Innanzitutto rassicuro chi fosse preoccupato per Gandalf: sta benone.
Gli hanno asportato la punta dell'orecchio destro, che ora, prendendo in prestito la deliziosa definizione di Rita, sembra quello di un orsetto.
La giornata dell'intervento è stata pesantissima, per noi e per lui, perché un susseguirsi di urgenze ha fatto rinviare la sua operazione fino alle 19:30. Noi a casa in ansia, lui in clinica, in gabbia e a digiuno dalla sera prima. Quando ce l'hanno riconsegnato era furibondo.
Durante i pochi minuti necessari per tornare a casa, è riuscito a togliersi il collare elisabettiano che doveva impedirgli di toccare l'orecchio o tentare di togliersi i punti ed era così nervoso che temevo di non riuscire a rimetterglielo. Per fortuna dopo aver divorato una quantità industriale di croccantini ed essersi lavato, sotto strettissima sorveglianza per evitare che toccasse la ferita, ha accettato di nuovo il collare, certamente non felice, ma rassegnato.
Il giorno seguente l'abbiamo di nuovo liberato dal collare tre o quattro volte per dargli la possibilità di lavarsi: lo tranquillizzava molto e in realtà non ha mai tentato di togliersi punti, quindi nei giorni seguenti abbiamo allungato progressivamente le ore di libertà.
Gli pesano il divieto di uscire e la conseguente necessità di usare la cassettina, che detesta, ma alla fine se ne fa una ragione. Oggi pomeriggio si è goduto qualche minuto in giardino, con guinzaglio e pettorina per evitare che si allontanasse.
Venerdì devo portarlo a togliere i punti e con l'occasione, dato che sarà necessario sedarlo, farà anche radiografia ed ecografia addominale.
Martedì invece io ho fatto l'ecodoppler. Confermata la fistola artero-venosa in zona inguinale, per il resto la circolazione è buona.
Moderato linfedema, ma soprattutto un importante lipedema. E che è?
Si tratta di una patologia cronica che provoca un aumento abnorme di cellule adipose con alterazioni patologiche soprattutto su fianchi, natiche e cosce.
L'origine è genetica e/o ormonale. Quindi - udite udite! - se ho il sedere che fa provincia e le cosce come sequoie NON È COLPA MIA!!!
(Il resto sì, però)
Il medico mi ha prescritto nuoto, che avevo già iniziato il mese scorso, massaggi (Renatooooo!), e due integratori, uno per favorire il drenaggio linfatico, l'altro per aiutare la rigenerazione dei nervi.
Dopo avere acceso un mutuo in farmacia, posso confermare quello che sostengo da tempo: il vero business delle case farmaceutiche non è la chemioterapia, come sostengono tanti complottisti e diffusori di fuffa, sono gli integratori: praticamente un euro a pastiglia, e vanno presi per mesi.
Diciamo che ho fatto un investimento per la mia salute... Anche se sono convinta che l'abbonamento alla piscina abbia un rapporto costo/beneficio molto più favorevole.
PS: Se qualcuno se lo fosse chiesto, non abbiamo l'abitudine di portare a spasso il gatto al guinzaglio. Glielo metto quando lo porto in macchina senza usare il trasportino, per lasciarlo libero di muoversi sul sedile posteriore e sulla cappelliera senza che possa arrivare ai sedili anteriori, dove potrebbe disturbare il conducente. A lui piace da matti girare in macchina con la possibilità di guardare dal finestrino.
domenica 25 marzo 2018
mercoledì 21 marzo 2018
Angoscia
Ho sempre sostenuto che è più difficile assistere un proprio caro ammalato che essere malati. Lo confermo ancora una volta.
Un paio d'ore fa ho portato Aki e Gandalf in clinica veterinaria.
Aki doveva fare il test FIV, Gandalf invece deve essere sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere un nodulo che si è formato sul padiglione auricolare destro e che all'esame citologico è stato classificato come mastocitoma, un tumore maligno. E incrociamo le dita che ci sia soltanto quello, perché potrebbe essere una metastasi di un tumore viscerale.
Ce ne sarebbe già abbastanza così, ma secondo l'oncologo veterinario il tumore è l'ultimo dei problemi di Gandalf. I globuli bianchi sono scesi parecchio rispetto a gennaio, ormai sono meno della metà rispetto al valore minimo considerato normale, e non è un buon segno: significa che la FIV è progredita e sta distruggendo il suo sistema immunitario.
Al momento di caricare in macchina il trasportino ero in ansia, molto più di quanto non lo sia mai stata per i miei interventi chirurgici.
Il pensiero di Gandalf sul tavolo operatorio e di Aki in ambulatorio con gli occhioni sgranati per la paura, il timore che il tumore di Gandalf possa essere diffuso in altre sedi, per non parlare della sua situazione immunitaria, mi hanno messo in uno stato di angoscia infinitamente più difficile da gestire rispetto a ognuno dei miei ricoveri. La paura per gli altri è molto più dura da affrontare di quella per se stessi.
Però abbiamo iniziato bene: il test FIV di Aki è negativo, non è stato contagiato. Sospirone di sollievo.
Gandalf è ancora in clinica, probabilmente ne avrà fino al primo pomeriggio.
Deve fare prima di tutto una radiografia e forse un'ecografia per verificare l'eventuale presenza di masse addominali. Speriamo di no: mi pare che stiamo già esagerando con la storia dell'animale domestico che finisce per assomigliare al suo umano; facciamo basta, per favore.
Poi l'intervento: dovranno tagliare un pezzetto di orecchio. Per fortuna il nodulo è in alto e vicino al bordo, quindi la mutilazione non dovrebbe essere troppo estesa. Ma mi spezza il cuore il pensiero del mio patatone sofferente.
E ogni volta che affondo le mani nel suo pelo morbido, ogni volta che mi appoggia la zampa sulla guancia nel cuore della notte per chiedermi di fargli posto sotto le coperte non posso fare a meno di chiedermi per quanto tempo ancora potrò averlo con me. E fa tanto male.
Un paio d'ore fa ho portato Aki e Gandalf in clinica veterinaria.
Aki doveva fare il test FIV, Gandalf invece deve essere sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere un nodulo che si è formato sul padiglione auricolare destro e che all'esame citologico è stato classificato come mastocitoma, un tumore maligno. E incrociamo le dita che ci sia soltanto quello, perché potrebbe essere una metastasi di un tumore viscerale.
Ce ne sarebbe già abbastanza così, ma secondo l'oncologo veterinario il tumore è l'ultimo dei problemi di Gandalf. I globuli bianchi sono scesi parecchio rispetto a gennaio, ormai sono meno della metà rispetto al valore minimo considerato normale, e non è un buon segno: significa che la FIV è progredita e sta distruggendo il suo sistema immunitario.
Al momento di caricare in macchina il trasportino ero in ansia, molto più di quanto non lo sia mai stata per i miei interventi chirurgici.
Il pensiero di Gandalf sul tavolo operatorio e di Aki in ambulatorio con gli occhioni sgranati per la paura, il timore che il tumore di Gandalf possa essere diffuso in altre sedi, per non parlare della sua situazione immunitaria, mi hanno messo in uno stato di angoscia infinitamente più difficile da gestire rispetto a ognuno dei miei ricoveri. La paura per gli altri è molto più dura da affrontare di quella per se stessi.
Però abbiamo iniziato bene: il test FIV di Aki è negativo, non è stato contagiato. Sospirone di sollievo.
Gandalf è ancora in clinica, probabilmente ne avrà fino al primo pomeriggio.
Deve fare prima di tutto una radiografia e forse un'ecografia per verificare l'eventuale presenza di masse addominali. Speriamo di no: mi pare che stiamo già esagerando con la storia dell'animale domestico che finisce per assomigliare al suo umano; facciamo basta, per favore.
Poi l'intervento: dovranno tagliare un pezzetto di orecchio. Per fortuna il nodulo è in alto e vicino al bordo, quindi la mutilazione non dovrebbe essere troppo estesa. Ma mi spezza il cuore il pensiero del mio patatone sofferente.
E ogni volta che affondo le mani nel suo pelo morbido, ogni volta che mi appoggia la zampa sulla guancia nel cuore della notte per chiedermi di fargli posto sotto le coperte non posso fare a meno di chiedermi per quanto tempo ancora potrò averlo con me. E fa tanto male.
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domenica 11 marzo 2018
La buona medicina
Ieri ho fatto la visita nell'ambulatorio di terapia del dolore.
All'accettazione mi hanno detto che prima dell'incontro con il medico è previsto un colloquio con la psicologa, se il paziente acconsente. Ho immaginato che questa procedura fosse stata introdotta perché i pazienti di questo servizio spesso sono a uno stadio di malattia avanzato, in cui il supporto psicologico può essere molto importante. Ero abbastanza curiosa di vedere come la psicologa si sarebbe relazionata con me, che fortunatamente non mi trovo in quella situazione, così ho accettato.
L'approccio è stato molto professionale, cordiale ma non troppo confidenziale, forse anche perché c'era una tirocinante ad assistere, comunque mi ha fatto una buona impressione. La psicologa mi ha spiegato che lo scopo del colloquio è valutare la situazione emotiva del paziente rispetto al dolore e la sua disponibilità ad assumere farmaci che potrebbero alterare le sue capacità cognitive, in modo da supportare il medico nella proposta di un trattamento personalizzato. Mi sembra una strategia molto intelligente, a cui ho aderito con entusiasmo.
Abbiamo iniziato con una sintesi della mia storia per passare poi a un questionario strutturato per valutare, tra le altre cose, la memoria a breve termine, con alcune sequenze di parole e numeri da ascoltare e ripetere.
Non ho alcuna difficoltà a raccontarmi, di solito lo faccio volentieri e questa occasione non ha fatto eccezione. Ho risposto a tutte le domande e la conclusione, condivisa, è stata che in questo momento il dolore non è tale da farmi accettare farmaci che possano alterare le mie facoltà mentali.
Pochi minuti di attesa e sono stata chiamata nell'ambulatorio di terapia del dolore. L'anestesista mi era familiare, l'avevo già incontrato. Un breve scambio di informazioni ha confermato il riconoscimento reciproco: era quello che mi aveva visitato e prescritto l'oppiaceo quando ero stata ricoverata con l'infezione alla gamba.
Già dopo i primi minuti di colloquio ho capito perché il mio oncologo aveva voluto che fosse proprio lui a vedermi: è stato molto scrupoloso, attento a ciò che gli dicevo e chiaro nelle spiegazioni.
Gli ho descritto tutti i dolori che ho alla gamba, all'inguine e nella zona pelvica: sono di cinque tipi diversi, ma tutti riconducibili ai danni che chirurgia e radioterapia hanno provocato a muscoli, legamenti e soprattutto nervi.
Aiutandosi con alcune immagini, il medico mi ha mostrato il percorso dei due principali nervi sulla parte anteriore e interna della coscia: corrisponde esattamente alle due zone in cui sento dolore soprattutto quando c'è brutto tempo. Mi ha spiegato che la rigenerazione delle guaine di rivestimento delle fibre nervose richiede almeno due anni, ma può essere ostacolata da infiammazioni, edema, infezioni... Considerate le traversie che ha dovuto affrontare la mia gamba, il processo sarà più lungo. Inoltre i muscoli rimasti sono costretti ad un superlavoro, per supplire alla mancanza di quelli asportati e anche questo è uno stress per i nervi. Mi ha raccomandato di continuare con la fisioterapia, per migliorare il tono muscolare e mantenere una postura corretta.
Per il momento non ritiene che ci sia il rischio di dolore cronico e non riscontra la necessità di un trattamento continuativo, che richiederebbe l'uso di dosi massicce di un farmaco dagli effetti collaterali piuttosto importanti. Abbiamo concordato che la soluzione migliore adesso è l'assunzione di analgesici in caso di necessità, cioè quasi mai (negli ultimi 8 mesi li ho usati ben tre volte).
È stato un colloquio molto interessante e istruttivo e, nell'insieme, un'esperienza di buona medicina, quella che ascolta il paziente e si centra sulle sue esigenze.
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