Oggi dovevo ritirare l'esito di risonanza pelvica e radiografia del torace. Questa volta ero così spaventata dal riacutizzarsi dei fastidi nella zona dell'intervento che stamattina, per la prima volta, ho preso in considerazione l'idea di rinviare il momento della verità, di rimanere appallottolata sotto il piumone, al sicuro, invece di andare a ritirare i referti.
Idea stupida. So benissimo che la cosa più difficile da sopportare è proprio l'incertezza dell'attesa, quindi mi sono alzata, ho fatto colazione e sono partita.
Ci vogliono circa quaranta minuti da casa mia per arrivare al centro oncologico e in quei quaranta minuti c'è tutto il tempo per immaginare scenari più o meno favorevoli. Ma, per fortuna, c'è anche il tempo per guardare fuori, per sentire che c'è odore di primavera, che la natura è di nuovo pronta a esplodere di vita; c'è stato il tempo per notare che sulle montagne c'è troppo poca neve, e questo vuol dire riserve d'acqua ridotte per la prossima estate.
Man mano che la distanza si riduceva, però, era sempre più difficile pensare ad altro e quando sono arrivata nel parcheggio, mentre scendevo dall'auto e mi incamminavo verso l'ingresso, ero ridotta a negoziare con il destino: "Va bene tutto, purché non ci siano metastasi".
Una volta varcata la porta d'ingresso, i pensieri si sono spenti e ho attivato il pilota automatico fino alla radiologia. Tirare fuori il foglio per il ritiro. Controllare per la duemillesima volta che la data di disponibilità dei referti sia proprio oggi. Consegnare il foglio allo sportello. Osservare l'addetto mentre fruga nel raccoglitore delle lastre.
Poi torna e mi dice: "Qui non ci sono, se ha un po' di pazienza e attende, appena posso le vado a cercare".
No, non ho pazienza, ma non ho nemmeno alternative e allora sorrido, dico che va bene. E intanto in testa frulla di tutto: "Li avranno già passati all'oncologo perché c'era qualcosa da valutare con urgenza...", "Li hanno persi e devo rifare tutto...", "La situazione è così drammatica che vogliono farmeli consegnare di persona da un medico...".
Però... però prima di me in coda c'era un'altra signora che mi aveva detto di andare pure avanti, perché lei stava aspettando un referto. E allora, vuoi vedere che... forse... magari...
Ci sediamo insieme e la signora mi conferma che anche i suoi esiti avrebbero dovuto essere pronti oggi, ma non ci sono e lei sta aspettando già da più di dieci minuti che l'addetto vada a cercarli, però lui non si può allontanare perché allo sportello continua ad arrivare gente.
Nel frattempo, un'altra persona viene invitata ad attendere. Allora è vero: non manca solo il mio referto, sono semplicemente in ritardo. L'ansia cala di qualche punto.
Finalmente, dopo circa un quarto d'ora, il flusso di persone allo sportello si interrompe e l'addetto riesce ad andare a recuperare i nostri referti.
Prendo le buste con le mani che tremano, controllo che siano proprio le mie, apro, inizio a leggere e alla seconda riga mi rendo conto che sto scorrendo le parole senza capirle. Mi fermo, ricomincio e il testo appare finalmente chiaro e comprensibile. L'esame odierno, confrontato con precedente del 30 agosto 2011, non fa rilevare modificazioni significative.
C'è il linfocele, la "palla", più o meno sempre uguale. E basta.
Riprendo a respirare, accorgendomi solo ora che avevo trattenuto il fiato.
Ferma. Non è finita. Vediamo il torace.
Non evidenziate alterazioni, ombra cardio-mediastinica regolare.
È andata!
Lo so, manca ancora l'ecografia che permetterà di controllare il fegato e la parte alta dell'addome. Intanto però mi godo queste buone notizie.
pfiuuuuuuu
RispondiEliminaun primo, cauto certo, sempre scaramantico, ma molto lieto
PFIUUUUU
e tanti baci :)
Mi farai morire... Se vai avanti così mi farai morire di crepacuore. Lo so.
RispondiEliminaMa intanto... un brindisi!!!
Urca... ho trattenuto il fiato anch'io!!!
RispondiEliminaEvvai!!!
Lara
sospirone di sollievo...intanto prendiamo questi, poi si vedrà...anche io contratto sempre fra me e me i risultati, arrivando a dei punti di delirio inenarrabili
RispondiEliminaevviva, un primo scaglione è andato!!
RispondiEliminaOk, lo ammetto, sono stata un po' bastarda... ma volevo darvi un assaggio di quello che ho passato stamattina! (della serie: perché solo a me?)
RispondiElimina@Mamigà: non voglio averti sulla coscienza, accidenti, non avevo pensato che hai il cuore ballerino!
Mamma mia...riprendo fiato anche io altrimenti non riesco a rispondere!! Felicissima per questi primi esiti e dita ancora incrociate per quelli ancora da ritirare. Un abbraccio
RispondiEliminaScusa Mia...l'anonimo "qua sopra" è rita
RispondiEliminaguarda Mia, con tutto il rispetto, ma stavolta ti avrei picchiata! e non lo potevi scrivere subito che andava tutto bene????
RispondiEliminaa parte l'ansia che mi hai fatto accumulare fino alle ultime righe, ora posso esultare di gioia con te!
1 BACIO
RispondiEliminaFelice, tanto felice per te.
RispondiEliminaIl gattino è bellissimo e contento come te.
4p
Ihihihihi!!!
RispondiEliminaScusatemi, avevo bisogno di scaricare la tensione e ho pensato bene di regalarvene un po' ;o)
Ma bene!!! Sono contentissima per te.Però sei stata cattivella, eh!
RispondiEliminaBacione
Lina
Tanto in ritardo, ma gioisco con te :-) Un abbraccio
RispondiEliminaGiorgia