giovedì 21 febbraio 2013

Di nuovo matricola

Qualche mese fa sono stata presa da uno strano raptus e mi sono messa a curiosare tra i siti delle Università.
Seconda laurea? Idea stuzzicante, ma quelle che mi interessano sarebbero troppo impegnative e mi servirebbero altre tre o quattro vite per fare tutto quello che vorrei: giurisprudenza, medicina, economia... Lasciamo perdere.
Un master? Magari... ma costano una fortuna e questo non è proprio periodo di vacche grasse.
A furia di curiosare, alla fine ho trovato una proposta davvero interessante: un corso di perfezionamento in Lean Manufacturing, le metodologie di produzione snella a cui avevo già iniziato ad interessarmi per conto mio qualche tempo fa.
L'impegno sembrava compatibile con l'attività lavorativa: un paio di giornate al mese per circa sei mesi, alla facoltà di Ingegneria di Padova, proprio quella in cui mi sono laureata tanti anni fa: un ritorno alle origini.
Ciliegina sulla torta, c'era una considerevole riduzione della quota di iscrizione per gli allievi con percentuale di invalidità pari o superiore al 66%: finalmente il riconoscimento di invalidità mi dà qualche beneficio.
Ed eccomi dunque di nuovo matricola!


L'edificio in cui si trova l'aula è lo stesso in cui seguivo le lezioni di disegno al primo anno, ma ho trovato alcune novità interessanti.
Innanzitutto sul sito dell'Università c'erano tutte le informazioni che mi servivano e ho potuto completare l'intera procedura di iscrizione senza muovermi dalla mia scrivania: bonifico on-line per il versamento della quota e trasmissione della modulistica con PEC: decisamente più comodo rispetto alle code in Posta e in segreteria.
I docenti sono professori universitari, ricercatori e professionisti esterni; ognuno di loro, oltre a svolgere attività di docenza, ricopre incarichi manageriali o di consulenza nel mondo delle imprese e questo aggiunge valore al loro insegnamento, perché i contenuti che propongono sono basati su esperienze reali e concrete.

Il programma prevede lezioni teoriche in aula alternate a simulazioni pratiche e visite in aziende.
Le prime due lezioni sono state molto interessanti e hanno confermato la mia teoria secondo cui la consapevolezza delle possibili applicazioni pratiche degli argomenti trattati facilita enormemente l'apprendimento: se avessi ascoltato questi concetti prima di iniziare a lavorare, ne avrei compreso sì e no la metà e questo mi fa pensare - con rammarico - a quante conoscenze mi sono sicuramente sfuggite durante il mio percorso di studi perché non avevo la percezione del contesto in cui si sarebbero dovute inserire.

Una cosa invece - purtroppo - non è cambiata affatto: i libri costano sempre una fortuna. Né c'è da sperare di risparmiare qualcosa con gli e-book, i cui prezzi non sono affatto concorrenziali rispetto al formato cartaceo, un po' per avidità degli autori e/o editori e un po' per una assurda normativa europea che li classifica non come prodotti editoriali (a cui si applica l'IVA agevolata al 4%), ma come prodotti digitali (con IVA al 21%). Con buona pace dei proclami sulla diffusione della cultura.

Insomma, il ritorno in aula - dalla parte degli allievi, perché in cattedra ogni tanto ci vado per lavoro - è stato piacevolissimo. E poi, chissà... magari l'appetito vien mangiando!

13 commenti:

  1. Grande Mia! Ammirevole il tuo desiderio di "rimetterti in gioco".....
    Io pensavo che anche sui testi scolastici in ebook ci fosse un buon risparmio, invece.....mannaggia! rita

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    1. Sugli e-book non ho parole: considerato che i libri tradizionali si trovano abbastanza facilmente con sconti del 10-15% sul prezzo di copertina, gli e-book talvolta costano addirittura di più!

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  2. Fico! Anche io voglio!! Ora vado subito a controllare!
    Grazie per l'idea!

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  3. ho amiche che a 50 anni,con l'iscrizione all'università dicono di avere trovato una seconda giovinezza. se invece dei decoder e degli incentivi alle cose si facessero incentivi su queste cose si vivrebbe meglio, anche per la socialità e il movimento, lo scambio mentale che conseguirebbe, no? un'altra economia...
    auguri per il corso. ti divertirai!
    silvia

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    1. Hai ragione, queste sarebbero proprio le cose da incentivare perché creano innovazione, occasioni di confronto e circolazione di idee che si ripercuotono positivamente su tutta la società.

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  4. Ma che belloooo!!!!! Lo studio e la lettura sono da sempre due grandi passioni. Quasi, quasi.... ci penso anch'io.
    Bravissima Mia
    Natalina

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  5. I miei complimenti.
    Ma in parole terra-terra per la sottoscritta, che roba è quella che studierai???????
    Santa ignoranza, l'importante sai com'è, è ammetterlo, anche se mi vergogno tanto.
    Ciao Mia
    4p

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    1. Considera che fino a un paio d'anni fa non sapevo nemmeno io di cosa si trattasse...

      In estrema sintesi: a partire dagli anni 50, la Toyota ha studiato e messo a punto metodi innovativi di organizzazione della produzione, stravolgendo completamente il modello tradizionale della catena di montaggio, con l'obiettivo di ridurre i tempi di realizzazione dei prodotti, le scorte di magazzino e di conseguenza i costi (per questo si parla di "produzione snella").
      L'idea di base è eliminare gli sprechi ed i tempi di attesa tra le diverse lavorazioni, in modo da arrivare ad un tempo di realizzazione molto breve (pochi giorni o addirittura poche ore), per cui si può avviare la produzione solo quando il cliente richiede effettivamente il prodotto, senza creare scorte che potrebbero non essere mai vendute.

      All'inizio degli anni '90 il mondo industriale ha iniziato ad accorgersi di questo nuovo approccio organizzativo, che ha portato la Toyota dal ruolo assolutamente marginale degli anni 50 alla leadership mondiale nel mercato dell'auto e si è iniziato ad applicare questo modello anche in aziende di settori diversi ottenendo ottimi risultati, a volte addirittura strabilianti.

      Quello che ho iniziato a studiare sono i metodi e gli strumenti per l'applicazione del sistema "lean" (snello) nelle aziende.

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  6. Eliminare gli sprechi, mi piace molto questa cosa, ma l'obiettivo di ridurre i tempi alla catena di montaggio??? Non vorrà mica dire sveltire ancora di più il povero operaio, (classe operaia va in paradiso- un pezzo un culo, un pezzo un culo)tipo cottimo??????
    Parliamo di robot o di uomini??
    4p

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    1. No, l'idea è completamente diversa: l'obiettivo non è produrre più pezzi possibile, ma produrre solo ciò che serve nel momento in cui serve.
      Non c'è catena di montaggio nelle fabbriche lean, ma gruppi di macchine vicine tra loro che realizzano piccoli lotti.
      Agli addetti è richiesta flessibilità, cioè disponibilità ad eseguire compiti diversi in funzione delle necessità del momento, e coinvolgimento in prima persona nell'identificare tutte le opportunità di miglioramento, a partire dall'ergonomia della postazione di lavoro.
      Niente affatto robot, ma persone con competenze da mettere a frutto per migliorare la qualità del lavoro.

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  7. E allora forza Mia, conto su di te, studiastudia è una specializzazione utilissima in questa società di sprechi davvero coinvolgente. Buona cosa.
    Grazie per avermelo spiegato così bene.
    Bye 4p

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