venerdì 9 gennaio 2015

Farmaci

Due giorni da tachipirina-dipendente mi hanno fatto riflettere.
Rettifico.
Il secondo giorno da tachipirina-dipendente mi ha fatto riflettere, perché il primo giorno stavo talmente male che "riflettere" era un termine del tutto fuori luogo. Al massimo "vegetare".

Credo di avere un rapporto equilibrato con i farmaci: li utilizzo quando è strettamente necessario.
Sono infinitamente grata alla scienza medica per averci fornito antibiotici, antipiretici, vaccini e decine di altre categorie farmacologiche. Senza, sarei già morta da un pezzo. Però non li idealizzo e sono ben consapevole che non fanno miracoli e vanno usati con cautela e sotto controllo medico, perché possono avere effetti collaterali anche molto gravi, interazioni pericolose e generare fenomeni di assuefazione.

Mi fanno imbestialire quelli che si autoprescrivono un antibiotico al primo starnuto o con due linee di febbre. È inutile, dato che gli antibiotici non funzionano contro le patologie virali come raffreddore e influenza, ma questo è il meno. Il problema è che usando antibiotici a casaccio, questi idioti favoriscono lo sviluppo di batteri resistenti, danneggiando se stessi (e chissenefrega!), ma soprattutto tutti gli altri.
Ho un'opinione altrettanto negativa di quelli che demonizzano i farmaci per motivi ideologici: teorici del complotto, antivaccinisti, sostenitori del naturale a tutti i costi (di questi avevo già parlato qui), mandrie di creduloni seguaci di ogni bufala della rete e via discorrendo. Per questi ho esaurito tutta la mia scorta di politically correct e auguro loro di ammalarsi sul serio almeno una volta; poi ne riparliamo.

Dicevo che utilizzo i farmaci quando serve. Sempre malvolentieri, però.
Non importa che si tratti di prodotti di sintesi o naturali: se devo prendere qualcosa per stare meglio, significa che il mio corpo da solo non ce la fa, che devo dipendere da qualcosa di esterno e la cosa disturba parecchio il mio smisurato ego.
Ego che viene messo a cuccia senza tante discussioni quando la febbre sale al punto in cui tutto gira intorno a me anche se non sto facendo la pubblicità della Vodafone, perché quando anche il semplice tragitto per andare in bagno diventa potenzialmente pericoloso, mando giù l'orgoglio insieme con una compressa di tachipirina e un sorso d'acqua.

5 commenti:

  1. Drogataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :D :D :D
    Scherzo... Che poi non ho mai capito come faccia la gente ad autoprescriversi un antibiotico, quando (almeno per quel che ne so, e per la "piccolissima" esperienza personale che ho di farmaci) senza una ricetta medica col cappero che te lo danno, in farmacia...

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    1. Secondo me sono così imbecilli che quando lo prescrive il medico interrompono la terapia prima di completarla, così avanza per la volta dopo. E ne prendono una o due dosi così, per sport.

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    2. Imbecilli il doppio, perchè l'antibiotico, se sospeso prima del periodo indicato dal medico (che solitamente prescrive le confezioni necessarie per una cura completa senza farne avanzare), non serve a una ceppa.

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  2. Nonostante la difficoltà a riflettere, l'analisi è più che lucida.
    Due categorie che non sopporto: antibiotici anche per il ciclo (non si sa mai, l'organismo magari è più debole, meglio prevenire) e: "no, per carità, i farmaci fanno malissimo".
    Un appartenente a questa seconda categoria, una volta, all'ennesimo lamento di quanto stava male, ma no, nessun farmaco, ho risposto semplicemente: "o ti curi, in qualche modo, o con me eviti di lamentarti".

    P.S: pur citando il ciclo, ovviamente il discorso vale anche per i maschietti (che una sorta di ciclo-mentale, lo hanno, eccome, ma molto meno prevedibile nella regolarità e nella durata!!) o per chi è ciclo-sfornito! rita

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