martedì 28 maggio 2019
Giorni che scorrono
Il tempo passa qui, tra alti e bassi.
Ieri ho fatto presente alcune carenze nell'assistenza in reparto. Lo sapete, sono una rompiballe, mica per niente mi occupo da più di vent'anni di qualità e soddisfazione del cliente. In questo caso credo di essere semplicemente più esigente del paziente medio di questo reparto, che in genere ha almeno trentacinque anni più di me e non è sempre lucido.
La caposala era visibilmente seccata, ma ha raccolto le mie istanze e le ha trasmesse ai collaboratori e il cambiamento si è visto subito.
Mi hanno trasferito in una stanza più lontana dalla guardiola, quindi più silenziosa, ora il mio letto è il numero 17. No, non sono superstiziosa, trovo che sia un bel numero e adoro i gatti neri.
Peccato che la nuova compagna di stanza, quasi centenaria, russi un po'.
Le giornate scorrono.
Si inizia con l'igiene del mattino, che da quando posso usare la sedia a rotelle riesco a fare in parte da sola, poi la colazione in sala comune.
Da lunedì a venerdì ogni mattina ho mezz'ora di fisioterapia. Il fisioterapista è molto bravo, mi fa lavorare al limite delle mie possibilità senza mai superarlo, sono davvero contenta.
Finito il lavoro in palestra, torno a letto per un'oretta, prima di alzarmi di nuovo per il pranzo in sala.
Fino a un paio di giorni fa il menù è stato poco gratificante e ripetitivo, ma da ieri devono essere passati alla versione estiva e ci sono piatti nuovi, più freschi e saporiti. Oggi il pranzo è stato davvero soddisfacente: pasta al pomodoro e pesto (il pomodoro non c'entrava tanto, ma vabbè), insalata di pesce proprio buona e melanzane al funghetto, finalmente un contorno saporito dopo settimane di verdure bollite senza condimento.
Dopo pranzo, se il tempo è buono, vado a vedere il mare.
La settimana scorsa mi sono lanciata in esplorazione, con la carrozzina, e ho scoperto come arrivare in una stanza al secondo piano con una grande vetrata da cui si vede la spiaggia, che ha anche una serie di piazzole attrezzate per i disabili e una zona aperta ai cani.
Mi metto vicino alla finestra, cercando di catturare con la pelle qualche raggio di sole per aumentare la produzione di vitamina D, e guardo.
Guardo le onde che si frangono incessanti sulla battigia, con un movimento quasi ipnotico. Il bagnino annoiato sulla sua torretta. I cani felici che saltano nell'acqua bassa come antilopi. Le persone che passeggiano sul bagnasciuga. Le navi lontane all'orizzonte.
Quando inizio a sentirmi stanca torno giù nel mio reparto e mi faccio aiutare a rimettermi a letto. Il pomeriggio è pigro, ma difficilmente dormo, di solito leggo, gioco oppure navigo su internet e faccio qualche esercizio per la gamba.
In questi giorni c'è qui il mio angelo custode, la zia di Monza, che viene a tenermi compagnia e a coccolarmi con cibo di contrabbando e massaggi.
E ci sono le visite di amici e parenti, tante persone, sabato sono arrivati in quattordici, che si sobbarcano lo scomodo viaggio fino a qui e portano sempre un sorriso nelle mie giornate.
Verso le 18:30 torno sulla sedia a rotelle e vado nella sala comune per la cena.
Renato viene a trovarmi a giorni alterni, passiamo quell'ora dopo cena a riempirci gli occhi e il cuore uno dell'altro e lo lascio andare sempre con fatica, perché lui è la mia ancora di salvezza, la mia famiglia e la mia casa e la nostalgia adesso è tanta, siamo separati ormai da tre mesi e mezzo, mi manca.
Ma il tempo passa e tra dieci giorni arriva la scadenza fissata dall' ortopedico per rivalutare la frattura del bacino. Se tutto va bene, dopo si torna a Portogruaro e, prima o poi, anche a casa.
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Ti leggo sempre Mia, vengo qui tutti i giorni per leggere qualcosa di te, ti penso anche a lavoro quando non vedo l'ora di tornare a casa e mettermi sul divano con il mio cane per leggerti un po. Un abbraccio, Stefania dalla Sardegna
RispondiEliminaGrazie Stefania!
EliminaThe cure for anything is salt water: sweat, tears or the sea
RispondiEliminaMagari...... Ma mi è venuto in mente leggendoti, e direi che sudore e lacrime ne hai versate un bel po', adesso chissà che il mare aiuti
Un abbraccio
Ale
Ne ho versati troppi. E non è ancora finita.
EliminaSei sempre nei miei pensieri!❤️
RispondiEliminaOry
Grazie Ory!
EliminaNo, non puoi davvero definirti una rompiballe se dopo tre mesi e mezzo di ospedale hai qualche pretesa, ci mancherebbe che non avessi esigenze diverse da persone di 90 anni.
RispondiEliminaQuindi il prossimo step è il controllo della frattura, dita incrociatissime, vi meritate davvero una buona notizia.
La vetrata vista mare mi sembra un plus non da poco di questo posto, quindi brava, approfittane alla grande, io al mare ci vivo e ti capisco perfettamente.
La nausea come va, è un problema risolto?
Un abbraccio
Gio
La nausea non si fa sentire ormai da quasi tre settimane, spero se ne sia andata per sempre!
EliminaCara Mia, ti seguo silenziosamente da un po'. La tua forza e resilienza sono sorprendenti, senza contare il fatto che cerchi di prendere molte cose con ironia. Sei fantastica. Anche io ho avuto un'esperienza oncologica e devo dire che vorrei riuscire a prenderla come te.
RispondiEliminaMa non ti scrivo solo per questo. Anche io ho difficoltà a dormire col rumore e uso i tappi di cera. Tu li hai mai provati<? Quelli della calmor sono i migliori per me. Sennò anche quelli in poliuretano sono molto efficaci (ce ne sono di tante marche diverse e sono tutti buoni) e hanno il vantaggio di essere morbidi morbidi. A volta ascolto anche musica rilassante con le cuffiette che in quelche modo distraggono l'orecchio da altri suoni. Esistono addirittura delle app gratuite che riproducono rumori naturali tipo il vento o la pioggia. Spero che in un modo o in un altro tu riesca a dormire meglio o almeno spero che la prossima compagna di stanza sia silenziosa :)
un abbraccio
Simona
Ho una bella scorta di tappi morbidi nel cassetto del comodino, ma fatico a usarli, ho le orecchie molto delicate e mi danno subito fastidio. Non riesco nemmeno a usare gli auricolari.
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