giovedì 21 aprile 2011

Come una farfalla

Anche oggi mi sono dedicata al giardinaggio.
Gli ex suoceri mi hanno regalato una bellissima pianta di lamponi, prelevata dal loro orto e alta già circa un metro e stamattina mi sono armata dei miei fedeli attrezzi per metterla a dimora.

Ero partita con l'idea di usare la vanga per scavare, ma l'ultimo spazio libero che mi era rimasto nelle aiole esposte al sole è infestato dalla gramigna, che sviluppa un sistema intricatissimo di radici sotterranee per cui dopo un paio di inutili tentativi nei quali la vanga si fermava contro le radici e non bastava tutto il mio peso per farla affondare più di pochi centimetri, mi sono rassegnata ad un lavoro più lungo con gli attrezzi piccoli, che mi permettevano di affrontare e tagliare una radice per volta, fino a liberare uno spazio sufficiente per la zolla con i lamponi. A questo punto però mi serviva un altro attrezzo. Data la circonferenza elefantiaca delle mie cosce e polpacci, ho da anni difficoltà a restare a lungo accucciata, sto scomoda, mi si comprime la cellulite e si blocca la circolazione nelle gambe; dopo l'ultimo intervento, e con l'ulteriore impedimento della palla, quando devo lavorare raso terra mi è ormai indispensabile lo sgabellino basso, quello che qui chiamano scagnetto.
Ho lavorato con la zappetta e la palettina, è stato un po' come svuotare la vasca da bagno con un cucchiaino da caffè, perché mi serviva una buca  abbastanza grande e alla fine con la terra che ho spostato ci ho riempito fino all'orlo un grosso secchio. Ma soprattutto è stata una battaglia titanica con la perfida gramigna, che tra l'altro devo stare bene attenta a non toccare a mani nude, perché nei punti di contatto la pelle mi si arrossa e prude ferocemente. Ogni pochi minuti dovevo interrompere lo scavo per estirpare a forza qualche pezzo di radice, tirando energicamente per liberarla dalla terra.
Ed è stata in una di queste occasioni che lo scagnetto mi ha tradito.
Poveretto, non è stata colpa sua, c'era una radice particolarmente tenace e mi ero sollevata per tirare più forte facendo forza con le gambe; quando finalmente la radice ha ceduto, mi sono sbilanciata all'indietro e ho urtato lo scagnetto, che si è capovolto. E io ci sono finita sopra, seduta sì, ma dalla parte sbagliata.
Avete presente le farfalle chiamate Vanessa io, che hanno quelle belle macchie di forma circolare, disposte simmetricamente sui due lati delle ali e intensamente colorate di rosso, giallo, blu e viola?
Ecco, adesso io uguale, ma non sulle ali.

2 commenti:

  1. CHE BELLA FARFALLA MIA!!
    QUANDO HO LETTO IL TITOLO, PENSAVO TU TI RIFERISSI ALLA LEGGIADRIA DELLA FARFALLA.....NON HAI TUOI LIVIDI!!
    ARCOBALENO

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