mercoledì 22 luglio 2009

Omeopatia?

Domenica è prevista una gita in barca con due immersioni al largo di Caorle; dato che soffro terribilmente il mal di mare, ho chiesto in farmacia se c'è qualcosa che mi eviti il malessere senza provocarmi troppa sonnolenza. Mi hanno proposto un prodotto omeopatico, piccole compresse da sciogliere sotto la lingua ogni ora. Ok, proviamo.
Arrivata a casa, ho scoperto con un certo disappunto che mancano completamente le istruzioni: niente foglio illustrativo, indicazioni terapeutiche o posologia. Ci ho scritto sopra a penna "mal di mare - 1 compressa/ora" per non rischiare di dimenticarlo, ma considerato che si tratta di un farmaco "ufficiale" (mi hanno detto che posso detrarre la spesa dalla dichiarazione dei redditi) mi sarei aspettata un minimo di informazione per l'utilizzo.

Chiunque si trovi a vivere l'esperienza di una malattia grave - e probabilmente i malati di cancro più di chiunque altro - arriva prima o poi a confrontarsi con le cosiddette "medicine alternative". Senza entrare oggi nel merito di tutte le teorie più o meno credibili in cui mi sono imbattuta in questi ultimi anni, oggi vorrei riflettere su quella che è probabilmente la più diffusa, l'omeopatia.

Io sto cercando da anni di capire come e perchè la medicina omeopatica dovrebbe funzionare, ma non ne vengo a capo: da un lato ci sono alcuni risultati indubbiamente positivi, dall'altro metodologie e "fondamenti scientifici" che talvolta sconfinano nell'assurdo.

Il punto fondamentale dovrebbe essere il principio di similitudine del farmaco, secondo cui il rimedio è la stessa sostanza che in una persona sana produrrebbe i sintomi, ma fortemente diluito, al punto che nel farmaco omeopatico ne restano solo tracce infinitesimali.
Fino a qui, il ragionamento ha una sua logica.

Secondo il fondatore dell'omeopatia, Hahnemann, il processo di preparazione del rimedio prevedeva come passo fondamentale che ad ogni successiva diluizione, la soluzione fosse agitata ripetutamente sopra la Bibbia.
Qui iniziano i miei dubbi sui "fondamenti scientifici"... mi pare ragionevole che la soluzione vada agitata, in modo che le molecole della sostanza si distribuiscano, ma vuol dire che se agitiamo il flacone sopra I promessi sposi o Harry Potter e la pietra filosofale non funziona più? Mah...

La motivazione più spesso citata per confutare l'omeopatia è che la diluizione è talmente spinta, che il rimedio in realtà non contiene più nemmeno una molecola della sostanza iniziale. A questo, i sostenitori della medicina omeopatica rispondono richiamando la "memoria dell'acqua", cioè la capacità dell'acqua di "ricordare" gli elementi con cui è entrata in contatto, mantenendone una traccia nella geometria delle molecole. Qualcuno arriva addirittura a sostenere che l'acqua "registra" anche le emozioni.
Ammettiamo che ci sia del vero. Ma allora perchè l'acqua dovrebbe "ricordarsi" soltanto di quel rimedio e non di tutte le sostanze con cui è entrata in contatto quando era nuvola, pioggia, neve, nebbia, fiume, mare... ? E come la mettiamo con le tracce di altre sostanze che inevitabilmente si trovano in qualsiasi contenitore utilizzato per contenere il rimedio? Se poi davvero l'acqua ricorda le emozioni, significa che quando chi prepara il farmaco è di cattivo umore ne viene fuori un veleno? E perchè esistono farmaci omeopatici in compresse? Mah...

Un altro aspetto controverso riguarda i criteri di scelta dei rimedi.
I rimedi omeopatici non sono legati solo alla patologia, ma anche alla persona, cioè non esiste un farmaco specifico per una malattia, ma per ogni individuo bisogna identificare un rimedio - o una combinazione di rimedi - "personalizzato"; secondo alcune correnti di pensiero, il rimedio può variare nel tempo anche per la stessa persona e la stessa malattia, mentre altri arrivano invece a sostenere che per ogni persona esista un rimedio "universale", capace di guarire tutte le possibili malattie.
Ma come si fa a individuare il rimedio giusto?
Qui ne ho sentite davvero di tutti i colori: in base al tema astrologico della nascita o del concepimento, in base all'elemento dominante della persona (terra, aria, acqua, fuoco), in base alla reazione del paziente quando tiene in mano la boccettina con il rimedio, in base al biomagnetismo, misurato con apparecchiature elettroniche (?) che dovrebbero reagire in base alla corrispondenza tra paziente e rimedio, in base a valutazioni iridologiche, in base alla struttura fisica ed ai lineamenti del paziente...
Insomma, di certo non conosco tutte le possibili metodologie, ma di quello che ho sentito, niente mi pare convincente... o anche solo ragionevole. Mi pare che questi criteri di valutazione configurino l'omeopata più come uno stregone che come un medico.

Ma è proprio necessario capire come funziona qualcosa per utilizzarlo?
Io non so esattamente come funziona un motore diesel, ma guido la macchina; non so esattamente come è fatto un congelatore, ma ci tengo dentro il cibo.
Forse però il punto sta proprio nella parola "esattamente": è vero che non conosco tutti i meccanismi di funzionamento del motore o del freezer, ma so - almeno a grandi linee - su quali principi fisici si fondano. E mi sembrano ragionevoli.
Per l'omeopatia non sono ancora riuscita a trovare argomenti davvero convincenti.

Mi dicono che per capire l'omeopatia devo cambiare completamente punto di vista, non partire dalla malattia, ma dalla persona.
Va bene, io cerco di fare questo sforzo, ma non chiedetemi di credere all'astrologia o alla fisiognomica...

Con questo non intendo negare la validità dell'omeopatia, ma vorrei davvero che qualcuno riuscisse a convincermi del suo funzionamento con ragionamenti sensati, invece del solito patchwork di teorie pseudoscientifiche proposto da chi esalta le medicine alternative e condanna la medicina convenzionale.

Alla fine di tutto questo ragionamento, ho ancora tanti dubbi e una sola certezza: se quelle pastiglie per il mal di mare non funzionano, la nausea mi rovinerà la giornata.

1 commento:

  1. ciao cara, se vuoi veramente che qualcuno ti convinca del funzionamento dell'omeopatia con ragionamenti sensati, devi andare da un vero omeopata unicista , non in farmacia a prendere "l'acqua fresca" al banco da un FARMACISTA che avrà fatto sì o no un corsettino di 2 settimane a dir tanto.... e ti assicuro che nel caso in cui purtroppo ti trovi, una buona cura omeopatica di base ti sarebbe sicuramente di giovamente come coadiuvante al percorso allopatico che hai intrapreso....

    RispondiElimina