomi.


Mi hanno detto che i protocolli standard prevedono la radioterapia prima e dopo l'intervento chirurgico, ma nel mio caso il tumore era troppo grande, era stato necessario intervenire urgentemente e ora sarebbe stato impossibile irradiare tutto l'addome.

La chemioterapia post-operatoria con questi tumori non risulta particolarmente utile per prevenire le recidive, quindi si è stabilito di monitorare la situazione con frequenti controlli e di intervenire solo se il tumore si fosse riformato.

9 commenti:

  1. come procede? anche mio marito si è ammalato di qs bestia..

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  2. Sono ancora qui, e questa mi pare già una buona notizia.
    Se prosegui con la lettura troverai gli aggiornamenti: c'è stata una recidiva, ma l'ho superata e ora... incrociamo le dita!

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  3. ti ammiro molto, se faccio delle ricerche trovo il tuo blog, mio marito si è ammalato come te al 4°mese era già in recidiva. un forte abbraccio pat

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  4. Ieri ho saputo di avere un tumore al seno. Non ce l'ho fatta a tenermelo dentro e l'ho sbloggato. Un commento anonimo mi ha portata qui da te.
    Ho iniziato a leggerti, ho letto qualche pagina, e quello che spero è di intraprendere il viaggio che mi aspetta con il tuo ottimismo e la tua autoironia.
    Mamigà

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  5. Credo che ottimismo ed ironia siano buoni compagni di viaggio, ma servono anche tanti amici: io ci sono ogni volta che ne hai bisogno (visto che siamo anche vicine)!

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  6. Ma :-O ho letto di dove sei... abitiamo a venti chilometri di distanza! E mio marito lavora alla centrale operativa lì a P., al 112... che coincidenza...
    Mamigà

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  7. Sì, quando ho visto sul tuo blog a quale ospedale ti sei rivolta ho immaginato che abitassi poco lontano: sarà più facile conoscerci di persona!

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