venerdì 21 ottobre 2011

Malinconia e fantasia

Oggi mi aspettava (finalmente!) un pomeriggio da passare a casa. La giornata era probabilmente la prima della stagione a potersi definire autunnale: pioveva a dirotto, l'aria era fredda e umida. E non so se sia per via della menopausa, della chemio o semplicemente dell'età che avanza, ma da quattro anni a questa parte il freddo io lo patisco proprio tanto.
I termosifoni in casa sono ancora spenti, oggi mi sono rassegnata di malavoglia a riaccendere la caldaia, ma solo per scaldare l'acqua per la doccia, dopo sei mesi in cui ci avevano pensato egregiamente da soli i pannelli solari. Stamattina ho messo i jeans pesanti, un maglione di pile e i calzettoni, ma all'ora di pranzo ero già surgelata e per il pomeriggio avevo programmi più interessanti che tremare e battere i denti. C'era una sola scelta possibile: accendere il caminetto.
Subito dopo pranzo ho affrontato l'impresa, munita di accendino, legnetti e dell'ultima barretta accendifuoco rimasta dall'anno scorso. All'inizio sembrava che il fuoco avesse preso, avevo messo un paio di pezzi di legna più sottili che iniziavano già a consumarsi e le fiamme avevano attaccato il ciocco più grosso, ma dopo qualche minuto si è spento.

Il senso di perdita può saltare fuori nei momenti e nei modi più impensati.
Quando sono andata a prendere un'altra manciata di legnetti e un paio di fogli di giornale per riaccendere il fuoco, ho ricordato che la Maria non aveva mai avuto bisogno di barrette accendifuoco né di carta. Lei sistemava nel focolare un paio di stecche più sottili e due pezzi grossi, li accendeva con uno stuzzicadenti e via, il fuoco prendeva subito e non si spegneva più. E lei ci prendeva sempre in giro perché a noi invece servivano almeno un paio di tentativi e diverse barrette prima di riuscirci.
Mi è presa un po' di malinconia...

Alla fine però sono riuscita ad accendere il fuoco e dopo un po' in casa si è diffuso un delizioso tepore. Il Ciccio si è piazzato sul pouf vicino al caminetto, girandosi spesso da una parte e dall'altra per rosolarsi in modo uniforme, mentre io mi sono sistemata a lavorare sul divano, con il PC sulle ginocchia, in modo da tenere la gamba destra sollevata per aiutare la caviglia a sgonfiarsi.
E a proposito della caviglia, apprezzo molto l'idea lanciata de Romina e appoggiata da Wolkerina, di paragonarmi ad ghepardo zoppicante però, ragazze, siamo realiste: per vedere qualche somiglianza  tra me e un animale così snello e agile ci vuole tanta, ma tanta fantasia!

Forse c'è andato più vicino qualcun altro, che di Fantasia se ne intendeva parecchio...

9 commenti:

  1. Con la tua ironia mi hai fatta sorridere, hai allontanato da me quel po' di malinconia della tua immagine davanti al caminetto e della Maria che lo accendeva per te e Nato.
    La mancanza sisente di più in queste piccole cose, in quei gesti che le erano familiari, in quel tepore che hai sempre trovato pronto ad accoglierti e che ora invece, te lo devi procurare...ed ha un altro sapore

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  2. Condivido il post di ZIACRIS, c'è un po di malinconia nel Tuo scritto, che sei riuscita a mitigare con quel pizzico di ironia che Ti contaddistingue e che fa sorridere.....
    Se Ti può consolare (mal comune mezzo gaudio!?)anche io ho più l'aspetto dell'ippopotama ballerina (più ippopotama che ballerina!)...ma guarda quanta simpatia trasmette!!! un bacio. Rita

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  3. E' vero, spesso sono i piccoli gesti quotidiani a farci provare più forte la nostalgia e ad accrescere la percezione dell'assenza. Ma come al solito con intelligente ironia sei riuscita a stemperare tutto. A proposito, grazie di aver postato la mia foto. In tutù modestamente faccio la mia bella figura.

    Lina

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  4. fila via ragazza, l'ippopotama col tutù sono io da tempo immemore.
    ti voglio bene e vorrei godermi quel calduccio con te, e anche condividere la malinconia.

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  5. La malinconia ha sfiorato anche me leggendo l'inizio del tuo post, ma come sempre la tua ironia prende il sopravvento, e ho sorriso a quella bella ippopotama, simpatica e regale. Comunque a parte gli scherzi tu non sei così, ti ho vista nell'intervista tempo fa sul pc, e non mi sembra proprio.
    Bacino a Ciccio
    4 p

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  6. è proprio bella la tua capacità di sorridere e far sorridere quando nel cuore si hanno sentimenti di malinconia
    .. io continuo a parteggiare per il ghepardo!

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  7. Di persona non ti ho (ancora!) vista ma non ci credo proprio alla somiglianza con l'ippopotama, piuttosto, se proprio di somiglianza con gli animali vogliamo parlare, posso dire con fermezza che hai una voce molto simile a quella di un usignolo!
    E l'idea della Maria che accende il camino "scalda" il cuore...

    alecomeale

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  8. Tra due minuti accendo la stufa anch'io. E' un rituale, seccante al mattino presto, piacevole a quest'ora. Il calore del fuoco e il calore della Maria, per come la ricordo io, sono la stessa cosa.
    Un abbraccio Hippa... ops, Mia ;-)))

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  9. Dimenticavo, mettetevi in coda: di Hippa col tutù siamo in tante, ma io sono la più bella, perchè sculetto a tempo di valzer :)))))))

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