L'abbiamo salutata lunedì.
È arrivato per primo il sole a dirle addio, per ringraziarla di averlo portato sempre con sé e di averlo regalato a tante persone, con il suo sorriso.
Sono stata con lei al mattino, per guardarla ancora un po', per dirle grazie, per un'ultima carezza. Sapevo che non era più là, che quel corpo adagiato sul raso era solo il suo ricordo, che ormai se n'era già andata, lasciando su quel volto ancora l'ombra di un sorriso. Ma mi sono aggrappata all'illusione di poter condividere ancora quelle poche, ultime ore, di poterla salutare un'ultima volta.
L'avevano ricomposta, con l'abito nero che avevo trovato sul tavolino della sua camera il giorno dopo il ricovero, evidentemente lasciato in piena vista proprio per questo scopo, dato che non lo indossava da tempo. E la sua wiphala, la coloratissima sciarpa delle Ande. Tra le mani qualcuno le aveva messo un rosario, io ci ho aggiunto un fiore, un'orchidea che le avevano regalato gli amici del Club qualche giorno prima.
Le ore passavano troppo in fretta, come in quell'ultimo pomeriggio in unità coronarica in cui sapevo che se ne stava andando e non potevo fare nient'altro che cercare di renderle più dolce l'ultimo tratto di strada, riscaldando le sue mani con le mie.
Ma ormai non c'era più nulla da scaldare e quando l'addetto delle pompe funebri si è avvicinato per dirmi che era il momento di chiudere la bara, il pensiero è stato "No! Non ancora, non sono pronta!". Perché non importa quanto il distacco fosse previsto e accettato: quando il momento arriva, l'unico pensiero è "NO".
Lo è stato anche alle 2:30 di giovedì, quando è suonato il telefono e ho sperato contro ogni speranza che mi annunciassero che si era ripresa o anche solo che la trasferivano in un'altra stanza dove avrei potuto starle vicino. E quando la voce dall'altra parte ha detto "Sono il dottor N.", ho cercato di rinviare, dicendo che sì, mi ricordavo di lui, perché l'aveva visitata diverse volte in ambulatorio di cardiologia. E mentre parlavo, sapevo già quali parole avrei sentito subito dopo, e pensavo "NO".
Quando il coperchio si è chiuso, una parte di me è rimasta lì, strappata per sempre dal mio cuore.
E poi sono venuti in tanti, in tantissimi.
Qualcuno sicuramente ha partecipato solo per rispetto verso di me o gli altri parenti, ma quasi tutti erano lì per lei, perché l'avevano conosciuta di persona e la ricordano con affetto.
È proprio quello che abbiamo cercato di fare: ricordare la sua allegria, la sua generosità, la sua disponibilità.
Ci hanno aiutati loro, con l'intensa emozione di voci e musica, e i nipoti della "zia Maria" e gli amici che l'hanno voluta ricordare con parole piene di affetto, di tenerezza, di simpatia.
Siamo tutti addolorati per averla persa.
Ma siamo orgogliosi e felici di averla avuta con noi.
so per certo che quanto le tenevi la mano sentiva il tuo calore. 1 bacio
RispondiEliminaImmaginavo una cosa del genere, immaginavo il tuo strazio, il tuo perdurare a dirti "NO", è un "NO" che in tanti hanno detto.
RispondiEliminaSono momenti e gesti quelli di quei momenti che non si accettano e per quanto si possa essere preparati, non lo si è mai per salutarli.
Bacio grande Mia e un abbraccio virutale sperando di scaldare un po' il tuo cuore.
Sarà stato sicuramente un bellissimo saluto, ed è bello condividere il dolore e il ricordo con i tanti che l'hanno amata. tanti baci
RispondiEliminaAnch'io mi unisco al tuo ricordo di lei, che non ho conosciuto, se non attraverso le tue parole. Mi ritrovo a rivivere i momenti della morte della mia mamma e mi fermo qui, perchè non ho nulla da aggiungere.
RispondiEliminaCiao, piccola grande Mia.
Un abbraccio pieno d'affetto , materno ( ho 67 anni ). Silvana
La Grande Maria è andata in un posto meraviglioso dove tutti noi un giorno ci ritroveremo con grande gioia e amore. Da lì veglierà su di te e ti aiuterà nel tuo cammino. Tutti noi, che non l'abbiamo conosciuta di persona, ma attraverso le tue parole, la salutiamo con affetto e ammirazione per le sue parole, la sua ironia, le sue battute, ma soprattutto per il suo amore per te e la vita. Un abbraccio Grande Mia, degna figlia di degna Madre. Amina
RispondiEliminaun grande abbraccio
RispondiEliminaUn abbraccio, spero che il tempo arrivi presto a lenire un po' questi momenti dolorosi.
RispondiEliminaIl tuo post è così intenso che mi è sembrato di vedere con i miei occhi tutto quello che hai raccontato.
Vi auguro un felice anno nuovo!
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