Aveva solo quarantotto anni e un fisico atletico da maratoneta, un'immagine difficile da conciliare con l'idea della malattia. Ma la sua corsa si è fermata.
Sicuramente ha fatto tutto il possibile, sicuramente è stata forte e coraggiosa.
Mentre io, con i miei cinquantasei anni e almeno venti chili di troppo, continuo a sfangarla da vent'anni, sia pure con tanta fatica e parecchi pezzi in meno.
Posso ancora contare i cicli di chemioterapia e mandare giù ogni giorno almeno dodici farmaci, mentre mi preparo per l'ottava operazione; posso ancora lamentarmi della nausea e di non aver potuto festeggiare l'anniversario di matrimonio.
Nessun merito per me, nessuna colpa per lei.
Non sono più brava, più coraggiosa o più resiliente: sono ancora qui soltanto perché sono stata un po' meno sfortunata di lei.
La mia oncologa anni fa quando le chiedevo disperata e impaurita di poter fare tac, risonanze, marcatori, mammografie a ripetizione anche a pagamento mi disse “NO!” e vede di la mia espressione stranita mi rispose “abbiamo già fatto tutto …. La vita, il cancro e’ anche una questione di culo”
RispondiEliminaMia ❤️ grazie per scriverci