venerdì 11 agosto 2017

Ho bisogno di ferie

Ieri pomeriggio qui si è scatenato un vero e proprio uragano.
Chi c'era l'ha visto, gli altri ne avranno probabilmente sentito parlare nei telegiornali: c'è stato un violento acquazzone con vento fortissimo e una tromba d'aria che ha sradicato alberi, piegato antenne, staccato tegole e grondaie.
Questa è un'immagine della via in cui abito, ma ci sono state scene simili in tutto il paese.

Fortunatamente la nostra casa non ha subito danni, almeno per quanto siamo riusciti a valutare, non avendo la possibilità di salire sul tetto a controllare da vicino. Però io ho preso davvero tanta paura.

Mica per il temporale, no. Sono riuscita a chiudere gli scuri prima che il vento li facesse volare via e sono rimasta rintanata in casa ad attendere che finisse la bufera, al buio perché è mancata l'energia elettrica per circa un'ora e mezza. La cheesecake in frigo non si addenserà come dovrebbe, ma niente di grave.

Ero terrorizzata perché Gandalf era sparito.
L'avevo lasciato un paio d'ore prima pacificamente addormentato in salotto ed ero salita nel mio studio a lavorare. Quando sono scesa per chiudere gli scuri, non c'era. L'ho chiamato e ho guardato ovunque dentro casa: niente.
Appena il vento è calato, sono uscita a cercarlo. Ho attraversato il giardino, chiamandolo a gran voce verso i campi. Ho controllato nei giardini adiacenti, nel cantiere delle nuove case in costruzione dall'altra parte della strada, ho percorso la via su e giù ripetendo il suo nome a intervalli regolari, tanto che alcuni vicini sono usciti a chiedere cosa fosse successo.
Quando il dolore alla gamba è diventato troppo forte, sono rientrata a prendere il bastone, che nell'ansia del momento era rimasto in casa e... Gandalf era lì, appena entrato dalla gattaiola posteriore, un po' arruffato e con qualche rametto impigliato nella pelliccia, ma asciutto, incolume e spaventatissimo. Quasi come me.
L'ho preso in braccio e coccolato, non so se per consolare più lui o me.

La gamba deve ancora perdonarmi per lo sforzo a cui l'ho sottoposta: mi fanno male la cicatrice, i muscoli, l'inguine, il gluteo e il nervo sciatico.

Stamattina arrivo in ufficio, parcheggio, apro il baule per recuperare il PC... e solo in quel momento mi ricordo che l'avevo tolto dall'auto e lasciato sulla sedia in salotto.
Chiudo il baule, risalgo zoppicando in macchina, torno a casa a prenderlo e riparto verso l'ufficio. Appena prima di arrivare, realizzo che oggi è l'undici agosto: alle 9:45 ho la visita dall'oculista, in una struttura poco distante dalla mia sede di lavoro. Peccato che l'impegnativa sia rimasta a casa, nel mio studio.
Arrivo in ufficio, timbro il cartellino, lascio sul tavolo una torta che ho preparato per i colleghi (non la cheesecake troppo morbida, ma una più adatta al consumo in ufficio).

Collego il PC, prendo dal cassetto della scrivania il panno per pulire gli occhiali... e mi resta in mano un pezzo di montatura. Ok, avevo in programma di cambiarli, però... Respiro profondo e conto fino a dieci per evitare di esplodere, che tanto me la posso prendere solo con me stessa.
Meno di mezz'ora dopo essere arrivata, esco di nuovo dall'ufficio, torno a casa, recupero un paio di occhiali di riserva, prendo l'impegnativa e vado a fare la visita.
L'oculista ha rilevato un miglioramento della vista da lontano e un peggioramento da vicino: è ora di passare alle lenti progressive.
Ma soprattutto, è ora di prendermi qualche giorno di riposo, prima di combinare danni peggiori.
Dalle 12:30 di oggi sono ufficialmente in ferie!

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