venerdì 27 giugno 2025

Di viaggi a vuoto e notti bianche

La biopsia è andata... no, non è andata proprio per niente!
Dopo parecchi minuti di perlustrazione con la sonda ecografica, il radiologo si è arreso: non riusciva a identificare il nodulo.


Per me non è stata una sorpresa, mi ero anzi stupita che i radiologi pensassero di riuscirci, dato che in quella zona c'è parecchio caos, tra cicatrici, aderenze, organi spostati, ossa mancanti ed esiti di radioterapia, per cui è difficile trovare punti di riferimento. 
Ci riproveremo il 21 luglio, usando la TAC invece dell'ecografia: speriamo bene, perché l'ultima biopsia con guida TAC non è stata proprio una passeggiata...
Quello di ieri è stato un giro a vuoto, dunque, e particolarmente fastidioso, sia perché abbiamo trovato code in autostrada all'andata e al ritorno e deviazioni in città per lavori in corso, sia perché da alcuni giorni non sto per niente bene.

È iniziata venerdì scorso, al mattino molto presto, con un violentissimo attacco di elettroformiche che si è protratto per tutta la giornata, costringendomi a lavorare da casa anche se avevo previsto di andare in ufficio, e parte della notte successiva. Quando finalmente si è attenuato, verso le tre e mezza, non sono riuscita a prendere sonno fino alle sette del mattino e due ore dopo mi ha svegliata il rumore del tosaerba di un vicino, così forte da essere distintamente udibile anche con le finestre chiuse.

Sabato finalmente avevamo potuto accettare un invito a cena che la sorella e il cognato di Renato ci avevano fatto da tempo, formulato con grande affetto e comprensione: "Conosciamo la situazione e sappiamo che non potete fare programmi a lungo termine: quando Mia se la sente, ci avvisate anche il giorno stesso e ci organizziamo." Mentre eravamo in macchina diretti a casa loro, che dista una ventina di chilometri, ho iniziato a sentire un fastidio sul lato destro dell'addome, appena sotto il diaframma, che nel giro di un'ora si è trasformato in un dolore intenso, che mi ha praticamente impedito di mangiare, ho assaggiato solo una forchettata di pasta, e ci ha costretti ad anticipare il rientro perché non riuscivo a trovare una posizione che lo rendesse sopportabile. Assomigliava un po' a una colica biliare, la posizione era quella, però il dolore da colica di solito è acuto e intermittente, mentre quello era sordo e continuo ed è durato fino a tarda notte. Quando finalmente si è calmato, sono ripartite le elettroformiche e per la terza notte consecutiva ho dormito meno di tre ore.

Domenica non è andata meglio: ancora qualche dolore nella zona della colecisti, pochissimo appetito, digestione difficile e di nuovo elettroformiche feroci dal primo pomeriggio e per tutta la notte, tenacemente resistenti agli antidolorifici


Lunedì ero praticamente uno zombie, devastata dalla mancanza di sonno e dalle scosse elettriche all'arto fantasma, che mi hanno di nuovo tormentata fino a tarda notte, e martedì è andata ancora peggio, con dieci ore di crampi intestinali fortissimi, dalle sei di sera alle quattro del mattino, poi di nuovo sostituiti dalle elettroformiche.
Mercoledì mattina mi sono arresa e ho chiesto alla dottoressa di darmi qualche giorno di malattia, considerando anche che ieri avrei dovuto fare la biopsia e di conseguenza oggi restare a riposo, e nel pomeriggio ho avuto ancora crampi e ancora formiche.

Ieri sono stata quasi bene, a parte la stanchezza per il viaggio a Padova, ma durante la notte mi sono dovuta alzare più volte per scariche di diarrea. Oggi va meglio, ma continuo ad avere poco appetito e molte difficoltà a digerire anche i cibi più leggeri.
Diciamo che dopo una settimana di dolori e notti quasi in bianco sono piuttosto provata...



4 commenti:

  1. Cara MIA sei una roccia come fai a sopportare tutte queste cose e noi da stupidi ci lamentiamo per banalità un abbraccio

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  2. Ciao Mia, stavo pensando alle stesse identiche considerazioni scritte sopra, è davvero dura per te, posso solo immaginare.
    E
    E

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  3. Ciao Mia, è ammirevole come la tua tenacia sposti l' asticella sempre più su e ti conduca fino alle destinazioni che hai deciso di raggiungere, nonostante le elettroformiche, i dolori e tutte le complicazioni. Per me sei certamente un esempio con cui mi confronto spesso per migliorarmi, ma soprattutto una persona cara, anche senza esserci mai incontrate. Ti abbraccio (per fortuna solo virtualmente, co sto caldo!)

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