Già alle elementari, mentre la maestra spiegava, io disegnavo. Non ero distratta né disinteressata, tutt'altro: avrei potuto ripetere fedelmente in qualsiasi momento ciò che era stato detto; tenere occupati occhi e mani mi aiutava proprio a focalizzare l'attenzione su quello che ascoltavo. Ho mantenuto questa abitudine anche alle medie e alle superiori: tutti i miei diari erano sempre pieni di disegni, realizzati durante le spiegazioni dei professori che, dopo un comprensibile fastidio iniziale per la mia apparente indifferenza, in genere capivano che in realtà li stavo seguendo con molta attenzione e mi lasciavano fare.
Mi è sempre stato difficile anche stare ferma a guardare la televisione: da bambina disegnavo o giocavo, nell'adolescenza sono passata ai cruciverba e ora ai videogames. Non guardo quasi mai la televisione, la ascolto soltanto, lanciando qualche occhiata ogni tanto. Del resto è molto raro che venga trasmesso qualcosa di tanto interessante da inchiodarmi davanti allo schermo, a parte alcuni grandi eventi sportivi e pochi, pochissimi film.
Anche ieri sera è andata così.
Renato aveva scelto un film di fantascienza, che ho ascoltato mentre giocavo con un videogame poco impegnativo, che occupava solo una minima parte del mio cervello, lasciandomi libera di pensare ad altro.
Stavo appunto riflettendo sulla giornata trascorsa, una come tante altre, in cui alcune cose sono andate per il verso giusto e altre no. All'improvviso, un promemoria, un pensiero folgorante.
Non va tutto bene, certo.
Mi sono dovuta arrabattare per gestire una situazione spiacevole, che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Le formiche, che la settimana scorsa sono state particolarmente moleste, anche ieri si sono fatte sentire, con attacchi di breve durata, ma molto feroci. Cerco di sopportare, magari ogni tanto ululo un po' oppure passo la notte in bianco, perché la dose minima di antidolorifico non sempre è efficace, ma non intendo aumentarla. Di recente ho avuto modo di vedere da vicino un caso di dipendenza da oppiacei e non voglio finire così.
Anche la sacroileite si fa sentire quasi ogni giorno, devo fare attenzione a come mi muovo per evitare di mettere in torsione l'anca, ma basta un minimo disallineamento per regalarmi un'esperienza astronomica. Nel senso che vedo le stelle.
Con il ritorno della stagione calda, le vampate hanno ricominciato a tormentarmi.
Anche ieri mi sono dovuta scontrare con la frustrazione di non poter fare qualcosa a causa della mia disabilità.
La stagione di sitting volley è finita: con la chiusura delle scuole, non abbiamo più la palestra per allenarci ed è una cosa che mi manca moltissimo.
Ma ci sono state anche cose buone in questa giornata.
È nato Emanuele, figlio della figlia di un mio cugino, il primo della nuova generazione della nostra famiglia.
Mancano pochi giorni alla partenza per la nostra tanto agognata vacanza e la lunghissima lista delle cose da portare è quasi completa. Venerdì dedicate un pensiero di solidarietà a Renato, che dovrà aiutarmi a tirar fuori tutto, perché al piano di sopra non posso usare la sedia a rotelle ed è molto difficile trasportare oggetti con il deambulatore.
Dopo la felice conclusione di un progetto software, che mi ha impegnato per circa un anno, ieri ne ho iniziato uno nuovo, sempre con il mio cliente storico, con cui collaboro ormai da venticinque anni.
È stato pubblicato un bellissimo video del Trofeo Rotary della settimana scorsa: guardatelo per capire cos'è il sitting volley... e al minuto 1:45 ci sono anch'io!
Ho praticamente finito di preparare la dichiarazione dei redditi, un'incombenza pesante di cui sono sempre lieta di liberarmi, tanto sono sempre a credito.
Ieri sera ho deciso di dare maggior peso alle cose belle rispetto a quelle sgradevoli: ho scelto di essere felice.
Ottima scelta! Cerco sempre di sceglierla pure io :-)
RispondiEliminaCiao Mia, è sempre bello leggerti e respirare la tua positività.
RispondiEliminaAggiungo il pensiero di solidarietà per Renato e buonissima vacanza!!! Mila