Lui: "Formiche o cortisone?"
Io: "Cortisone."
Lui: "Ah."
Traduzione: vedendomi sveglia in orario antelucano, ha chiesto se la causa fossero i dolori da arto fantasma oppure il cortisone che mi hanno dato ieri prima della chemioterapia.
In effetti ero sveglia più o meno dalle tre e non ho più dormito, gentile omaggio del cortisone oltre al sapore schifido in bocca e alla fame chimica a cui ho resistito eroicamente, anche se dopo aver cenato con ravioli ai funghi e una fettina di torta pasqualina, avrei mangiato volentieri ancora una pizza gigante, un paio d'etti di carbonara, un hamburger multipiano con qualche chilo di patatine e cinque o sei fette di pane con crema alla nocciola. Avevo anche valutato l'ipotesi di dare una rosicchiata a Renato o a qualche gatto, ma ho deciso di soprassedere.
Le analisi del sangue fatte venerdì erano abbastanza buone, quindi la chemio di ieri, la nona, è stata confermata ed è filata liscia. Però anche l'oncologa, a cui avevo mandato come sempre gli aggiornamenti sul mio stato di salute, mi ha fatto notare che non è necessario che io esplori proprio tutte le patologie esistenti...
Bilancio delle vincite di ieri:
* nuovo farmaco antipertensivo, che aggiunge al precedente un ulteriore principio attivo, perché la pressione non ne vuole sapere di scendere;
* ecodoppler dei tronchi sovraortici: probabilmente l'ipertensione non viene da lì, ma non si sa mai;
* un nuovo antibiotico per doppia infezione urinaria: l'urinocoltura ha evidenziato la presenza di due batteri, entrambi resistenti all'antibiotico che mi era stato dato quando ho avuto il primo episodio di macroematuria* (ne ho ancora a intermittenza, ogni 4/5 giorni);
* suggerimento di rinviare l'infusione del farmaco anti osteoporosi prevista il 9 aprile, a dopo l'intervento di rimozione dei calcoli, del quale non ho ancora notizie, sperando che nel frattempo la pressione si normalizzi.