Quando sono andata a fare i prelievi per le analisi, un paio di settimane fa, mi sono organizzata nel solito modo.
Arrivo in ospedale verso le nove, poco prima che finisca la distribuzione dei numeri per i prelievi, innanzitutto perché odio svegliarmi presto, ma anche perché ho valutato che in questo modo il tempo di attesa è minore.
Nelle mattine in cui faccio i prelievi di solito evito di prendere appuntamenti di lavoro, quindi non ho l'esigenza di liberarmi presto. Di conseguenza, sarebbe inutile arrivare prima dell'alba per contendere uno dei primi numeri alla folla di pensionati che arriva lì alle sei e mezzo "per essere i primi", neanche si vincesse un premio. Che poi arrivando così presto bisogna comunque aspettare almeno un'ora prima che apra il laboratorio, e allora qual'è il vantaggio?
Arrivare all'orario di inizio dei prelievi è un mezzo suicidio: ci si trova davanti l'esercito di pensionati delle sei e mezza più una valanga di altre persone, per un totale che spesso arriva a superare i 200.
No, grazie. Tanto vale dormire un paio d'ore in più e prendere uno degli ultimi numeri. Raramente mi trovo davanti più di 70-80 persone, ma anche se fossero di più, nella peggiore delle ipotesi, il tempo di attesa sarà lo stesso e avrò comunque evitato una levataccia.
In ogni caso, almeno una mezz'oretta bisogna metterla in conto, e allora mi porto sempre un libro, per impiegare gradevolmente questo tempo.
Dicevo dell'ultimo prelievo.
Quando sul display è comparso il mio numero, mi sono presentata allo sportello. L'addetta, registrando l'impegnativa, mi ha segnalato che con il mio codice di esenzione, lo 048 delle patologie oncologiche, non era necessario prendere il numero e fare la coda, mi sarei potuta presentare direttamente allo sportello.
Nel periodo delle terapie ho fatto spesso ricorso all'accesso prioritario per i disabili perché avevo le difese immunitarie molto basse e dovevo limitare i contatti con altre persone. Anche nelle settimane subito dopo l'intervento ho sfruttato la priorità, perché avevo difficoltà a restare seduta. Insomma, quando ne ho avuto bisogno, non ho esitato a far valere i miei diritti.
Ma questa volta stavo bene, non c'era nessun motivo di passare davanti alle altre persone in attesa, la priorità non sarebbe più stata un diritto, ma un privilegio.
"Grazie", ho risposto. "Ma adesso non ne ho bisogno".
Questo post potrei averlo scritto io, paro paro. Uguale uguale. Ma le immagini così simpatiche no, non mi riesce di trovarle ;-)
RispondiEliminaEccezionale veramente, ma che bella che sei nelle vesti di quel robottino sulla passatoia rossa.
RispondiEliminaIo ripeto e ne sono sempre più convinta, tu hai sbagliato carriera lavorativa, ricordati che ne hai sempre un'altra, molto fantasiosamente illustrativa e piena di contenuti.
Bravissima
4p
a me capitava lo stesso in gravidanza. Avevo una panza che faceva provincia ma stavo benissimo, e godevo di un sacco di tempo libero a cui non ero abituata. Quindi non mi pesava fare le file (al supermercato, farmacia, posta etc) eppure tutti a farmi passare davanti... una volta all'ipercoop mi hanno COSTRETTA ad andare alla cassa per le gravide, e siccome io non volevo passare davanti a un vecchietto con nipotino ipercinetico nel carrello ho fatto la fila due volte, vabbè
RispondiEliminaBè direi che in una società dove prevalgono l'egoismo e la maleducazione, è rincuorante sapere che ci sono ancora persone come Te....e come Chi ha commentato prima di me. rita
RispondiEliminaQui a Roma hai diritto a non fare file solo con l'invalidità al 100%. E nel periodo in cui l'ho avuta evitavo di approfittare, anche perché mi sentivo molto più arzilla di tante altre persone che avrei superato :)
RispondiElimina@Mamigà: la ricerca e l'aggiustamento delle immagini mi portano via un sacco di tempo e ogni tanto mi chiedo se non farei meglio a dedicarlo a scrivere qualche post in più!
RispondiElimina4P: non vorrei prendermi meriti che non sono miei, la maggior parte delle immagini è copiaincollata da altri siti... che spero non vengano mai a rivendicarne il copyright!
@Trasparelena: mi hai fatto ricordare una signora agli ultimi mesi di gravidanza incontrata su di un autobus a Parma, tutti insistevano per cederle il posto a sedere, ma lei non voleva. Alla fine ha detto "Grazie a tutti, ma questo è il mio quinto figlio, ormai credo di avere imparato a capire se ho bisogno di sedermi oppure no!"
@Rita: per cambiare il mondo, bisogna cominciare da noi stessi; proviamoci tutti!
@Giorgia: credevo fosse così anche qui, mi parrebbe anche più sensato, sono rimasta sorpresa quando mi hanno detto che bastava il codice di esenzione 048. Mah, mi sa che ogni reparto si fa le sue regole...
Cerrto, ma la fantasiosa capacità di inserirli nei tempi e nei modi è tua.
RispondiElimina4p