Capisco la buona intenzione e la apprezzo sinceramente, ma a me questa espressione non piace.
Pensare positivo mi dà l'idea di un ottimismo forzato, di un'ottusa negazione della possibilità che qualcosa vada storto, di un'artificiosa fuga in una dimensione ideale.
Sembra quasi che pensare positivo serva in qualche modo a fare in modo che non accada mai nulla di brutto, mentre se non pensi positivo ti chiami addosso le disgrazie, o quasi.
È una rappresentazione molto significativa di una cultura contemporanea in cui tutti devono essere perennemente sani, belli e felici. Guai a parlare di invecchiamento, di malattia e (non sia mai!) di morte, guai anche solo a pensare a queste cose! Sono tabù, vanno tenute nascoste, sono i panni sporchi da lavare in casa, la polvere da nascondere sotto il tappeto.
Questo non mi appartiene.
Non vedo alcun vantaggio nel cercare di convincersi che le cose andranno sempre per il meglio, credo sia molto più utile imparare a fare i conti con la possibilità che si verifichino anche situazioni negative.Questo non vuol dire aspettarsi sempre il peggio, men che meno sprofondare nell'autocommiserazione e nel piagnisteo, ma semplicemente accettare l'idea che può accadere qualcosa di sgradevole e proprio grazie a questa consapevolezza, apprezzare tutte le cose belle che si incontrano ogni giorno. Significa dare maggior valore a ciò che accade di buono, proprio perché non è scontato. Significa vivere pienamente.
Io non penso positivo.
Io vivo positivo.
Irrita anche me.
RispondiEliminaMa sono convinta che la gente sfoderi questa frase perchè non sa cosa dire. O per non pensare (loro) ai rischi che corri.
Poi sono le stesse persone che come gli viene un mal di testa più forte del solito vanno dal medico a chiedere se non sia il caso di fare una Tac.
Un bacio tesora.
Chi è intelligente è intelligente. Punto. E tu sei intelligente.
RispondiEliminaUn abbraccio intenso :-)