sabato 12 giugno 2021

La realtà che supera la fantasia

Ho avuto un grande amore nell'adolescenza, assoluto e totalizzante come tutti gli amori dell'adolescenza. È durato tredici anni. È stato esaltante, difficile, faticoso, meraviglioso. Mi ha fatto esultare, ridere, soffrire, qualche volta piangere. 
Pensavo che sarebbe durato per sempre, invece a un certo punto, qualcosa si è spezzato, non ce l'ho più fatta ad andare avanti. Mi ricordo ancora la sofferenza di quell'ultimo giorno, me la sono portata dietro per anni, dopo.
Quando l'arbitro ha fischiato la fine del set, ultima partita di campionato, vittoria per noi, sapevo che era finita: la mia schiena aveva detto definitivamente "basta". Ho pagato anni di allenamenti troppo intensi, in cui avevo cercato di compensare con la volontà ciò che la natura non mi aveva dato: altezza, velocità, elevazione.


Non sarei nemmeno dovuta essere in campo, quell'anno, dovevo solo fare da seconda allenatrice, ma a metà stagione la squadra era decimata da infortuni e ritiri, per una partita si erano ritrovate solo in cinque, non meritavano di finire sconfitte a tavolino. 

Ero arrivata alla pallavolo, come tantissime ragazzine della mia età, attirata dai cartoni animati giapponesi. Le prime serie con protagonista Mimì Ayuhara erano state trasmesse con il titolo Quella magnifica dozzina. A casa dei miei nonni, dove abitavo, non si vedevano ancora le reti private e quasi ogni giorno prendevo la bicicletta per andare a vederlo a casa della zia, nel paese vicino. 


Nelle stagioni successive il titolo divenne Mimì e la nazionale di pallavolo e la nonna decise di installare l'antenna per le TV private, così potevo finalmente guardarlo da casa. Qualche anno più tardi arrivarono anche Mila e Shiro - Due cuori nella pallavolo.
Dal punto di vista tecnico, la pallavolo di quei cartoni animati era fantascienza: salti stratosferici, schiacciate come missili, difese acrobatiche. Quello che c'era dietro, invece, era una rappresentazione realistica dello sport sano: lavoro duro, spirito di squadra, orgoglio, dedizione, lealtà e correttezza. Lezioni che non ho mai dimenticato.

Prima della pandemia con Renato eravamo tornati al palazzetto a seguire qualche partita della squadra locale, negli ultimi mesi ci siamo dovuti accontentare delle dirette televisive, soprattutto di pallavolo femminile, che rispetto agli anni ottanta si è evoluta tantissimo: battute velocissime, muri vertiginosi, attacchi potenti, difese spettacolari. 
In questi giorni stiamo seguendo la Volley Nations League, in cui l'Italia femminile schiera una straordinaria squadra B, mentre le titolari si allenano per le Olimpiadi: abbiamo visto azioni che non hanno nulla da invidiare ai cartoni animati di Mimì: dopo quarant'anni, la fantascienza è diventata realtà, e anche di più.





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1 commento:

  1. Quando eravamo piccole, influenzate da Mimì, ci allenavamo coi braccialettini per “mimare” le catene. In generale lo sport di alto livello visto dal vero secondo me è sempre una meraviglia, perché ti rendi conto che proprio è un altro mondo, come se fossero marziani, una meccanica differente! Speriamo di poter tornare presto a goderci, in generale, gli spettacoli, sport, teatro e cinema, in sicurezza e serenità!

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