giovedì 11 agosto 2016

Precauzioni

Prime due sedute di radioterapia superate.


Ieri Renato ha voluto prendere un giorno di permesso per accompagnarmi. Gli avevo detto che non ce n'era bisogno, potevo andare da sola, ma capisco e apprezzo la sua volontà di starmi vicino, di esserci nei momenti importanti di questo percorso.

Era previsto prima di tutto il colloquio con l'infermiera che sarà il mio riferimento per questo ciclo di terapie: è stato un piacere ritrovare gli occhi azzurri e il sorriso di Luana, uno dei miei angeli custodi di nove anni fa.
Luana ha compilato la mia cartella infermieristica e mi ha consegnato la crema da applicare sulla zona irradiata e i fermenti lattici. Si tratta di precauzioni rispetto ai possibili effetti del trattamento radioterapico, che potrebbe provocare irritazione cutanea e indebolimento della flora batterica intestinale, ma i tecnici della radioterapia, dopo aver analizzato la pianificazione delle dosi e dei volumi da irradiare, ritengono che non mi comporterà particolari problemi.

Facce nuove in sala infusioni, ma stessa professionalità e cortesia di sempre.
Mi hanno prelevato parecchie provette di sangue: alcune servono per gli esami di inizio terapia, altre finiranno nella Biobanca, un bellissimo progetto del CRO di Aviano che raccoglie campioni biologici, in particolare da pazienti con patologie rare, che vengono conservati e tenuti a disposizione per futuri progetti di ricerca.

La Biobanca è uno strumento straordinario per la ricerca sui tumori rari come il mio. In generale, il risultato di una ricerca è tanto più affidabile quanto più è ricco il campione esaminato. Analizzando numerosi casi è possibile individuare con maggiore precisione gli elementi comuni e ottenere dati statistici più completi e attendibili. I tumori rari sono - appunto - rari, poco comuni; anche nelle strutture oncologiche specializzate possono arrivare poche decine di casi all'anno, a volte anche meno. Un ricercatore che vuole avviare uno studio su un tumore raro può avere bisogno di diversi anni per radunare un campione statisticamente significativo di pazienti e questa mancanza di dati è una delle maggiori difficoltà per la ricerca sulle malattie rare.
La Biobanca effettua una raccolta di campioni massiva, a prescindere dal fatto che ci siano o meno ricerche in corso su una determinata patologia. Questi campioni rimangono a disposizione dei ricercatori, in modo che all'avvio di uno studio sia possibile lavorare subito su una quantità di dati significativa. A ogni paziente viene proposto di partecipare a questo progetto, autorizzando la conservazione di campioni di sangue e di eventuali altri tessuti di cui sia previsto il prelievo nell'ambito del programma di trattamento. Il disagio è davvero minimo, solo qualche provetta di sangue prelevato in più, ma l'aiuto che si può dare alla ricerca è davvero importante.

Dopo il colloquio infermieristico e il prelievo, è arrivato il momento della terapia.
Il macchinario somiglia a quello per la TAC, ma con il tunnel più lungo. Nella parte superiore, qualcuno ha attaccato il disegno di un sole, lo stesso che aveva trovato Wolkerina quattro anni fa. Probabilmente è stato realizzato da uno dei piccoli pazienti che sono passati da quel reparto, dato che la precisione della tomoterapia la rende particolarmente adatta all'uso pediatrico. Spero che ora quel bambino sia un ragazzo, sano e felice, e vorrei che sapesse che il suo sole regala un sorriso a tanti pazienti che entrano in quella stanza.


Qualche minuto con i tecnici per riprodurre con la massima precisione possibile la posizione definita durante la seduta di centraggio e allineare correttamente i tatuaggi, in modo che le radiazioni arrivino esattamente dove serve, poi due giri nel tunnel: uno per la TAC preliminare di controllo della posizione, e il secondo, più lungo, per il trattamento vero e proprio.
La posizione si è confermata piuttosto scomoda da mantenere, con la gamba flessa di lato che "tira" sull'inguine, ma già in fase di pianificazione avevamo verificato che è l'unica possibile. Domani con i tecnici vediamo se è possibile renderla un po' più confortevole posizionando un piccolo rialzo per migliorare l'appoggio della coscia.

Ho ottenuto un orario di trattamento compatibile con il lavoro, anche se non potrò permettermi il minimo ritardo di uscita dall'ufficio per arrivare in tempo. Per prudenza, ho preferito anticipare la sveglia mattutina di dieci minuti, per avere la possibilità di uscire un po' prima delle 12:30 rispettando comunque le quattro ore di lavoro previste.
Ho anche impostato una sveglia alle 12:20, un'altra precauzione per ricordarmi che devo andare a fare la radioterapia. E se qualcuno si sta chiedendo come potrei dimenticare una cosa così importante, sappiate non più tardi di ieri ho detto a una persona che oggi sarei stata a casa tutto il giorno. Mi sono subito corretta, ma preferisco non ignorare questo campanello d'allarme.
A proposito di campanelli ignorati, questa volta non mi sono fatta fregare dalle delicate suonerie del cellulare e me ne sono scelta una ad hoc, che sicuramente non potrò ignorare.


4 commenti:

  1. Pigna coraggiosa scrivo solo HOANA. Tvb

    RispondiElimina
  2. Sono contenta che stia andando tutto bene, meraviglioso il progetto della Biobanca. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  3. Ho letto in tre giorni tutto il tuo blog. Solo una parola.... Stima!!! Ste

    RispondiElimina