mercoledì 24 novembre 2021

Ci siamo


Dopo l'amichevole di ieri sera, la mia prima partita di sitting volley, sono pronta per una nuova sfida.
So che il mio contributo alla squadra sarà modesto, sono ancora tanto lenta e poco potente e non è del tutto vero che "seduti siamo tutti uguali", dato che per me già solo stare seduta è una conquista faticosa, ma darò tutto quello che ho per ottenere il migliore risultato possibile.
Comunque vada, esserci è già un successo.

Venite a vederci, se potete. Io non sarò un grande spettacolo, ma il sitting volley sì!

martedì 16 novembre 2021

Rassicuranti convergenze

Chi mi conosce sa bene quanto io sia infastidita dall'incertezza, quanto mi mettano a disagio le situazioni poco chiare, le attese, le decisioni lasciate in sospeso.
La giornata di ieri doveva fornire una risposta alla domanda aperta dall'esito della TAC: che si fa? 
I dati a disposizione non sono sufficienti a determinare con certezza la natura dell'oggetto misterioso: sembra, potrebbe, forse... Non certo parole su cui io sia disposta a giocarmi la vita.


Immaginate dunque il mio sollievo quando tre medici diversi, senza consultarsi tra loro, mi hanno indicato la stessa soluzione, che è anche quella che, a buon senso, avrei scelto io.
I radiologi avevano messo in campo l'ipotesi di una biopsia, che a me piaceva poco perché è un esame invasivo e comporta qualche rischio di contaminazione. L'amico chirurgo me l'aveva già sconsigliata e anche l'ortopedico preferisce tenerla come ultima possibilità, non solo per i motivi che ho già citato, ma anche perché non è facile centrare esattamente la zona e nelle immediate vicinanze ci sono cose - colon e vescica - che non è il caso di sforacchiare. Anche l'oncologa preferisce evitare la biopsia, almeno in prima battuta, quindi alla fine si sono trovati tutti d'accordo: risonanza magnetica, da fare possibilmente entro un paio di settimane.


Un esito soddisfacente da diversi punti di vista: è un esame non invasivo, che dovrebbe essere in grado di fornire indicazioni dirimenti, ed è molto rassicurante che tutti la pensino allo stesso modo. Diciamo che è stato il migliore esito che potessi attendermi, data la situazione.
Il problema è che si tratta di un esame lungo, che non si può inserire nei ritagli di tempo, e i calendari dei reparti di radiologia sono già pieni: ci stiamo attivando su più fronti per cercare di programmarlo al più presto.
Nel frattempo ho deciso comunque di farmi sforacchiare un po' e oggi pomeriggio ho fatto il richiamo del vaccino anti-Covid, sono già passati otto mesi dalla seconda dose, e già che c'ero, anche l'antinfluenzale.


Per ora funzionano alla grande. Verso le 19 ero sul divano e ho detto a voce alta: "Forno ventilato, 200 gradi". Nel giro di un minuto, il forno era acceso e impostato alla temperatura desiderata: 5G e microchip mi spicciano casa!
Poi ho ringraziato Renato.

venerdì 5 novembre 2021

Una goccia di luce

L'oncologa ha ricontrollato la TAC insieme al medico nucleare: l'oggetto misterioso era già presente nella PET di settembre, ma non si era illuminato, quindi sembra che non sia di natura malefica.

La prossima settimana la dottoressa si consulterà anche con radiologi e ortopedici: resta da capire cosa sia quella formazione, ma questa prima analisi la fa apparire meno pericolosa di quanto sembrasse ieri e questa è una goccia di luce nel buio, che tiene accesa la speranza di un domani ancora luminoso.





giovedì 4 novembre 2021

Novità e deja-vu

La TAC di stamattina ha portato qualcosa di nuovo e qualcosa di già visto, entrambi decisamente sgradevoli.


Per la prima volta dopo innumerevoli infusioni, si è verificato il fenomeno denominato stravaso: il mezzo di contrasto è finito fuori vena.
Ho avvertito immediatamente un bruciore fortissimo e ho chiamato aiuto, l'infermiera e il tecnico di radiologia sono entrati subito a fermare l'infusione, ma ormai il danno era fatto sembrava che sotto la pelle del braccio ci fosse un grappolo d'uva e il dolore è stato atroce, ho pianto per dieci minuti. Naturalmente poi è stato necessario inserire una nuova agocannula, questa volta sul dorso della mano, dove la puntura è più dolorosa, e ripetere la TAC.
A distanza di oltre sei ore e dopo due applicazioni di ghiaccio, il braccio è ancora molto gonfio, mi hanno detto che ci vorranno diversi giorni perché torni alla normalità, ma almeno il dolore è passato. 
È una scocciatura, domani dovrò sicuramente saltare l'allenamento e mi dispiace, ma non è una tragedia.


Invece l'esito della TAC potrebbe indicare un grosso problema: c'è un sospetto di recidiva, una formazione di 7x5x2,5 cm nella parte bassa del muscolo obliquo esterno.
Questa proprio non ci voleva.
Ora bisogna valutare come procedere: potrebbe essere necessario un approfondimento diagnostico tramite risonanza magnetica e/o biopsia, ma prima è necessario che l'oncologa valuti le immagini della TAC, che le sto trasmettendo proprio ora.

Non sono arrabbiata, la rabbia è un sentimento pesante e faticoso da cui cerco di stare lontana e del resto non saprei neppure dove indirizzarla, mi pare poco pratico arrabbiarsi con un'entità astratta come la malattia.
Sono triste per Renato, che deve sopportare un carico emotivo e pratico indescrivibilmente pesante.
Non sono allarmata, almeno non ancora. Nella zona della formazione sospetta non ci sono organi vitali: anche nella peggiore delle ipotesi, probabilmente è ancora possibile intervenire chirurgicamente. Non che mi auguri altri ricoveri e interventi, ma fintantoché mi salvano la vita, sono disposta ad accettarli. 
Sono un po' avvilita al pensiero di dover sconvolgere ancora la mia vita, quella nuova normalità che ho costruito con tanta fatica e che apprezzo enormemente.
Sono soprattutto molto seccata, perché per le prossime settimane avevo tanti bei programmi e con ogni probabilità almeno qualcuno salterà.