mercoledì 11 luglio 2018

Fauna ospedaliera

Lunedì mattina Renato ha ricevuto una telefonata che aspettava da undici mesi: finalmente era stata stabilita la data per l'intervento per la correzione di una importante deviazione del setto nasale che stava seriamente compromettendo la sua respirazione. Operazione programmata per... mercoledì. Due giorni scarsi di preavviso, e tanti saluti al protocollo pre-operatorio di 7 giorni con antibiotico e cortisone.
Niente paura, in fondo siamo abituati allo stress, no?
La parte più impegnativa della preparazione è stata la rasatura: Renato ha dovuto tagliare completamente barba e baffi, una cosa che non faceva da sedici anni. È stranissimo vederlo senza barba, sembra un ragazzino.
Siete curiosi? Peccato: non mi ha autorizzato a pubblicare la sua foto.

Stamattina ci siamo presentati in reparto alle 7:15.
Pochi minuti dopo, Renato è stato chiamato per il ricovero. La OSS ci ha scortati in camera e gli ha indicato il suo letto ma non aveva ancora appoggiato il trolley quando è arrivata un'altra OSS dicendo che non poteva stare lì, perché quella stanza era destinata a una paziente donna. In attesa che l'equivoco fosse chiarito, ci hanno fatto tornare in sala d'attesa... per tre ore.

Mentre cercavo, senza molto successo, di trovare una posizione comoda sulla sedia rigida della sala d'attesa, mi sono dedicata al men-watching.
C'era un signore che si lamentava per il digiuno pre-operatorio e spiegava all'infermiera che lui al mattino prende sempre il caffè: possibile che non potesse farlo anche oggi?
Una comitiva: genitori e nonni che accompagnavano una ragazza per gli esami di pre-ricovero: per quale motivo possano essere necessari quattro accompagnatori, rimane per me un mistero. Sembravano in gita, mi aspettavo quasi che tirassero fuori una coperta e un cesto da pic-nic e si accampassero in mezzo al corridoio.

Un giovane uomo con un nome terribilmente antiquato e un ragazzo con un nome terribilmente new-age: probabilmente entrambi da bambini sono stati vittime di feroci prese in giro per questo e, come sempre in queste situazioni, penso che a certi genitori dovrebbe essere tolta la patria potestà per aver costretto i figli a portare nomi così pesanti.
Un'anziana in sedia a rotelle, probabilmente affetta dal morbo di Parkinson, accompagnata dal marito e da una badante dagli inconfondibili tratti dell'Est che con la mano le sosteneva il viso in modo che la mandibola non tremasse e in quel gesto c'erano cura, attenzione e affetto.
La OSS che viene a chiamare un paziente per "l'accettamento". Io un pochino mi sarei preoccupata... Soprattutto considerando che pochi minuti dopo è passata una lettiga con un cadavere.

Alle 10:15 finalmente hanno richiamato Renato e gli hanno assegnato un letto, ma non ha avuto nemmeno il tempo di sedercisi sopra: ha dovuto spogliarsi in fretta e furia e indossare il camice operatorio, perché c'era già la lettiga pronta per portarlo in sala operatoria.
L'hanno riportato in camera due ore dopo, sveglio e con il naso incerottato. Il dolore iniziale è stato rapidamente sedato dall'analgesico e il resto della giornata è passato tranquillamente, a parte una leggera emorragia che non ha destato preoccupazione e si è risolta spontaneamente.
Sono rimasta a fargli compagnia fino all'ora di cena, quando gli hanno servito un pasto "semisolido" dall'aspetto poco invitante ma di sapore accettabile.

Secondo le previsioni dovrebbe essere dimesso già domani, così potrò avere a casa entrambi i miei convalescenti.

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