giovedì 12 agosto 2010

Partenza!

Sono in VACANZA, sì, proprio scritto così, con tutte le lettere maiuscole.
Questa volta niente preparativi in anticipo, la valigia l'ho preparata domenica mattina perchè sabato ho lavorato fino all'una di notte per ridurre almeno un po' la montagna di cose da fare che avrei comunque dovuto lasciarmi alle spalle. Alla fine però si è rivelata una scelta saggia, perchè siamo partiti con tutta calma verso l'ora di pranzo e per tutto il viaggio ci siamo chiesti se non avessimo per caso sbagliato data, perchè non abbiamo trovato traccia dell'esodo estivo: strade libere e traffico praticamente inesistente. Un po' del nostro ce l'avevamo messo evitando quasi completamente le autostrade, ma non prendiamoci meriti che non ci competono: abbiamo semplicemente seguito le indicazioni del navigatore.
Viaggio tranquillo dunque, a parte il tratto del passo San Pellegrino, ma quello è solo un problema mio: le strade in forte pendenza mi creano un'ansia terribile, sono tesa, mi irrigidisco al punto che mi fanno male collo e schiena, ho sempre paura che l'auto non riesca a salire oppure che non riesca a fermarsi in discesa. È una paura irrazionale, non so da dove diavolo mi sia arrivata e saltabeccando in rete ho scoperto che ha addirittura un nome, si chiama batmofobia, e su una strada che arriva al 18% di pendenza, esplode in tutto il suo angosciante splendore. Pazienza, al mondo ci son cose peggiori, in fondo si tratta di razionalizzare e controllarsi, ce la posso fare, tanto prima o poi si arriva.
E dopo il San Pellegrino iniziano le Dolomiti più belle, quelle che mi fanno restare a bocca aperta davanti al finestrino della macchina.
Per raggiungere la nostra destinazione c'era ancora da superare il passo di Costalunga, ma la pendenza non è così terribile e si cominciano a vedere i favolosi panorami che accompagneranno tutto il nostro soggiorno, i massicci del Latemar e del Catinaccio e, più giù, il lago di Carezza, incastonato come uno smeraldo tra le montagne.
Ancora pochi chilometri, poi la voce di Oriano Ferrari/Marco della Noce che Renato ha scelto per il navigatore (fenomenale!) ci ha avvertito che "mo siamo arrivati nè, non ci avrei scommesso un cicciolo! La prossima volta però prendiamo il treno...".
Alla reception una gradevole sorpresa: mentre l'addetto procedeva alla registrazione, ci hanno invitati ad accomodarci ad uno dei tavoli esterni con un drink di benvenuto, come sempre per me rigorosamente analcolico.
Una breve visita guidata dell'hotel, molto grazioso e curatissimo, poi abbiamo sistemato i bagagli in camera e ci siamo fiondati ad inaugurare le piscine. Unica delusione, sono più piccole di come sembravano dalle foto, soprattutto quella esterna, difficile nuotare come si deve, anche se con un po' di creatività... chi ha detto che bisogna per forza andare avanti e indietro? Si può anche girare in tondo, ed è quasi meglio.
Un po' di relax sui lettini sul prato, poi doccia e aperitivo in giardino, con cui la famiglia Brunner ci ha dato il benvenuto all'hotel Erica.
La cena è stata deliziosa, con menzione speciale per il risotto al limone con carpaccio di merlano (che è un pesce, ma non so altro di lui) e il parfait di fagiolo tonka (e questo non chiedetemi proprio cos'è) in pasta fillo con ragù d'ananas e mango, una specie di gelato fritto, ma molto più leggero e delicato.
Non so voi, ma io questo lo definirei proprio un buon inizio!

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