lunedì 9 settembre 2024

Le parole pesanti

Credo che nessuno che sia sano di mente si sognerebbe di andare a dire a un malato terminale che ha perso o che è stato sconfitto. 
Sarebbe come dire che non è stato abbastanza forte, non ha avuto sufficiente coraggio, non ha lottato quanto avrebbe dovuto. 
Sarebbe crudele e disumano, una imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti di una persona che attraversa un'esperienza terribile.
Significherebbe togliere dignità a chi si trova al termine di un percorso difficile e doloroso.

E allora perché viene ritenuto assolutamente normale usare pubblicamente quelle parole così pesanti quando una persona muore?

Titoli di giornali online o pagine web

5 commenti:

  1. Mia, forse perché non è neppure questione di essere sani di mente, forse sono semplicemente persone senza empatia...
    ... di sicuro, non ci sono passati loro e non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire essere malati.
    Un abbraccio da Michela d'oltralpe e una carezza ai pelosi

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  2. A me sembra un linguaggio vecchio, superato da una mentalità che sta prendendo piede negli ultimi anni e non concepisce più il tumore come un nemico da combattere, bensì una parte della persona di cui avere cura. Allo stesso modo, alcuni ancora usano giri di parole per riferirsi al cancro: "male incurabile" va ancora fortissimo, come negli anni '80 quando effettivamente molte cure erano di là da venire. Chi fa i titoli spesso non è il giornalista che scrive l' articolo e deve obbedire a regole stringenti sulla lunghezza delle frasi, tuttavia se si leggono ancora certe stupidaggini è segno che il tema, nelle redazioni, continua a essere poco sentito. Ti saluto Mia, buona giornata!

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  3. Mah guarda, non ci vedo un significato negativo, cioè per come la interpreto il fatto che alla fine si muoia di cancro non è un indice di debolezza o ignavia del malato, ma della forza soverchiante della malattia. Tipo i trecento delle Termopili, non gli si può rinfacciare nulla, furono sopraffatti. Però è vero che alla lunga questi titoli sono stucchevoli, e riscontro gli stessi stereotipi quando si parla di sordità: "soffre di sordomutismo (o anche autismo)" non si può leggere, eppure capita.
    Quale sarebbe invece una terminologia adeguata? Caio si è spento per un *oma? E' una discussione interessante e istruttiva.

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  4. Hai ragione Mia, questi modi di dire di perdere battaglie o vincerle come se fosse una questione di capacità guerriera delle persone sono senza senso…un abbraccio da Laura

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  5. Mia hai ragione che sono parole pesanti, ma non credo che lo facciano con l'intento di togliere rispetto a chi attraversa una tale esperienza e neanche dignità a chi si trova alla fine di questo percorso, ma perché ce l'hanno con queste terribili malattie, ma sono d'accordo che potrebbero usare parole diverse.
    Un'abbraccio!

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