mercoledì 27 marzo 2024

Conversazioni domestiche di prima mattina

Ore 5:35
Lui: "Formiche o cortisone?"
Io: "Cortisone."
Lui: "Ah."

Traduzione: vedendomi sveglia in orario antelucano, ha chiesto se la causa fossero i dolori da arto fantasma oppure il cortisone che mi hanno dato ieri prima della chemioterapia.

In effetti ero sveglia più o meno dalle tre e non ho più dormito, gentile omaggio del cortisone oltre al sapore schifido in bocca e alla fame chimica a cui ho resistito eroicamente, anche se dopo aver cenato con ravioli ai funghi e una fettina di torta pasqualina, avrei mangiato volentieri ancora una pizza gigante, un paio d'etti di carbonara, un hamburger multipiano con qualche chilo di patatine e cinque o sei fette di pane con crema alla nocciola. Avevo anche valutato l'ipotesi di dare una rosicchiata a Renato o a qualche gatto, ma ho deciso di soprassedere.


Le analisi del sangue fatte venerdì erano abbastanza buone, quindi la chemio di ieri, la nona, è stata confermata ed è filata liscia. Però anche l'oncologa, a cui avevo mandato come sempre gli aggiornamenti sul mio stato di salute, mi ha fatto notare che non è necessario che io esplori proprio tutte le patologie esistenti...

Bilancio delle vincite di ieri:
* nuovo farmaco antipertensivo, che aggiunge al precedente un ulteriore principio attivo, perché la pressione non ne vuole sapere di scendere;
* ecodoppler dei tronchi sovraortici: probabilmente l'ipertensione non viene da lì, ma non si sa mai;
* un nuovo antibiotico per doppia infezione urinaria: l'urinocoltura ha evidenziato la presenza di due batteri, entrambi resistenti all'antibiotico che mi era stato dato quando ho avuto il primo episodio di macroematuria* (ne ho ancora a intermittenza, ogni 4/5 giorni);
* suggerimento di rinviare l'infusione del farmaco anti osteoporosi prevista il 9 aprile, a dopo l'intervento di rimozione dei calcoli, del quale non ho ancora notizie, sperando che nel frattempo la pressione si normalizzi.


*macroematuria: presenza di sangue visibile nelle urine.

venerdì 15 marzo 2024

Un nuovo acquisto

La pressione alta rilevata lunedì durante la visita cardiologica richiede un controllo quotidiano.
Avevo subito rispolverato lo sfigmomanometro a colonna della Maria, così vecchio da essere ormai un oggetto da collezione (non scherzo: ne ho visto uno uguale, ma non funzionante, in vendita a 43 euro) e ormai fuori legge perché contiene mercurio, ma più preciso di qualsiasi strumento digitale o aneroide*. 


*aneroide: con barometro privo di liquido. E anche oggi vi ho insegnato una parola nuova, potrei valutare una carriera come divulgatrice scientifica!

Però è difficile misurare la pressione con questo oggetto che ha poco meno della mia età, perché le parti in gomma, tubi e pompetta, con il tempo si sono degradate e hanno perso tenuta, escono spifferi d'aria da tutte le parti. Suppongo che si possano trovare i ricambi, ma temo che costino più di un apparecchio nuovo, quindi ho avviato la selezione per l'acquisto di un nuovo strumento.
Scartati subito tutti quelli digitali, che sono facilissimi da usare, ma poco precisi e ancor meno durevoli. La difficoltà di utilizzo dello strumento manuale per me è insignificante: vengo da una stirpe di donne ipertese e prima di iniziare la scuola elementare avevo già imparato dalla Maria, che era infermiera, a misurare la pressione alla nonna con lo sfigmomanometro a colonna, quindi mi sono orientata sui modelli ad aneroide, che hanno l'unico difetto di essere delicati, bisogna evitare urti e cadute.
Ho scartato i modelli monotubo, con il barometro montato direttamente sulla pompetta, perché sono sicuramente comodi da tenere in mano, ma per la precisione della misura, è meglio che il barometro sia lontano dal dispositivo di gonfiaggio. Poi ho eliminato quelli in cui non è possibile calibrare lo zero e tra i prodotti rimasti, ho scelto semplicemente quello che ho trovato al miglior prezzo, la stratosferica cifra di 13,95 euro. Quasi quasi me ne compro un altro da tenere di sopra.
È arrivato oggi e l'ho subito provato. Prime impressioni:
  • la calibrazione dello zero è un'ottima cosa
  • la differenza di tenuta tra il velcro del nuovo bracciale e il vecchio è più o meno quella tra l'Attack e la colla fatta in casa con acqua e farina
  • la differenza di prestazioni tra la pompetta e i tubi nuovi e quelli vecchi di oltre quarant'anni è abissale: il gonfiaggio del bracciale è infinitamente più rapido e la regolazione dello sgonfiaggio molto più precisa
  • non c'è differenza tra i valori misurati dal vecchio strumento e dal nuovo
  • la mia pressione è ancora dannatamente alta




mercoledì 13 marzo 2024

I neuroni addormentati

Quando ci scambiamo il buongiorno del mattino, ZiaCris mi chiede notizie dei neuroni: tutti presenti? tutti funzionanti? Non sono domande da fare al risveglio, infatti stamattina le ho risposto che non me lo può chiedere così su due piedi, perché io di piede ne ho uno solo, ma se non mi alzo presto, in genere mi bastano pochi minuti per recuperare una discreta lucidità, che di solito si conserva per tutta la giornata e fino a notte fonda.


La mia terapia del dolore di base prevede una compressa di antidolorifico e poche gocce di un altro farmaco prima di andare a letto. Litigo spesso con le gocce, perché faticano quasi sempre a uscire dalla boccetta a causa di piccole bolle d'aria che ostruiscono il sottile tubicino attraverso cui dovrebbero scorrere; mi sono anche creata uno strumento artigianale per bucare queste bolle d'aria, piegando ad arte la stagnola di un blister di pastiglie. Ma anche con questo, ieri sera le gocce proprio non ne volevano sapere. Mi ci sono voluti almeno dieci tentativi prima di realizzare che sarebbe stato impossibile farle uscire, dato che la boccetta era vuota.
I neuroni si saranno pure svegliati con me, ma si sono addormentati decisamente molto prima!


P.S. l'esame citologico delle urine è negativo ed esclude l'ipotesi peggiore; ora aspettiamo l'uroTAC della prossima settimana.
In compenso alla visita cardiologica di lunedì la funzionalità del cuore è risultata buona, ma avevo la pressione decisamente alta. Il cardiologo ha detto di tenerla controllata, perché potrebbe dipendere dal problema urologico, e risolversi con quello, ma se così non fosse, bisognerà intervenire. Oggi è scesa un po', ma rimane superiore al mio standard. Non c'è mai pace...

photo credits: Pixabay




giovedì 7 marzo 2024

Avventure urologiche

Martedì ho fatto la visita urologica, che ha riconfermato la presenza dei tre calcoli, chiaramente visibili nell'ecografia e disposti ordinatamente in fila, come è lecito attendersi da un'ingegnera. L'urologa si ricordava di me, perché nel 2019 lavorava a Padova e tra agosto e ottobre io avevo frequentato parecchio l'urologia, per gli esami e le procedure pre e post intervento di amputazione. Ha richiesto una cistoscopia, per valutare meglio la situazione e programmare l'intervento di cistolitotrissia, che consiste nel frantumare e rimuovere i calcoli per via endoscopica. E anche oggi abbiamo imparato una parola nuova!

Mi avevano dato appuntamento per la cistoscopia la prossima settimana, ma nella notte tra martedì e mercoledì ho avuto di nuovo sanguinamento abbondante e ho guardato sul sito di prenotazioni online della nostra ULSS se era possibile anticipare: c'era posto stamattina e l'ho preso al volo.


Come sempre, sono arrivata in anticipo. Renato mi ha fatto scendere davanti all'ingresso, poi è andato a cercare parcheggio mentre io salivo al quarto piano. Mi ero appena sistemata nel corridoio degli ambulatori, quando l'infermiera ha chiamato il paziente che aveva l'appuntamento mezz'ora prima di me: nessuna risposta. L'infermiera ha fatto un altro paio di tentativi a vuoto, ma il paziente non c'era, quindi ha chiamato me e sono entrata senza avere nemmeno il tempo di avvisare Renato, che è arrivato poco dopo e mi ha cercata in lungo in largo.



La cistoscopia non è un esame simpatico: il ravanamento per inserire la sonda è stato fastidioso e doloroso, ma una volta posizionata, ho seguito con interesse le immagini sul monitor. 
I tre calcoli sono saldamente attaccati alla parete: si sono formati sulla cicatrice interna dell'intervento del 2019, dove l'irregolarità della superficie ha favorito l'accumulo di residui cristallizzati. 
Ci sono anche segni di infiammazione all'imbocco dell'uretere destro, e l'urologo ha richiesto una UroTAC (un'altra parola nuova) per valutare lo stato del rene e dell'uretere.
Mi hanno messa in lista per l'intervento, non ho indicazioni sulla data, ma l'urologo ha detto che eviteranno di fissarlo a ridosso della chemio, quindi potrebbe essere verso metà aprile, quando avremo anche i risultati dell'esame citologico delle urine per il quale ho consegnato i campioni la settimana scorsa.

Nel frattempo, elettroformiche feroci, nausea e crampi addominali, che potrebbero essere causati dal problema vescicale.
Sono stanca, siamo stanchi, Renato e io. 


venerdì 1 marzo 2024

Facciamo tre calcoli

Nonostante l'antibiotico, per qualche giorno ho continuato a trovare tracce di sangue nelle urine e l'attesa dell'ecografia è stata piena di apprensione.
L'esame ha rilevato tre calcoli da 7mm nella vescica. Non sapevo nemmeno che esistessero i calcoli vescicali, d'altra parte non è così sorprendente che un'ingegnera abbia calcoli un po' ovunque... 

credits: Pixabay

Per capire come gestirli, serve una valutazione urologica: mi hanno dato appuntamento martedì.
Ne avrei fatto volentieri a meno, ma di certo non è la cosa peggiore che mi potesse capitare, siamo un po' più tranquilli, ma anche tanto stanchi, logorati da questo ininterrotto susseguirsi di problemi.

Nel frattempo continuo a non stare troppo bene, ogni giorno c'è qualche fastidio: una volta è il mal di testa, un'altra i crampi addominali, ieri la nausea, oggi le elettroformiche cattive... E sempre tanta stanchezza.
Vorrei un po' di tregua, qualche giornata buona per alcune cose che vorrei fare insieme a Renato, ma non possiamo fare programmi: domani sera vorrei andare a teatro, ma resterò in forse fino all'ultimo momento; si naviga a vista, giorno per giorno, ora per ora.