venerdì 17 agosto 2018

Dalla cima del monte Elmo


A volte basta cambiare punto di vista per capire qualcosa che sembrava incomprensibile.
Ieri, sui tabelloni vicino alla funivia della Croda Rossa, leggevo i nomi delle cime delle Dolomiti di Sesto: Tre Scarperi, Paterno, Baranci, Tre Cime di Lavaredo, Croda Rossa, Croda dei Toni… e poi una serie di numeri: Cima Nove, Cima Dieci, Cima Undici, Cima Dodici, Cima Una... 

Mi sono chiesta se gli abitanti del luogo avessero esaurito la fantasia, un po’ come è successo con le stelle: quelle conosciute fin dall'antichità hanno nomi evocativi e ricchi di significato, mentre per le scoperte più recenti si utilizzano fredde combinazioni di numeri e lettere.
Però mi pareva strano. La montagna è qualcosa che non si può ignorare, incute rispetto e soggezione, non credo che si possa vivere sotto la sua ombra considerandola solo un anonimo pezzo di roccia.


Stamattina siamo saliti sul monte Elmo, da cui si ammira un panorama straordinario. A pochi passi dalla stazione della funivia, la vista si apre sulle Dolomiti di Sesto e tutto è diventato chiaro.
Cima Nove, Dieci, Undici, Dodici e Una sono il quadrante del più straordinario orologio del mondo: la Meridiana di Sesto. Durante la mattina, il sole illumina in sequenza queste cime, ciascuna nell'ora corrispondente al nome.

 
Anche oggi ho affrontato una passeggiata, breve e facile; un sentiero per famiglie, che si può percorrere anche con i passeggini. Anche oggi abbiamo proceduto a passo di formica, il mio, con tante soste per riposare la gamba. E alla fine ero davvero tanto stanca.
Il sentiero non era di quelli che avrei scelto quindici anni fa, troppo affollato e rumoroso. Ma guardiamolo da un altro punto di vista...


Dalla cima del monte Elmo, circondata da cespugli di erica e mirtillo, mentre guardavo il cielo attraverso i rami di un larice, ho ricordato che esattamente due anni fa, il 17 agosto alle 13:30, stavo affrontando una seduta di radioterapia, in preparazione all'intervento chirurgico di ottobre, dopo il quale non era affatto scontato che avrei potuto camminare ancora. O che avrei avuto ancora entrambe le gambe.
Se lo guardo da questo punto di vista, quel sentiero così facile per tutti e tanto impegnativo per me, è un traguardo straordinario.



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