mercoledì 23 luglio 2025

Avanti e indietro, avanti e indietro

Questa volta è andata, il radiologo interventista è riuscito a eseguire la biopsia con guida TAC.
Prima ha riprovato con l'ecografo, confermando che non era sufficiente a determinare con precisione la posizione del nodulo, poi ha richiesto un paio di scansioni TAC e ha tracciato alcuni segni con il pennarello sulla mia pancia come riferimento per la centratura, e ha voluto ancora qualche scansione per identificare esattamente il punto in cui inserire l'ago.
Mi ha fatto un'anestesia locale e ha avviato l'inserimento dell'ago, poi ha utilizzato un'altra serie di scansioni TAC per raggiungere esattamente il nodulo e ha eseguito i prelievi, alternandoli con altre scansioni, in un ripetersi di passaggi avanti e indietro attraverso l'anello della TAC. Durante una delle operazioni di posizionamento, l'ago deve aver sfiorato uno dei nervi responsabili dell'arto fantasma, perché ho sentito una frustata di dolore intenso fino alla punta dell'alluce fantasma e solo un autocontrollo esercitato per anni mi ha permesso di rimanere perfettamente immobile, tanto che nessuno dei presenti se n'è accorto... tranne me, ovviamente. 
Questa volta non ho tenuto il conto dei prelievi e dei passaggi in TAC, che sicuramente sono stati tanti, perché ero impegnata a cercare di ricordare se questa è stata la mia quinta biopsia oppure la sesta. 


Dopo l'estrazione dell'ago, il foro è stato tamponato e medicato con un cerotto, poi ancora una scansione TAC, che ha rilevato un piccolo ematoma, niente di cui preoccuparsi, e una mezz'oretta in sala d'attesa per assicurarsi che fosse tutto a posto.
Tutto bene per i primi dieci o quindici minuti, poi sono sbiancata e ho iniziato a sentire un principio di capogiro e una punta di nausea. Renato ha immediatamente avvisato il personale e mi hanno spostata su una barella, collegato un monitor cardiaco e tenuta in osservazione per circa un'ora. 


Si è risolto tutto in fretta e senza conseguenze, probabilmente il mancamento era dovuto allo stress della procedura, ma prima di lasciarmi andare, il radiologo ha disposto un'ultima scansione TAC per verificare che l'ematoma non fosse aumentato e finalmente ho avuto il via libera.
Dato che ero a digiuno dalla sera prima, ci siamo fermati al bar dello IOV per mangiare un boccone prima di riprendere la strada di casa. Durante il viaggio di ritorno mi è piombata addosso tutta la stanchezza della giornata e mi sono addirittura appisolata per qualche minuto, cosa abbastanza insolita perché raramente riesco a dormire in auto. Quando siamo arrivati a casa, non vedevo l'ora di stendermi e sono andata direttamente a letto, dove sono rimasta fino alla mattina seguente, alternando sonno e ascolto di audiolibri.
Ora attendiamo l'esito, con pazienza perché ci vorrà circa un mese.

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