Da qualche anno abbiamo felicemente rinunciato ai cenoni di Capodanno in favore di tranquillissime serate domestiche. Se abbiamo tempo e voglia, ci prepariamo qualcosa di speciale per cena, altrimenti ordiniamo una pizza, poi ci stravacchiamo sul divano, in pigiama, a guardare un bel film. Se fa freddo, accendiamo il caminetto e ce ne stiamo buoni buoni ad aspettare la mezzanotte, più che altro per rassicurare i gatti quando iniziano i botti.
Niente ansia da "cosa fate a Capodanno?", niente drammi amletici davanti all'armadio per decidere cosa indossare o - peggio - davanti alle vetrine per decidere cosa comprare, niente corse da centometristi all'alba al banco del pesce per assicurarsi l'astice migliore, che per inciso non saprei nemmeno cucinare, niente tour de force per mettere a tavola cibo per cinquanta persone quando i commensali sono solo dieci.
Il nostro Capodanno è diventato 100% no-stress e ci piace molto. Quando la la sfiga non ci mette lo zampino...
COME DOVEVA ANDARE
31 dicembre: mattina in ufficio per me, per cercare di smaltire almeno una parte delle millemila cose che sono rimaste indietro in questi ultimi tre mesi di lavoro frenetico; spesa per Renato, con una lista che comprende, tra le altre cose, salmone affumicato e pane per tramezzini, guanciale, uova e tonnarelli freschi (indovinate?), cotechino e patate. Pranzo veloce preparato da Renato. Pomeriggio di svago e relax. Preparazione e consumo della cena. Spiaggiamento sul divano con film da scegliere in base all'ispirazione del momento. Chiusura anticipata dei balconi per ridurre al minimo il rumore dei botti e, di conseguenza, lo spavento per i felini. Auguri di mezzanotte e tutti a nanna.
1° gennaio: dormita ad libitum, seguita da pigramento generico. Eventuale pizza con amici o da soli sul divano.
COME È ANDATA
31 dicembre mi alzo distrutta e febbricitante, dopo una notte quasi completamente insonne. Renato mi accompagna dal medico, che oltre al certificato di malattia per il lavoro, mi prescrive farmaci contro nausea e diarrea. Sosta in farmacia per l'approvvigionamento.
Renato mi riporta a casa, si assicura che io sia sistemata comodamente sul divano, ben coperta, poi va al supermercato con una lista della spesa da cui sono stati tolti quasi tutti gli ingredienti originali, ma sono entrati grissini e prosciutto crudo (l'esperienza insegna!). Quando torna, il farmaco antinausea ha iniziato finalmente a fare effetto e io sto dormendo come un sasso sul divano. Senza far rumore, si chiude in cucina mette via la spesa e si prepara un solitario piatto di tortellini e una terrina di insalata. Quando mi sveglio, mi fa trovare un piatto con prosciutto crudo sgrassato e grissini, l'unica cosa che riesco a trattenere nello stomaco. Pomeriggio di intontimento e malessere generale. Cena con pane, prosciutto e farmaco antinausea per me, pasta con il sugo dello spezzatino per Renato. Alle 23:20 la febbre è salita di nuovo e mal di schiena e mal di testa hanno raggiunto il livello di guardia: raccomando a Renato di rassicurare i gatti e vado a letto. A mezzanotte iniziano i botti: Aki, terrorizzato e tremante, si nasconde sotto il divano; Gandalf, imperturbabile, sale sul tavolo e chiede da mangiare. Renato passa in camera a farmi gli auguri. Notte abbastanza tranquilla.
1 gennaio: al mattino io aggiorno la contabilità per il rendiconto dell'amministrazione di sostegno delle zie, Renato lava i vetri. Pranzo con poca pasta all'olio per me, pasta con sugo al peperoncino per Renato. Pomeriggio pigrotto, stomaco e intestino ancora sottosopra e qualche linea di febbre. Cena con riso e patate.
D'accordo il Capodanno alternativo, ma non così alternativo!
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