sabato 19 dicembre 2009

Nevicata

Stanotte mi ha svegliato il rumore del vento: fischiava, ululava, faceva sbattere contro i vetri i laccetti delle zanzariere; quando ho aperto gli occhi, la luce arancione del lampione davanti a casa illuminava un turbine di fiocchi di neve.
Primo pensiero: la neve, che meraviglia! Molto natalizio, giornata da divano, caminetto e TV...
Secondo pensiero: dobbiamo andare a prendere la suocera per accompagnarla in stazione a prendere il treno (60km tra andata e ritorno su strada provinciale stretta e prevedibilmente non ripulita dagli spazzaneve). Aiuto.
il giardino dietro casa
Il Ciccio era irrequieto, prima delle sette mi sono alzata per controllare che le ciotole fossero piene e la gattaiola non fosse bloccata, ma probabilmente era solo infastidito dalle condizioni meteorologiche, non è precisamente un gatto delle nevi, detesta questa cosa fredda e umida che si attacca alle zampe e fa il solletico sulla schiena. E soprattutto non sa dove andare a fare i suoi bisogni.
il gatto delle nevi

Mancava la corrente, ho riattivato l'interruttore differenziale che era scattato, ma poco dopo le luci si sono spente di nuovo e questa volta erano coinvolti anche i lampioni esterni.
Sono tornata a letto, ma l'idea della suocera non mi lasciava tranquilla e nel frattempo la neve continuava a fioccare, ce n'erano già una decina di centimetri. Alle sette e mezza ci siamo sentite per telefono e concordato di rinviare il viaggio, ma c'era ancora la prenotazione del treno da modificare entro un'ora dalla data di partenza prevista; ho superato brillantemente il problema della mancanza di elettricità ricordando che i telefoni funzionano anche in assenza di corrente elettrica e che in un cassetto avevo ancora un vecchio modem che prende l'alimentazione dal notebook, ma la soddisfazione (un minuto di autocelebrazione!) è durata poco: dal sito di Trenitalia non era possibile effettuare la modifica perchè il viaggio comprendeva, oltre ad un Eurostar, anche un treno regionale (e chissà mai perchè questo dovrebbe essere un problema? misteri ferroviari...). Proviamo con il call center? Macchè: funziona solo da lunedì a venerdì. L'unica soluzione per non perdere il prezzo del biglietto era andare alla biglietteria della stazione. Incazzata come un grizzly a cui hanno appena rubato il pranzo.
Di uscire in macchina non se ne parlava proprio, nel frattempo i centimetri di neve erano diventati una ventina, così mi sono armata di doposci, piumino con cappuccio, copripantaloni impermeabili, sciarpa, berretto e guanti e mi sono avviata a piedi.
la strada davanti a casa e la macchina di Renato

Ho rimpianto quasi subito di non aver pensato alle lenti a contatto: gli occhiali si appannavano e si coprivano di fiocchi di neve, dovevo continuamente toglierli per ripulirli; quando poi ho raggiunto la strada principale ho rivolto un pensiero furioso all'amministrazione Comunale che non ha ritenuto che gli abitanti della mia zona meritassero un marciapiede per percorrere con un minimo di sicurezza la strada verso il centro del paese: ho dovuto superare due rotonde camminando sul ciglio della strada e pregando che nessuna delle auto che mi passavano a fianco sbandasse sul fondo innevato. Grizzly a cui oltre a rubare il pranzo hanno anche occupato la tana.

Dopo circa un chilometro e mezzo ho raggiunto finalmente la stazione ferroviaria e ho fatto modificare la prenotazione, trattenendomi a stento dall'esporre all'addetta alla biglietteria la mia opinione sui servizi Trenitalia (l'effetto grizzly avrebbe potuto espormi ad una denuncia per ingiurie...), poi sono ripartita verso casa.
la strada della stazione

La gamba destra iniziava a dare segni di stanchezza: l'andata era stata quasi completamente controvento e per evitare le auto avevo dovuto camminare parecchio nella neve alta, ma il ritorno è stato più facile, sfruttando i passaggi che avevo creato in precedenza, comunque è stata una bella ginnastica che mi ha regalato un paio di morsi particolarmente feroci da parte delle formiche del prosciutto e un appetito particolarmente vorace, per cui a pranzo mi è costato più del solito rispettare la dieta e mi sono concessa un piccolo strappo con un pezzetto (piccolo, davvero!) di formaggio.
il nocciolo contorto

La corrente non era ancora tornata, pare che ci sia stato un guasto in una cabina dell'ENEL e tutto il quartiere era al buio e al freddo, dato che anche le caldaie a gas hanno bisogno di elettricità per funzionare, ma sono riuscita a fare una doccia velocissima con l'ultima acqua calda rimasta nel boiler. Abbiamo acceso il caminetto, ma anche quello funzionava a metà, non potendo avviare le ventole per l'emissione di aria calda.
Dopo pranzo aveva smesso di nevicare, allora pronti per un altro po' di sport: armati di badile e scopa di saggina, abbiamo liberato dalla neve il vialetto pedonale e quello carrabile per non rischiare la formazione di lastre di ghiaccio, aprendo un corridoio per le auto fino al centro della strada.
Nel frattempo era uscito il sole e lo spettacolo del tramonto è stato davvero splendido.
il giardino al tramonto
il mirto
i viburni
  nocciolo contorto
tramonto

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