giovedì 4 novembre 2021

Novità e deja-vu

La TAC di stamattina ha portato qualcosa di nuovo e qualcosa di già visto, entrambi decisamente sgradevoli.


Per la prima volta dopo innumerevoli infusioni, si è verificato il fenomeno denominato stravaso: il mezzo di contrasto è finito fuori vena.
Ho avvertito immediatamente un bruciore fortissimo e ho chiamato aiuto, l'infermiera e il tecnico di radiologia sono entrati subito a fermare l'infusione, ma ormai il danno era fatto sembrava che sotto la pelle del braccio ci fosse un grappolo d'uva e il dolore è stato atroce, ho pianto per dieci minuti. Naturalmente poi è stato necessario inserire una nuova agocannula, questa volta sul dorso della mano, dove la puntura è più dolorosa, e ripetere la TAC.
A distanza di oltre sei ore e dopo due applicazioni di ghiaccio, il braccio è ancora molto gonfio, mi hanno detto che ci vorranno diversi giorni perché torni alla normalità, ma almeno il dolore è passato. 
È una scocciatura, domani dovrò sicuramente saltare l'allenamento e mi dispiace, ma non è una tragedia.


Invece l'esito della TAC potrebbe indicare un grosso problema: c'è un sospetto di recidiva, una formazione di 7x5x2,5 cm nella parte bassa del muscolo obliquo esterno.
Questa proprio non ci voleva.
Ora bisogna valutare come procedere: potrebbe essere necessario un approfondimento diagnostico tramite risonanza magnetica e/o biopsia, ma prima è necessario che l'oncologa valuti le immagini della TAC, che le sto trasmettendo proprio ora.

Non sono arrabbiata, la rabbia è un sentimento pesante e faticoso da cui cerco di stare lontana e del resto non saprei neppure dove indirizzarla, mi pare poco pratico arrabbiarsi con un'entità astratta come la malattia.
Sono triste per Renato, che deve sopportare un carico emotivo e pratico indescrivibilmente pesante.
Non sono allarmata, almeno non ancora. Nella zona della formazione sospetta non ci sono organi vitali: anche nella peggiore delle ipotesi, probabilmente è ancora possibile intervenire chirurgicamente. Non che mi auguri altri ricoveri e interventi, ma fintantoché mi salvano la vita, sono disposta ad accettarli. 
Sono un po' avvilita al pensiero di dover sconvolgere ancora la mia vita, quella nuova normalità che ho costruito con tanta fatica e che apprezzo enormemente.
Sono soprattutto molto seccata, perché per le prossime settimane avevo tanti bei programmi e con ogni probabilità almeno qualcuno salterà.

3 commenti:

  1. Cara Mia sono sicura che ce la farai ancora e con te Renato, perché insieme siete una forza!!! Mila

    RispondiElimina
  2. Cazzarola... con quelle dimensioni anche una PET potrebbe essere utile. Più semplice da fare della risonanza. Però hai ragione: la sede è facilmente aggredibile. Lo stravaso di mezzo di contrasto certo è la ciliegina sulla torta!
    In bocca al lupo

    RispondiElimina