mercoledì 13 marzo 2019

Cronache dal sarcofago - Countdown


Due settimane alla rimozione del gesso.
Fino ad ora mi sono sempre limitata a quantificare in modo approssimativo il tempo residuo nel sarcofago, perché misurato in giorni era troppo per riuscire ad affrontarlo. Adesso posso cominciare a contare e a lanciare qualche pensiero sul "dopo", che consisterà in un'altra settimana di degenza qui e poi il trasferimento in un ospedale riabilitativo più vicino a casa, per cui sono già state avviate le pratiche di richiesta.
Prima però ci sono ancora questi quattordici giorni da affrontare uno alla volta, un'ora alla volta.

Non sono stati gratis, quelli già passati. Li ho pagati uno per uno senza sconti, con dolori a volte atroci, resi più sopportabili solo da massicce dosi di analgesico a cui mi sono dovuta rassegnare, anzi, che ho dovuto richiedere e spesso sollecito un paio d'ore prima della distribuzione prevista, perché la copertura non mi basta per dodici ore. Ma non c'è alternativa.
La parte ortopedica va bene, benissimo. In piedi ogni mattina, da un paio di giorni riesco anche a fare qualche passo (= strisciare penosamente i piedi di pochi centimetri appesa al deambulatore) per il trasferimento dal letto alla sedia e viceversa.
Quello che mi massacra è l'intestino, devastato da spasmi dolorosissimi a intervalli talvolta solo di pochi minuti.

Quando il dolore è tanto e per tanto tempo, tutte le fragilità vengono a galla. Lacrime di puro dolore, ma anche di stanchezza, frustrazione, umiliazione. Lacrime da accettare, da lasciare scorrere e poi asciugare e andare avanti un'altra ora, un altro giorno.
Sollievo per i momenti senza dolore, in cui il tempo scorre più lieve.
Nostalgia di casa.
Gratitudine infinita per chi si prende cura di me con amore.
Incertezza per il futuro.
Speranza per un domani più luminoso.

6 commenti:

  1. cara Mia, come al solito sai descrivere in modo coinvolgente e si, bisogna dirlo, anche drammatico, tutto ciò che stai passando. Ma anche questa volta - luminosa come sei tu - trapela la speranza , e l'emozionante attesa della liberazione dal sarcofago che si fa di giorno in giorno più vicina ormai!! forza Mia!!!

    RispondiElimina
  2. Ma perché hai l'intestino così scombinato? Sono i farmaci? Non sarebbe meglio fare una coprocultura con annesso il test x il Clostridium difficile? Le inf da C.difficile sono comuni in ospedale e in chi ha preso antibiotici, io l'ho avuto, dolori tremendi, invalidanti, scariche continue...tanto sei in ospedale, ci mettono un minuto a fare il test (è un test su una tossina, come un test di gravidanza, non una coltura).

    RispondiElimina
  3. La cosa più pesante: il dover accettare le debolezze, debolezze che nessuno di noi è pronto ad affrontare

    RispondiElimina
  4. Non ti conosco Mia, ti ho scritto una sola volta, ma, se ti piace, ascolta questa aria di Vivaldi, secondo me bellissima, con parole di qulche secolo fa, ma credo intendano dire quello che dici tu, quando dici "è bene". Un saluto caro. Anna

    https://www.youtube.com/watch?v=Y-hCC3DdRaQ

    Sovente il sole
    Risplende in cielo
    Piu bello e vago
    Se oscura nube
    Gia l’offuscò.
    E il mar tranquillo
    Quasi senza onda
    Talor si scorge,
    Se ria procella
    Pria lo turbò.

    RispondiElimina