giovedì 11 settembre 2025

Di male in peggio

La situazione non è migliorata, anzi. 
Nelle ultime settimane la nausea mi ha lasciato solo qualche mezza giornata di tregua, l'intestino mi ha fatto dannare, si sono risvegliate le emorroidi, le elettroformiche mi hanno massacrata e ho avuto problemi urinari, con diversi episodi di sanguinamento ed espulsione di calcoli.
Oltre a tutto questo, lunedì sera mi è salita la febbre: è iniziata con qualche brivido e due ore dopo tremavo, nonostante lo scialle e la vestaglia di pile, mentre il termometro segnava 38,4°. 
Tutto faceva pensare a un'infezione piuttosto seria e ho inaugurato il nuovo servizio della centrale operativa per la continuità assistenziale, attivato da pochi giorni nella mia Regione: l'operatore è stato gentile e professionale, ha raccolto tutte le informazioni per inquadrare la situazione attraverso domande mirate, ne ho identificate in particolare alcune che servivano per valutare le ipotesi di pielonefrite o meningite che avrebbero attivato le procedure di emergenza, e sulla base delle mie risposte, mi ha indirizzato alla guardia medica.


Ho ritrovato la stessa giovane dottoressa che mi aveva già vista un mese fa e si ricordava di me e un altro medico più anziano. Tra un conato di vomito e l'altro, ho esposto la situazione ed elencato i farmaci che assumo, precisando che da qualche giorno avevo saltato tutti quelli che di solito prendo all'ora di pranzo, in particolare uno che va assunto a stomaco pieno, perché non avevo pranzato: la nausea mi aveva reso difficilissimo mangiare e nei tre giorni precedenti ero riuscita a mandare giù soltanto un po' di brodo, una crema di funghi, qualche forchettata di pasta, due bocconi di verdure spadellate, mezzo panino e un pezzettino di formaggio. 
Il medico più anziano ha attaccato un pippone sul fatto che non dovrei mangiare formaggi, ma rivolgermi a un gastroenterologo per farmi prescrivere una dieta priva di grassi e condimenti e ha detto che per la febbre potevo prendere qualche aspirina. Io e la dottoressa lo guardavamo basite. 
Poi è uscito e la dottoressa, ancora sconcertata per lo sproloquio del collega, mi ha consigliato di rivolgermi al pronto soccorso, perché lei al massimo avrebbe potuto darmi un antiemetico, quello leggero che alla mia nausea non fa nemmeno il solletico, mentre la situazione richiedeva un approfondimento diagnostico.

In pronto soccorso mi hanno fatto analisi del sangue, con risultati fin troppo buoni, perché il valore dei globuli bianchi era assolutamente normale, ma io da quindici anni ho valori normali di globuli bianchi solo quando c'è un'infezione in corso. Ho fatto anche una TAC addome, con la macchina nuova ad alta risoluzione, velocissima, che ha rilevato diversi calcoli vescicali (chi l'avrebbe mai detto?) e il solito nodulo addominale che però è passato da 1 a 3,5 centimetri.
Ho vinto il terzo ciclo di antibiotico in un mese più un farmaco per facilitare l'espulsione dei calcoli. 
Ho trasmesso all'oncologa le immagini della TAC e le valuterà con i chirurghi: c'è il rischio concreto che questo aumento di dimensioni renda necessario un intervento più urgente e più invasivo.
Eh ma il formaggio, signora mia!


2 commenti:

  1. Ciao Mia, mi dispiace molto per le sofferenze che stai provando. Tento di strapparti un sorriso raccontandoti la mia esperienza con un dermatologo, probabilmente della stessa scuola del tuo anziano medico. Avevo prenotato con largo anticipo la visita annuale per il controllo dei nei e quella volta mi capitò che ero incinta al quarto mese. Invece della solita dottoressa trovai un medico attempato, che mi visitò scrupolosamente e alla fine, con fare paterno, mi disse: "Tutto bene, ma IN GRAVIDANZA è meglio fare i controlli ogni sei mesi anzichè ogni anno". Non ho nemmeno provato a capire cosa intendesse ...

    RispondiElimina