lunedì 13 aprile 2020

Parliamo di BRU

BRU è un miagolio fusante, una fusa miagolosa, un miao con la erre. Non è esattamente un brrgneu, è più breve, solo BRU.
BRU è il verso preferito di Fergus, il suo saluto, la sua richiesta di coccole.
Quando incrocia Aki, Fergus fa BRU e si mette naso contro naso con lui. Quando ha voglia di giocare con lui, fa BRU per chiamarlo (e Aki di solito fa finta di non sentire).
Qualche minuto prima della fine del mio orario di lavoro, verso le 12:25 o le 17:25 se lavoro di pomeriggio, Fergus zompa sul divano, si piazza davanti alla tastiera del computer e fa BRU per ricordarmi che è ora di smettere.
Quando rientra da una scorribanda in giardino, fa BRU per salutarci. Quando lo accarezzo mentre dorme, fa BRU per ringraziare. Quando vuole una grattata di pancia, si spanciotta e fa BRU.


In questi giorni lo sentiamo poco, perché con la bella stagione passa un sacco di tempo all'aperto, a giocare in giardino oppure a dormire nel cestino sul portico.
Da quando ha imparato a usare la gattaiola, esce sempre più spesso: è nato in campagna, non è un gatto d'appartamento e gli piace l'aria aperta. Come tutti i nostri gatti, appena ha avuto a disposizione il giardino ha smesso di usare la lettiera, spostando la toilette all'esterno e liberandoci da tutti i relativi oneri di gestione: acquisto, pulizia, odori sgradevoli. Bravo piccoletto!
La stagione di caccia è aperta: Aki l'ha inaugurata un paio di settimane fa con il primo topolino e sta viaggiando al ritmo di due a settimana.
Fergus non vuole essere da meno: due giorni fa ha preso la sua prima lucertola, stamattina un'altra. Se imparano a cacciare insieme, come minimo ci portano un cinghiale.


Anch'io oggi ho fatto una gita fuori porta. Fuori dalla porta, per la precisione: una breve passeggiata sulla strada di casa, una cinquantina di metri all'andata e altrettanti al ritorno. Ne avevo fatta una anche la settimana scorsa e mi ero resa conto conto di essere terribilmente fuori allenamento con le stampelle, che in casa uso pochissimo, praticamente solo per salire le scale, prediligo il deambulatore perché è più sicuro, soprattutto per andare in bagno.
Quando sono uscita la prima volta mi sentivo come una ladra, anche se non stavo violando alcuna regola. Per strada non c'era assolutamente nessuno, a parte me e Renato, e sono rimasta davvero entro pochi metri da casa, tuttavia mi sembrava di fare qualcosa di proibito.
Invece è necessario: ho decisamente bisogno di una sgambata ogni tanto, perché il movimento con le stampelle è diverso da quello con il deambulatore, richiede più fiato e una migliore gestione dell'equilibrio. Inoltre dentro casa riesco a fare solo pochi metri, mentre all'esterno ho la possibilità di allenarmi su tratti più lunghi, anche se sono ancora lontanissima dai 350/400 metri che riuscivo a fare prima dell'amputazione. Bisogna che mi dia da fare per recuperare... e anche per smaltire troppe cose buone che preparo in questo periodo!

In senso orario: sua maestà la carbonara, club sandwich, braciola di maiale con cipolle caramellate, risotto speck porri e mele, gateau di polenta, pizza, chicken pie, uova sulle nuvole, tagliatelle con sugo di spezzatino, plumcake mirtilli e yogurt. 

E adesso vado a preparare la pizza per stasera!

2 commenti:

  1. Ciao Mia, che bello leggere il diario delle avventure di Fergus e i suoi progressi riguardo la lettiera e la caccia come avevi previsto avendo come maestro Aki...e anche delle tue avventure fuori "porta" di casa...e complimenti per la tua cucina degna di un'ottimo ristorante...buon tutto e alla prossima. Mila

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  2. Ciao Mia, ti seguo in silenzio da tanto, ma oggi mi hai fatto ricordare la mia gatta Ciccina che amava dormire nell'incavo della mia ascella o del mio collo e che faceva proprio così: PRU-PRU. Abbiamo condivido il letto per 20 anni, ma non me lo ricordavo più. Grazie

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