venerdì 8 gennaio 2010

Riflessioni

Mi sono chiesta da dove sia nato lo stato d'animo del post precedente, un attacco di pessimismo un po' eccessivo, considerato che sto piuttosto bene e non ho particolari motivi di preoccupazione.
Ci ho rimuginato parecchio e a furia di riflettere, ho identificato alcune cause che si sono sommate.


1. Sono passati quasi quattro anni dalla prima diagnosi e dovrei festeggiare, dato che sono ancora qui e mi sento bene, invece in un angolo della mente fanno capolino le statistiche, quelle che parlano di percentuali di sopravvivenza a 5 anni. E allora oscillo tra la soddisfazione di  pensare che posso ancora sperare di essere nell'esiguo x% di quelli che ce la fanno e il disagio di sentirmi come una confezione con la data di scadenza, quel "consumare preferibilmente entro..." che non è tassativo, perchè il prodotto può restare commestibile ancora per un bel po' dopo, ma insomma, un dubbio te lo poni.


2. Non sono mai riuscita a ritornare alla normalità dopo la recidiva. I postumi delle terapie e dell'operazione mi hanno imposto disagi fisici rilevanti nei primi mesi e ora, anche se ridotti, sono sempre lì a ricordarmi che ho qualche limitazione, ci sono cose che non posso e non potrò mai più fare; più di tutto però, la prolungata inattività mi ha sprofondata in uno stato di pigrizia, secondo il noto principio che meno si fa e meno si farebbe. Tanti mesi senza lavorare, o lavorando poco, hanno alterato i miei ritmi ed ora sono meno attiva e più incline a crogiolarmi nell'ozio.


3. Infine, provo sempre una certa perversa soddisfazione nello sconvolgere le persone che mi stanno intorno; non mi piace essere classificata ed incasellata, ogni tanto ho voglia di dare uno scossone all'idea che la gente si fa di me, e allora ci sta bene anche un po' di autocommiserazione, tanto per ricordare che io non sono sempre quella che resiste e che sopporta tutto con il sorriso, ma sotto la scorza dura c'è un essere umano con tutte le sue debolezze.

14 commenti:

  1. Hai ragione.
    Un abbraccio
    4P

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  2. beh, a dirla tutta anch'io avevo avuto la stessa impressione dopo aver letto il tuo ultimo post...ora però il tuo "mumble mumble" spiega tutto!
    A noi piaci così, con la tua forza e la tua fragilità (che devo dire mascheri bene sotto la scorzetta!).
    ti voglio bene Mia!
    Alessandra

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  3. Io credo che la grandezza dell'uomo stia nella sua sensibilità e nella forza per affrontare i momenti critici. In questo senso la fragilità può essere intesa come suscettibilità agli eventi (solo uno stolto ne sarebbe indenne); l'importante è non sentirsi schiacciare. I tuoi interrogativi sono pertanto più che legittimi e il confronto a volte può essere efficace. Tu dici di sentire di non avere più sfide nella vita, di sentirti pigra e limitata nelle tue ambizioni. Io non so se prima scrivevi, o se - come la maggior parte di noi - eri talmente presa da lavoro e famiglia che scrivere era una chimera... voglio credere che tu abbia scoperto e coltivato questa dote. Che non è poco. La tua testimonianza è uno stimolo per chi sta lottando duramente contro la malattia, ed è un riferimento concreto per chi crede di star bene e continua a proiettarsi in un futuro dimenticandosi di vivere la quotidianità, non cogliendo ciò che di bello la vita ci offre.
    Un abbraccio. E grazie.
    Annachiara

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  4. ciao,sono Mariangela,le cose che dici e pensi sono le stesse che mi passano per la testa,con questo "compagno di vita" ci convivo da quasi 7 anni fatti di alti e bassi e tantissimi dubbi,però vivo bene la quasi totalità della mia persona con un "pelo" sempre dritto sulla schiena e tanto rispetto per ME STESSA di fronte a lui, credo che siano le cose + importanti.
    Non pensare a statistiche e percentuali,secondo loro io avrei dovuto sparire nel giro di 2 mesi ed invece nel bene,ce l'ho fatta, e nel male,è diventato cronico, comunque sono ancora qui una malata che fa da sana(mi piace pescare,ho una barca) e viceversa a seconda delle giornate e si sente sdoppiata con 2 vite parallele che non sempre riesco a mettere assieme ma con un unico obiettivo MAI DARGLIELA VINTA neanche dopo recidive ed altre cure,anzi ! !

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  5. mi sento di sottoscrivere tutti e tre i punti. come sempre mi togli le parole di bocca. anche quando hai risposto al mio ultimo commento. ridimensionare i propri sogni invece di annullarli, è esattamente quello il problema!

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  6. Come va Mia, spero un "ciccinnino" meglio.
    Il micio è sempre sul piumone arrotolato a ciambella?????
    Un saluto e un baciotto
    4 P

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  7. @4P: tutto bene, continuo ad essere pigra, ma in fondo non è poi un grande problema, tutto sommato quelle che restano indietro nell'elenco "cose da fare" sono poco importanti e per nulla urgenti.
    Il micio è comodamente sprofondato nel piumone, dopo aver rotto le scatole in tutti i modi possibili nelle ultime 24 ore:
    1. insistente miagolio per farsi aprire la porta della camera della mamma ieri pomeriggio
    2. testate e strofinamenti multipli per farsi accompagnare (anzi, portare in braccio) in cucina alle 2 di notte; ovviamente aveva tutte le ciotole piene (umidi, croccantini e latte), voleva solo un po' di compagnia
    3. passeggiata sul cuscino (e sui miei capelli) stamattina per segnalarmi che era ora di alzarsi; solo che io non avevo nessun motivo per alzarmi presto.
    Però quando mi guarda ronronando, con gli occhioni sgranati e il muso da luna piena gli perdono tutto!

    @Alessandra: lo so, tu mi capisci sempre!

    @Annachiara: grazie per la dose di gratificazione, ci voleva!

    @Mariangela: mi piace l'immagine delle due vite parallele, rende benissimo l'idea di come ci si sente, sempre in bilico tra normalità e malattia.

    @Widepeak: siamo reciprocamente telepatiche: quante volte mi ritrovo in quello che scrivi!

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  8. Mi è piaciuato molto questo post, e hai ragione in particolare sull'ultimo punto. La gente delle volte fa fatica a capire che sforzo richiede combattere contro il cancro, sembra che tutto sia facile ma non è così. Hai fatto benissimo a scriverlo...

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  9. Hai ragione, certo meno si fa emeno si farebbe, ma non penso che sia queto il punto. Si ha più voglia di indulgere in qualcosa che ci gratifica, se permetti una qualche gratificazione in più ce la meritiamo

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  10. Ma quanto ti capisco, lo sai vero? Mi specchio nel tuo stato d'animo e mi leggo nelle tue parole. Un abbraccio grosso grosso

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  11. Tanti auguri di buon anno anche a te! E lascia perdere le scadenze!

    Marco (^_^)

    P.S. Io ero già pigro prima di ammalarmi. Pensa un po' come sto messo adesso...

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  12. ciao non posso entrare in merito al tuo comprensibilissimo stato d'animo. che dire e' normale. volevo solo dirti che traduci in scrittura cose che anche altri provano. cio' e' molto bello. grazie e complimenti

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  13. Allora.......,stiamo battendo ancora la fiacca....., non si scrive più,
    cos'è sta storia. Forza GuerrieraPigrona, diamoci una smossa.
    Aspetto tue nuove.
    Pensa ad alta voce, non riesco a sentirtiiiii..........
    Scusami, volevo fare la simpaticona, ma mentre scrivo mi rendo conto di poter anche rompere i maroni.
    Ciao un abbraccio
    4P

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  14. @Rosie e @Giorgia: tra di noi è facile capirci!

    @ziacris: credo che non mi farei il minimo scrupolo nel pigrare ad oltranza se vincessi al Superenalotto o ricevessi una consistente eredità... qualcosa insomma che mi permettesse di vivere agiatamente senza dover lavorare!

    @Marco: anch'io sono sempre stata pigra, ma prima mi sforzavo di più di vincere la propensione all'ozio e adesso mi sento un po' in colpa perchè non ci metto più la stessa energia.

    @Anonimo: ti ringrazio!

    @4P: sì, hai ragione... ma l'ho appena detto che sto diventando pigra, no? comunque ho rimediato con un nuovo post

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