mercoledì 22 ottobre 2025

Anche questa è fatta

L'intervento è andato bene. 


È durato diverse ore ed è stato necessario rimuovere un piccolo tratto di intestino che non si riusciva a separare dal tessuto malato, ma il chirurgo dice che hanno tolto tutto e questa è la cosa importante. 

Dopo l'operazione non c'è stato bisogno della terapia intensiva, ma mi hanno tenuta qualche ora in sala risveglio, per monitorare la situazione. È stato faticoso, perché sentivo ancora molto l'effetto dell'anestesia e tendevo continuamente ad appisolarmi, ma appena mi addormentavo, partivano gli allarmi per la riduzione della saturazione di ossigeno e dovevo respirare molto a fondo per farli smettere, facendo continuamente scricchiolare la costola con metastasi. 
C'erano due rilevatori, uno a destra che misurava la saturazione venosa e uno a sinistra, collegato a un'arteria del polso e per qualche misterioso motivo, la mia mente annebbiata dell'anestesia aveva associato a quello di destra il colore giallo e a quello di sinistra il rosso e all'attivarsi di ogni suono "vedevo" la relativa macchia di colore.
Dopo l'ennesimo risveglio, ho segnalato all'anestesista che per far cessare l'allarme ero costretta a iperventilare e sentivo il viso tutto informicolato, così ho vinto la cannula nasale per l'ossigeno, che mi ha permesso di dormire un po' prima di tornare in reparto.

Cose terribili
  • Il sondino nasogastrico, che dà tanto fastidio e mi fa dolere la gola a ogni minimo movimento, spero che lo tolgano in mattinata.
  • Il telino impermeabile sotto la traversa del letto, che mi ha fatto inzuppare di sudore provocandomi un forte mal di schiena; per fortuna un'infermiera comprensiva ha accettato di toglierlo.
Cose fastidiose
  • La calza antitrombo, che questa volta però non è terribile perché arriva solo poco più su del ginocchio.
  • La traversa del letto, le cui pieghe incidono veri e propri solchi sulla mia pelle.
  • La solita insonnia, che mi fa alternare due o tre ore di sonno con altrettante di veglia e la sensazione che la notte non finisca mai.
  • L'agocannula sulla mano, perché quella sul braccio ha smesso di funzionare dopo meno di 24 ore.
  • I residui di colla di cerotti.
Cose buone
  • Renato che è rimasto ad aspettarmi per tutto il tempo, non posso immaginare con quanta preoccupazione.
  • L'incisione chirurgica laterale, molto meno invasiva e fastidiosa di quella centrale.
  • Il port, che ha evitato la necessità del catetere sul collo.
  • Gli anestesisti: non so cosa mi abbiano dato, ma era roba davvero buona, non ho avuto il minimo dolore fino al mal di schiena di stanotte.
  • Gli infermieri di sala operatoria appassionati di gatti e/o di pallavolo.
  • Tutti voi che mi avete mandato innumerevoli messaggi di auguri e incoraggiamento.

lunedì 20 ottobre 2025

Eccoci qua

Procedura di ricovero completata!



Venerdì ci siamo finalmente concessi quel pranzo di pesce che aspettavamo dal nostro anniversario del 12 agosto perché io stavo sempre male. 




Il weekend invece è stato pesante per via della preparazione intestinale, che al di là del sapore schifido dei due litri di beverone sabato e due domenica, mi ha lasciato nausea fino a tarda sera in entrambi i giorni. 
Ieri sono riuscita comunque a preparare il trolley, spuntando la mia lista di ben 88 voci, che sembrano tante, ma mi avevano raccomandato di portare tutti i farmaci che prendo abitualmente, e così...


Negli ultimi giorni ho avuto costante compagnia felina, quasi ogni mattina mi svegliavo "salsicciata", stretta tra due o tre gatti come un wurstel in un hot dog


Ieri sera, mentre coccolavo Fergus, detto Bru, Renato mi ha chiesto: "Come farà il Bru senza di te?".
"Come farà Ettore?" ho risposto, perché il mio Topone da qualche settimana va soggetto a frequentissimi attacchi di coccolite ferox, che lo portano più volte al giorno ad acciambellarsi in braccio a me e infilare il muso sotto le mie mani, emettendo fusa sonore. 
"Come farai tu?" ha chiesto il mio saggio marito, che mi conosce e sa quanto mi pesa stare lontana dal gattume domestico. 
"Eh..."

Stamattina siamo arrivati presto, nonostante i tentativi di Ettore e Fergus di impedirmi di uscire di casa, ed è stata una fortuna, perché Renato è riuscito a occupare uno degli ultimi due parcheggi liberi, se avessimo tardato anche solo di pochi minuti, forse adesso starebbe ancora girando per i vialetti in cerca di un posto.
Siamo rimasti quasi due ore in sala di attesa prima del ricovero, dedicandoci all'osservazione della fauna ospedaliera, che genera sempre domande interessanti:
- Perché nessuna delle altre persone in attesa indossava la mascherina, nonostante all'ingresso del reparto ci siano cartelli ben evidenti che ne sottolineano l'obbligo?
- Perché una coppia anziché sistemarsi in sala d'attesa si è parcheggiata in mezzo al corridoio, intralciando il passaggio del personale? 
- Perché mi avevano raccomandato di arrivare prima delle otto e mezza se poi mi hanno chiamata solo alle nove e mezza? 

In prima battuta ho vinto la camera da sola, perché sono alle prese con l'ennesima infezione urinaria e mi avevano messa in isolamento, come sei anni fa. Più tardi il chirurgo che mi segue, e che eseguirà domani l'intervento, ha detto che la tipologia di batteri rilevata non richiede isolamento perché non è resistente agli antibiotici, ma intanto resterò da sola almeno fino a domani e lo apprezzo molto, così posso ascoltare audiolibri senza gli auricolari, che dopo un po' mi danno fastidio.
Sembrava che avessi vinto anche la libertà dall'agocannula, ma è durata poco perché devo fare flebo di antibiotico. Però l'infermiera è stata bravissima e ha centrato la vena al primo colpo.


Più tardi mi hanno accompagnata in radiologia per la centratura. Era prevista l'applicazione di un repere, un filo con una estremità piantata nel nodulo e l'altra sporgente dalla pelle, per guidare il taglio chirurgico, ma il nodulo è cresciuto e ora si sente facilmente alla palpazione, è stato sufficiente segnare la superficie cutanea con un pennarello in corrispondenza della zona da tagliare. 

Poi è arrivato il pranzo...




La "cosa" tra la minestrina e le patate è carne frullata, pensavo fosse una porcheria inenarrabile, invece l'ho trovata sorprendentemente gradevole.

Ora mi aspetta un pomeriggio tranquillo, a base di audiolibri e videogiochi. Come a casa, ma senza gatti. 
Domattina dovrei essere la prima, quindi sveglia presto! 

mercoledì 15 ottobre 2025

Mettetevi in coda

Gli effetti del virus influenzale che mi aveva costretta a rinviare l'intervento si sono finalmente esauriti, non sto benissimo perché continuo ad avere disturbi legati ai calcoli vescicali e problemi di insonnia, ma il ricovero di lunedì 20 è confermato.
Per tutto il resto, mettetevi in coda.


Una decina di giorni fa mi è arrivato l'invito per lo screening per i tumori del colon-retto, ma tra calcoli urinari ed emorroidi la presenza di sangue è quasi quotidiana e c'è il rischio di falsi positivi: rinviato a tempi migliori.


La settimana scorsa avrei dovuto sottopormi alla visita di controllo osteometabolica e all'infusione del farmaco anti-osteoporosi, ma non era il caso: quel farmaco può provocare alcuni giorni di febbre e malessere e sarebbe stato troppo vicino all'intervento, così abbiamo concordato di posticiparlo alla seconda metà di novembre, senza patemi perché gli esami preliminari sono molto buoni e non c'è nessuna urgenza.


Giovedì 30 avrei appuntamento per la visita epatologica di controllo, ma è molto improbabile che nove giorni dopo un'operazione addominale io sia in condizioni di andare in giro: ho chiesto di rinviare anche quella.


L'altroieri mi hanno chiamata da Castelfranco per il prericovero dell'intervento di rimozione calcoli, proponendo la data di lunedì 20. Niente da fare: quel giorno è previsto il ricovero a Padova, abbiamo concordato di risentirci quando avrò completato la convalescenza post-operatoria. E questo rinvio un po' pesa, perché i calcoli vescicali si stanno facendo sentire e mi provocano parecchi fastidi.


Nel frattempo c'è un appuntamento che non si può rinviare: prima del ricovero è importante fare scorta di pensieri felici!


venerdì 10 ottobre 2025

Loro sanno!

Il mal di gola è passato con tre spruzzate di spray alla propoli, che ha un sapore cattivo come l'inferno, ma funziona. 
Il tampone covid era negativo, ma ho ancora un forte raffreddore, congestione nasale, tosse secca, qualche linea di febbre e ieri sera, per non farmi mancare nulla, anche nausea e conati di vomito. E qualche fastidio nella zona del nodulo che non promette niente di buono, perché se inizio a sentirlo, significa che è cresciuto ancora. 
Ne ho anche le scatole piene di questo continuo stillicidio di problemi.
Ma l'assistenza non manca: loro sanno! 



martedì 7 ottobre 2025

Pronta! Anzi, no...

Ieri mi ha chiamato Sabrina, l'infermiera che si occupa della programmazione del reparto di chirurgia: ricovero lunedì 13, intervento il giorno seguente. Bene!
Ho avvisato al lavoro e iniziato a organizzare le cose da fare.
Solo che...


Stanotte sono arrivati mal di gola e naso chiuso, forse è Covid o un altro virus di tipo influenzale, in ogni caso non compatibile con la degenza in un reparto pieno di pazienti fragili né con un intervento chirurgico. E tanti cari saluti al ricovero la prossima settimana.
Stamattina ho richiamato Sabrina e spiegato la situazione: tutto rinviato di una settimana, quindi ricovero lunedì 20, con esami preliminari e posizionamento ecografico di un filo di repere per guidare i chirurghi nell'individuazione precisa del nodulo, e intervento il giorno successivo.
Eccheppalle però!
Volevo solo dire alla sfiga che non è proprio indispensabile accanirsi sempre contro di me, potrebbe pure prendersi una lunga vacanza e rilassarsi!

giovedì 2 ottobre 2025

In attesa

La nausea sembra passata, più o meno. 
Ho avuto ancora qualche problema martedì notte, ma era legato all'antidolorifico forte che ho dovuto prendere per un attacco particolarmente feroce di elettroformiche. 
Ho una certa invidia per quelli che ricavano dall'assunzione di sostanze stupefacenti uno stato di benessere, piacere e felicità chimica. Ricordo una sola esperienza di questo tipo, in terapia intensiva, subito dopo l'intervento del 2008, sotto morfina: mi svegliavo, avevo ancora sonno, mi dicevo che potevo dormire quanto mi pareva e mi riaddormentavo felice. Tutte le altre volte con gli oppiacei ho subito fastidiosi effetti collaterali: nausea, vomito, capogiri, emorragie nasali, sonno disturbato e in un caso addirittura allucinazioni. L'aspetto positivo è che difficilmente potrò sviluppare dipendenza, nonostante l'uso prolungato, dato che li assumo sempre malvolentieri, rassegnata anziché smaniosa.

(se avete notato che nelle immagini degli ultimi post ci sono gatti sempre diversi, è perché vanno a periodi: per alcune settimane ho avuto sul letto i tigrotti Ettore e Fergus, poi la nera Penny e negli ultimi giorni dorme quasi sempre con me Matilde, grigia) 

Martedì ho avuto il colloquio con l'anestesista, l'ultima fase del pre-ricovero. Dato che ero arrivata con largo anticipo, sono passata prima nel reparto di degenza chirurgica per ispezionare i bagni: un'infermiera gentilissima me ne ha fatti vedere due, perché non sono tutti uguali, e ho valutato che sarà meglio portarmi l'alzawater da casa e forse anche lo sgabello doccia, perché alcuni non hanno il maniglione a destra del WC, dove mi serve maggiormente per sostenermi, né il seggiolino nella doccia.
Mi hanno dato anche la Carta di accoglienza del reparto e le istruzioni per l'igiene pre-intervento, con due buste di detergente disinfettante da utilizzare per la doccia.
Adesso devo solo aspettare che mi comunichino la data del ricovero, che sarà il giorno prima dell'intervento. Speravo che sarebbe stato già per la prossima settimana, ma se non ricevo notizie domani, temo che si andrà oltre.
L'importante però era essere libera domani sera, perché Le Cognate tornano in scena e il teatro è già sold out!



mercoledì 24 settembre 2025

Nessun merito

Non la conoscevo, ma mi era familiare per via delle fotografie sulle bacheche social di tanti amici comuni: una sportiva piena di energia e di sorrisi, una persona generosamente attiva nella comunità locale, una mamma. 
Aveva solo quarantotto anni e un fisico atletico da maratoneta, un'immagine difficile da conciliare con l'idea della malattia. Ma la sua corsa si è fermata. 
Sicuramente ha fatto tutto il possibile, sicuramente è stata forte e coraggiosa. 


Mentre io, con i miei cinquantasei anni e almeno venti chili di troppo, continuo a sfangarla da vent'anni, sia pure con tanta fatica e parecchi pezzi in meno. 
Posso ancora contare i cicli di chemioterapia e mandare giù ogni giorno almeno dodici farmaci, mentre mi preparo per l'ottava operazione; posso ancora lamentarmi della nausea e di non aver  potuto festeggiare l'anniversario di matrimonio.

Nessun merito per me, nessuna colpa per lei. 
Non sono più brava, più coraggiosa o più resiliente: sono ancora qui soltanto perché sono stata un po' meno sfortunata di lei.