mercoledì 24 settembre 2025

Nessun merito

Non la conoscevo, ma mi era familiare per via delle fotografie sulle bacheche social di tanti amici comuni: una sportiva piena di energia e di sorrisi, una persona generosamente attiva nella comunità locale, una mamma. 
Aveva solo quarantotto anni e un fisico atletico da maratoneta, un'immagine difficile da conciliare con l'idea della malattia. Ma la sua corsa si è fermata. 
Sicuramente ha fatto tutto il possibile, sicuramente è stata forte e coraggiosa. 


Mentre io, con i miei cinquantasei anni e almeno venti chili di troppo, continuo a sfangarla da vent'anni, sia pure con tanta fatica e parecchi pezzi in meno. 
Posso ancora contare i cicli di chemioterapia e mandare giù ogni giorno almeno dodici farmaci, mentre mi preparo per l'ottava operazione; posso ancora lamentarmi della nausea e di non aver  potuto festeggiare l'anniversario di matrimonio.

Nessun merito per me, nessuna colpa per lei. 
Non sono più brava, più coraggiosa o più resiliente: sono ancora qui soltanto perché sono stata un po' meno sfortunata di lei.

martedì 23 settembre 2025

E nausea

Aggiornamento veloce perché non sto bene e faccio fatica a scrivere. 
Martedì scorso l'oncologa mi ha organizzato un tour de force ospedaliero, con un perfetto incastro di tempi.
- Ore 11 prelievo per le analisi richieste dell'ambulatorio osteometabolico: risultati buoni, forse si potrà rinviare la somministrazione del farmaco contro l'osteoporosi prevista tra un paio di settimane.
- Ore 12 controllo cardiologico: tutto bene.
- Ore 13:30 visita chirurgica: la possibilità di accesso laterale poco invasivo sarà verificata tramite ecografia direttamente al momento dell'intervento, ma il primario è abbastanza ottimista in questo senso, però non esclude di dover sacrificare qualche pezzo di intestino; ha richiesto la visita anestesiologica, per la quale mi hanno dato appuntamento martedì prossimo, e ipotizzato l'intervento per la settimana del 6 ottobre. 
- Ore 14 visita oncologica: abbiamo fatto il punto della situazione e confermato la terapia.
- Ore 14:30 chemioterapia: l'infusione è filata liscia, ma giovedì è tornata la nausea, che non mi ha ancora abbandonata. 

Venerdì mattina gita a Castelfranco, in ambulatorio di pronto soccorso urologico, dopo una notte in cui ho fatto litri di pipì e sangue. Il problema è sempre la cicatrice sulla parete vescicale, che favorisce la formazione di calcoli, mi hanno messa in lista per toglierli di nuovo.

E poi nausea, vomito e ancora nausea. E troppe notti in cui dormo poco e male. E nausea. E sempre un cattivo sapore in bocca. E nausea. E giornate passate a letto, in compagnia di qualche gatto e tanti audiolibri. E nausea. 
E siamo stanchi e avviliti.



giovedì 11 settembre 2025

Di male in peggio

La situazione non è migliorata, anzi. 
Nelle ultime settimane la nausea mi ha lasciato solo qualche mezza giornata di tregua, l'intestino mi ha fatto dannare, si sono risvegliate le emorroidi, le elettroformiche mi hanno massacrata e ho avuto problemi urinari, con diversi episodi di sanguinamento ed espulsione di calcoli.
Oltre a tutto questo, lunedì sera mi è salita la febbre: è iniziata con qualche brivido e due ore dopo tremavo, nonostante lo scialle e la vestaglia di pile, mentre il termometro segnava 38,4°. 
Tutto faceva pensare a un'infezione piuttosto seria e ho inaugurato il nuovo servizio della centrale operativa per la continuità assistenziale, attivato da pochi giorni nella mia Regione: l'operatore è stato gentile e professionale, ha raccolto tutte le informazioni per inquadrare la situazione attraverso domande mirate, ne ho identificate in particolare alcune che servivano per valutare le ipotesi di pielonefrite o meningite che avrebbero attivato le procedure di emergenza, e sulla base delle mie risposte, mi ha indirizzato alla guardia medica.


Ho ritrovato la stessa giovane dottoressa che mi aveva già vista un mese fa e si ricordava di me e un altro medico più anziano. Tra un conato di vomito e l'altro, ho esposto la situazione ed elencato i farmaci che assumo, precisando che da qualche giorno avevo saltato tutti quelli che di solito prendo all'ora di pranzo, in particolare uno che va assunto a stomaco pieno, perché non avevo pranzato: la nausea mi aveva reso difficilissimo mangiare e nei tre giorni precedenti ero riuscita a mandare giù soltanto un po' di brodo, una crema di funghi, qualche forchettata di pasta, due bocconi di verdure spadellate, mezzo panino e un pezzettino di formaggio. 
Il medico più anziano ha attaccato un pippone sul fatto che non dovrei mangiare formaggi, ma rivolgermi a un gastroenterologo per farmi prescrivere una dieta priva di grassi e condimenti e ha detto che per la febbre potevo prendere qualche aspirina. Io e la dottoressa lo guardavamo basite. 
Poi è uscito e la dottoressa, ancora sconcertata per lo sproloquio del collega, mi ha consigliato di rivolgermi al pronto soccorso, perché lei al massimo avrebbe potuto darmi un antiemetico, quello leggero che alla mia nausea non fa nemmeno il solletico, mentre la situazione richiedeva un approfondimento diagnostico.

In pronto soccorso mi hanno fatto analisi del sangue, con risultati fin troppo buoni, perché il valore dei globuli bianchi era assolutamente normale, ma io da quindici anni ho valori normali di globuli bianchi solo quando c'è un'infezione in corso. Ho fatto anche una TAC addome, con la macchina nuova ad alta risoluzione, velocissima, che ha rilevato diversi calcoli vescicali (chi l'avrebbe mai detto?) e il solito nodulo addominale che però è passato da 1 a 3,5 centimetri.
Ho vinto il terzo ciclo di antibiotico in un mese più un farmaco per facilitare l'espulsione dei calcoli. 
Ho trasmesso all'oncologa le immagini della TAC e le valuterà con i chirurghi: c'è il rischio concreto che questo aumento di dimensioni renda necessario un intervento più urgente e più invasivo.
Eh ma il formaggio, signora mia!


mercoledì 3 settembre 2025

Di nuovo

Di nuovo giorni pesanti, con la nausea che mi blocca a letto, con una bacinella sempre a portata di mano e le mie guardie del corpo tigrate che si allontanano solo per brevi periodi. Loro sanno.


Di nuovo notti in bianco, con gli occhi che si chiudono per il sonno, quello di adesso e quello delle notti precedenti, trascorse quasi completamente in bianco, e una nausea diversa, che non deriva dalla chemioterapia, ma dal dolore che pulsa da ore nel piede fantasma, indifferente agli analgesici, mentre valuto se prendere dal cassetto il farmaco più forte, quello che uso solo poche volte all'anno, quando la sofferenza minaccia di farmi impazzire. Decido di aspettare e finalmente, dopo due ore dall'ultima dose, il dolore si placa, ma il sollievo dura poco, perché torna la nausea, inizio a vomitare e continuo fino al mattino.


Di nuovo fatica, sofferenza e rinunce, vita confinata nell'orizzonte confortevole ma limitato di camera e bagno, il sorriso sempre più tirato che troppe volte diventa una smorfia, il filo del buonumore sempre più sottile e fragile.