Stamattina sono stata al CRO per la visita di controllo.
L'oncologo ha visionato le ultime analisi del sangue e la TAC, confermando che non ci sono segni di malattia e gli unici problemi sono i globuli bianchi ancora bassi e il versamento che fatica a riassorbirsi, ma per entrambi è solo questione di tempo e pazienza.
È vero che ci sarebbe la possibilità di aspirare il liquido dall'addome con una siringa, ma con il rischio di provocare un'infezione (ancora più elevato a causa del basso livello di difese immunitarie) ed una buona probabilità che il versamento si riformi, considerando anche che i tessuti interni non hanno ancora recuperato completamente dopo l'intervento e la radioterapia intraoperatoria.
Per quanto riguarda i dolori e i fastidi all'addome e ai nervi, mi sono presa una lavata di capo perchè non ho mai preso il farmaco che mi era stato prescritto.
Non l'ho fatto per diversi motivi:
1. il dolore è un campanello d'allarme, serve per segnalare che qualcosa non va; se lo si elimina senza intervenire sulla causa, si rischia di mascherare il problema e si toglie quell'avviso che ti dice "adesso fermati" quando fai uno sforzo superiore alle tue possibilità;
2. il farmaco non è indicato solo per il dolore neuropatico, ma anche per il trattamento dell'epilessia e del disturbo d'ansia generalizzata, quindi non ha effetto solo sui nervi ma anche sul cervello... l'idea di una sostanza che può influire sul funzionamento della mia mente mi crea un certo disagio;
3. la quantità e gravità dei possibili effetti collaterali è preoccupante, da quelli molto comuni, che si manifestano cioè in più di un paziente su dieci (capogiri, sonnolenza) a quelli comuni (confusione, coordinazione alterata, compromissione della memoria, disturbi dell'attenzione, offuscamento della vista, vertigini ed altri), per non parlare di quelli meno comuni o rari che sono anche peggiori. Se si considera che per me il problema non sono tanto i dolori in sè quanto le limitazioni che comportano, in particolare le difficoltà di movimento e l'impossibilità di fare sforzi, non vedo un grande vantaggio in una soluzione che probabilmente mi impedirebbe comunque non solo di lavorare, guidare e fare la spesa o i lavori di casa, ma anche di dedicarmi ai miei passatempi preferiti (leggere, giocare, scrivere sul blog...)
In sostanza, ho seri dubbi sul rapporto tra rischi e benefici.
L'oncologo ha visionato le ultime analisi del sangue e la TAC, confermando che non ci sono segni di malattia e gli unici problemi sono i globuli bianchi ancora bassi e il versamento che fatica a riassorbirsi, ma per entrambi è solo questione di tempo e pazienza.
È vero che ci sarebbe la possibilità di aspirare il liquido dall'addome con una siringa, ma con il rischio di provocare un'infezione (ancora più elevato a causa del basso livello di difese immunitarie) ed una buona probabilità che il versamento si riformi, considerando anche che i tessuti interni non hanno ancora recuperato completamente dopo l'intervento e la radioterapia intraoperatoria.
Per quanto riguarda i dolori e i fastidi all'addome e ai nervi, mi sono presa una lavata di capo perchè non ho mai preso il farmaco che mi era stato prescritto.
Non l'ho fatto per diversi motivi:
1. il dolore è un campanello d'allarme, serve per segnalare che qualcosa non va; se lo si elimina senza intervenire sulla causa, si rischia di mascherare il problema e si toglie quell'avviso che ti dice "adesso fermati" quando fai uno sforzo superiore alle tue possibilità;
2. il farmaco non è indicato solo per il dolore neuropatico, ma anche per il trattamento dell'epilessia e del disturbo d'ansia generalizzata, quindi non ha effetto solo sui nervi ma anche sul cervello... l'idea di una sostanza che può influire sul funzionamento della mia mente mi crea un certo disagio;
3. la quantità e gravità dei possibili effetti collaterali è preoccupante, da quelli molto comuni, che si manifestano cioè in più di un paziente su dieci (capogiri, sonnolenza) a quelli comuni (confusione, coordinazione alterata, compromissione della memoria, disturbi dell'attenzione, offuscamento della vista, vertigini ed altri), per non parlare di quelli meno comuni o rari che sono anche peggiori. Se si considera che per me il problema non sono tanto i dolori in sè quanto le limitazioni che comportano, in particolare le difficoltà di movimento e l'impossibilità di fare sforzi, non vedo un grande vantaggio in una soluzione che probabilmente mi impedirebbe comunque non solo di lavorare, guidare e fare la spesa o i lavori di casa, ma anche di dedicarmi ai miei passatempi preferiti (leggere, giocare, scrivere sul blog...)
In sostanza, ho seri dubbi sul rapporto tra rischi e benefici.
Anche il ragionamento dell'oncologo però ha una sua logica: l'origine dei dolori è nota, i nervi danneggiati inviano segnali "sbagliati" al cervello, e il farmaco andrebbe solo a fermare questi impulsi anomali. Inoltre dolori e fastidi mi portano a camminare zoppicando e a tenere posizioni sbilanciate che alla fine provocano ulteriori problemi (mal di schiena, sovraccarico sulla gamba sinistra).
L'oncologo mi ha suggerito di provare almeno per una settimana, perchè l'effetto del farmaco non è immediato e servono alcuni giorni sia per valutarne l'efficacia che per verificare gli effetti collaterali. Però questo significherebbe prendere almeno un'altra settimana di "ferie", perchè certo non sarebbe il caso di guidare se c'è la possibilità di capogiri improvvisi e vertigini; è vero che la salute viene prima di tutto, ma anche il lavoro ha la sua importanza e ho parecchi impegni da portare avanti.
Insomma ci sono pro e contro, la decisione è difficile e i dubbi sono tanti...
L'oncologo mi ha suggerito di provare almeno per una settimana, perchè l'effetto del farmaco non è immediato e servono alcuni giorni sia per valutarne l'efficacia che per verificare gli effetti collaterali. Però questo significherebbe prendere almeno un'altra settimana di "ferie", perchè certo non sarebbe il caso di guidare se c'è la possibilità di capogiri improvvisi e vertigini; è vero che la salute viene prima di tutto, ma anche il lavoro ha la sua importanza e ho parecchi impegni da portare avanti.
Insomma ci sono pro e contro, la decisione è difficile e i dubbi sono tanti...
Nelle ultime due settimane la situazione è stata molto variabile, si sono alternate giornate ottime, in cui sono riuscita a muovermi e lavorare senza problemi, ad altre decisamente negative che hanno richiesto riposo quasi assoluto.
Nelle giornate più calde aumentano il fastidio all'addome e la sensazione di gonfiore, mentre quando si avvicina la pioggia il nervo della gamba "punge" più spesso: Renato ha già pensato di vendermi come stazione meteorologica... chissà, magari potrei avere un futuro nel campo delle previsioni del tempo!
Nelle giornate più calde aumentano il fastidio all'addome e la sensazione di gonfiore, mentre quando si avvicina la pioggia il nervo della gamba "punge" più spesso: Renato ha già pensato di vendermi come stazione meteorologica... chissà, magari potrei avere un futuro nel campo delle previsioni del tempo!
Per quanto riguarda gli effetti della menopausa precoce, a dicembre farò una densitometria ossea per valutare la situazione dei minerali a distanza di un anno: se dovesse risultare un impoverimento si valuterà la possibilità di terapia ormonale sostitutiva.
Nel frattempo cerco di limitare le vampate, che con il caldo si fanno sentire in modo particolarmente fastidioso, accompagnate spesso da abbassamento della pressione e tachicardia, con l'estratto di soia, che contiene elementi simili agli estrogeni e se non riesce ad eliminarle completamente almeno le riduce un po'.