Stamattina mi sono alzata piena di buone intenzioni: ho spostato il tavolino del salotto per fare spazio alla Wii Balance Board, collegato la Wii e inserito il disco Wii-Fit per un po' di esercizi posturali.
TV accesa, programma caricato, pronta a gongolare per il test del corpo, dato che dall'ultima volta se ne sono andati 12 chili.
Assicurarsi di aver fissato il telecomando Wii al polso: ok, fatto!
Accendere la Balance Board...
Accendere la Balance Board...
Accendere la Balance Board...
Mannaggia, ha le batterie scariche!
Le ho messe in carica: se le buone intenzioni sopravvivono per qualche altra ora, magari dopo ci riprovo.
domenica 23 maggio 2010
venerdì 21 maggio 2010
Muscoli fantasma
Mercoledì sera, nell'ultima lezione del corso di teatro, abbiamo fatto i pagliacci. Letteralmente: abbiamo provato andature buffe e ci siamo scambiati un sacco di finti schiaffoni.
Questo ha comportato una certa dose di movimento: camminare, correre, battere le mani, chinarsi per evitare gli schiaffi... Non sempre sono riuscita a tenere il ritmo, qualche volta ho dovuto rallentare e alla fine ero schiantata dalla stanchezza.
Ma il bello è arrivato il giorno dopo, quando i muscoli delle gambe si sono riempiti di acido lattico e di quel dolore che ti fa camminare rigida come Robocop. Non che fosse una cosa totalmente negativa, in fondo è solo il segnale che i muscoli hanno lavorato più del solito e questa è una buona cosa, una piccola soddisfazione dopo tanti mesi di inattività, un dolore buono, che ti fa sorridere mentre dici "ahia".
Un dolore che mi ha dato alcune informazioni interessanti:
1. Sono ancora meno in forma di quanto pensassi: prima di rimettere le bombole in spalla e tornare sott'acqua sarà meglio fare un po' di esercizio fisico, altrimenti rischio di trovarmi in preda ai crampi dopo pochi minuti; peccato che non sia ancora riuscita a capire quali movimenti posso fare senza irritare la palla.
2. I nervi danneggiati dalla radioterapia sono insensibili all'acido lattico: nella zona interna della coscia destra non sentivo nessun dolore ed era stranissimo, perchè mi faceva male tutt'intorno, era come avere un pezzo di gamba fantasma, una parte del corpo estranea, non mia.
3. È ora di rispolverare la Wii Balance Board con i suoi esercizi posturali, perchè il dolore alla gamba sinistra è passato in poche ore, mentre la destra fa ancora male e questo significa che le sto utilizzando in modo decisamente sbilanciato.
Insomma, non si sa mai cosa si può imparare da un corso di teatro...
Questo ha comportato una certa dose di movimento: camminare, correre, battere le mani, chinarsi per evitare gli schiaffi... Non sempre sono riuscita a tenere il ritmo, qualche volta ho dovuto rallentare e alla fine ero schiantata dalla stanchezza.
Ma il bello è arrivato il giorno dopo, quando i muscoli delle gambe si sono riempiti di acido lattico e di quel dolore che ti fa camminare rigida come Robocop. Non che fosse una cosa totalmente negativa, in fondo è solo il segnale che i muscoli hanno lavorato più del solito e questa è una buona cosa, una piccola soddisfazione dopo tanti mesi di inattività, un dolore buono, che ti fa sorridere mentre dici "ahia".
Un dolore che mi ha dato alcune informazioni interessanti:
1. Sono ancora meno in forma di quanto pensassi: prima di rimettere le bombole in spalla e tornare sott'acqua sarà meglio fare un po' di esercizio fisico, altrimenti rischio di trovarmi in preda ai crampi dopo pochi minuti; peccato che non sia ancora riuscita a capire quali movimenti posso fare senza irritare la palla.
2. I nervi danneggiati dalla radioterapia sono insensibili all'acido lattico: nella zona interna della coscia destra non sentivo nessun dolore ed era stranissimo, perchè mi faceva male tutt'intorno, era come avere un pezzo di gamba fantasma, una parte del corpo estranea, non mia.
3. È ora di rispolverare la Wii Balance Board con i suoi esercizi posturali, perchè il dolore alla gamba sinistra è passato in poche ore, mentre la destra fa ancora male e questo significa che le sto utilizzando in modo decisamente sbilanciato.
Insomma, non si sa mai cosa si può imparare da un corso di teatro...
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martedì 18 maggio 2010
10 grammi
Sabato ho assistito ad un interessantissimo convegno organizzato dall'associazione In Famiglia in occasione della Giornata del Malato Oncologico.
In Famiglia è un'associazione di volontariato che si occupa di assistenza ai pazienti oncologici ed alle loro famiglie offrendo un servizio di trasporto gratuito verso le strutture di cura, presenza al Day Hospital oncologico ed assistenza domiciliare.
Ho incontrato spesso i loro autisti volontari quando andavo al CRO di Aviano per le terapie o i controlli: riconoscibili per il gilet con il nome dell'associazione, attendevano in sala d'aspetto che i pazienti che avevano accompagnato completassero le loro terapie. Alcuni li conoscevo, abbiamo lavorato insieme all'interno di altre organizzazioni di volontariato, un mondo in cui capita spesso di incrociare più volte le stesse facce, persone per cui la solidarietà è inserita nel DNA e li porta ad impegnarsi anche su più fronti contemporaneamente.
Il tema del convegno, Alimentazione e Tumori, è di grande interesse ed attualità: la sala era strapiena, molti non hanno trovato posto a sedere, alcuni hanno addirittura seguito i lavori dalla stanza accanto.
Il primo intervento era affidato al dott. Talamini, epidemiologo e biostatistico del CRO, che ha illustrato alcuni dati statistici sulle patologie tumorali e sulla loro relazione con i comportamenti alimentari ed ha fornito alcune indicazioni nutrizionali: il consumo di frutta e verdura ha effetti positivi sulla salute, grazie alle sostanze antiossidanti naturalmente presenti in questi alimenti; sarebbe invece opportuno ridurre il consumo di carne, in particolare quella rossa, ed evitare i grassi animali.
Un dato interessante è l'analisi statistica delle cause di cancro, tra cui hanno un'incidenza molto rilevante i fattori legati allo stile di vita: fumo (provoca circa il 30% dei tumori), alimentazione (25%), alcol (6%), mentre i fattori ambientali, comunemente ritenuti molto significativi, hanno in realtà un impatto più basso, (ad esempio l'inquinamento incide solo per l'1-2%).
L'epidemiologo è quindi passato ad illustrare alcuni esempi di correlazione tra alimentazione ed incidenza delle patologie tumorali, con il supporto di tabelle che raccolgono e confrontano i risultati di numerosi studi internazionali.
Le ricerche hanno evidenziato ad esempio il ruolo protettivo di elevati consumi di fibre, frutta e verdura rispetto alle forme tumorali dell'apparato digerente.
Questa tabella mostra come il consumo di 100 grammi al giorno di vegetali gialli e verdi riduca di oltre il 35% il rischio di tumore allo stomaco (fonte World Cancer Research Fund / American Institute for Cancer Research. Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer: a Global Perspective. Washington DC: AICR, 2007 - il dott. Talamini ha presentato le tabelle tradotte in italiano, ma i dati sono gli stessi).
In questa rappresentazione grafica, i quadrati verdi rappresentano i risultati dei singoli studi: i simboli che si trovano a destra della linea verticale indicano aumento del rischio, quelli a sinistra diminuzione del rischio. I rombi rosa sono i valori riepilogativi, i risultati medi di tutti gli studi che, nel caso dei vegetali verdi e gialli, mostrano un effetto nettamente positivo nella riduzione del rischio (0,5 equivale ad una riduzione del 50%).
La platea seguiva con interesse ed approvazione: in fondo, sappiamo tutti che frutta e verdura fanno bene alla salute.
L'atteggiamento però è cambiato quando il dott. Talamini ha iniziato a parlare di vino. L'epidemiologo ha premesso che l'argomento sarebbe stato impopolare: le nostre zone, tra Veneto e Friuli, hanno una grande tradizione enologica e le informazioni sui danni provocati dal consumo di vino non sono bene accolte né dai produttori, né dai consumatori. Ma i dati parlano chiaro: l'alcol fa male alla salute.
È vero, ha ammesso Talamini, che l'assunzione di piccole quantità di alcol in alcuni soggetti può avere effetti positivi sul sistema cardiocircolatorio, ma quelle stesse quantità provocano contemporaneamente danni a tutti gli altri organi del corpo.
Conoscevo queste tabelle, le avevo analizzate qualche mese fa per una ricerca sugli effetti dell'alcol, quindi sapevo che c'era un dato davvero impressionante, su cui molti avrebbero preferito sorvolare, perché è più comodo non sapere, non mettere in discussione i propri comportamenti. Sono intervenuta per farlo notare.
È nella riga in grassetto sotto la tabella: Rischio relativo per 10g/giorno.
Significa che per aumentare del 17% il rischio di cancro al fegato è sufficiente un consumo abituale di 10 grammi di alcol al giorno, un bicchiere scarso di vino. Se si consuma più alcol, il rischio aumenta ancora.
Per completezza, vi riporto anche una tabella che non è stata presentata nel convegno ma che ritengo particolarmente interessante, perché tutti sanno che l'alcol fa male al fegato, ma poche donne sanno che può essere pericoloso anche per il seno.
Gli stessi 10 grammi di alcol al giorno, quel bicchiere scarso di vino che è considerato l'assoluta normalità sulle nostre tavole, aumentano del 10% il rischio di cancro della mammella.
Prendo a prestito proprio il vecchio slogan di una bevanda alcolica: meditate gente, meditate!
Dopo l'esposizione del dott. Talamini è intervenuto un cuoco, insegnante presso la scuola alberghiera, con alcuni suggerimenti per conciliare gusto e salute: scegliere frutta e verdura di stagione, meglio se di provenienza locale; evitare le cotture troppo prolungate, che distruggono alcuni nutrienti (in particolare le vitamine delle verdure) e quelle ad alta temperatura, soprattutto la grigliatura che produce sostanze dannose sulla superficie dei cibi, privilegiando invece la cottura al vapore; limitare l'utilizzo di sale, condimenti ed insaporitori, utilizzando invece le erbe aromatiche.
Il responsabile del servizio di prevenzione dell'USSL, ha poi illustrato brevemente i programmi di prevenzione primaria (interventi di educazione alimentare nelle scuole) e secondaria (programmi di screening tumorale) dell'Azienda Sanitaria
Gli ultimi due interventi erano molto interessanti: due dottoresse, un medico di base ed una psicologa, hanno parlato delle difficoltà che incontrano i pazienti quando si trovano a dover modificare le abitudini alimentari e lo stile di vita a causa della malattia: ci sono da superare resistenze fisiche e psicologiche, difficoltà pratiche, pressioni sociali (pensate a chi smette di bere o fumare e continua a sentirsi offrire alcolici e sigarette).
Il cambiamento non è mai facile e diventa particolarmente impegnativo quando si deve affrontare in contemporanea con altre fonti di stress, come una diagnosi di tumore con il suo corollario di paura e preoccupazione e l'impatto talvolta devastante delle terapie.
Dopo la conclusione, ho intercettato il dottor Talamini per togliermi una curiosità che mi rodeva da un po': gli ho chiesto se ci sono studi epidemiologici sulle cause dei sarcomi.
Gentilissimo, mi ha risposto che a breve dovrebbe partire uno studio su base nazionale con l'obiettivo di realizzare la mappatura genetica dei malati di sarcoma perché, a parte alcuni casi dovuti a fattori ambientali (radiazioni o esposizione massiccia a pesticidi), le ricerche effettuate finora sembrano indicare che l'origine dei sarcomi dei tessuti molli sia di tipo genetico.
Insomma, il mio cancro non sarebbe frutto di comportamenti alimentari o stili di vita sbagliati, ma di pura e semplice SFIGA.
Che per certi versi è anche consolante, almeno non ho niente da rimproverarmi.
In Famiglia è un'associazione di volontariato che si occupa di assistenza ai pazienti oncologici ed alle loro famiglie offrendo un servizio di trasporto gratuito verso le strutture di cura, presenza al Day Hospital oncologico ed assistenza domiciliare.
Ho incontrato spesso i loro autisti volontari quando andavo al CRO di Aviano per le terapie o i controlli: riconoscibili per il gilet con il nome dell'associazione, attendevano in sala d'aspetto che i pazienti che avevano accompagnato completassero le loro terapie. Alcuni li conoscevo, abbiamo lavorato insieme all'interno di altre organizzazioni di volontariato, un mondo in cui capita spesso di incrociare più volte le stesse facce, persone per cui la solidarietà è inserita nel DNA e li porta ad impegnarsi anche su più fronti contemporaneamente.
Il tema del convegno, Alimentazione e Tumori, è di grande interesse ed attualità: la sala era strapiena, molti non hanno trovato posto a sedere, alcuni hanno addirittura seguito i lavori dalla stanza accanto.
Il primo intervento era affidato al dott. Talamini, epidemiologo e biostatistico del CRO, che ha illustrato alcuni dati statistici sulle patologie tumorali e sulla loro relazione con i comportamenti alimentari ed ha fornito alcune indicazioni nutrizionali: il consumo di frutta e verdura ha effetti positivi sulla salute, grazie alle sostanze antiossidanti naturalmente presenti in questi alimenti; sarebbe invece opportuno ridurre il consumo di carne, in particolare quella rossa, ed evitare i grassi animali.
Un dato interessante è l'analisi statistica delle cause di cancro, tra cui hanno un'incidenza molto rilevante i fattori legati allo stile di vita: fumo (provoca circa il 30% dei tumori), alimentazione (25%), alcol (6%), mentre i fattori ambientali, comunemente ritenuti molto significativi, hanno in realtà un impatto più basso, (ad esempio l'inquinamento incide solo per l'1-2%).
L'epidemiologo è quindi passato ad illustrare alcuni esempi di correlazione tra alimentazione ed incidenza delle patologie tumorali, con il supporto di tabelle che raccolgono e confrontano i risultati di numerosi studi internazionali.
Le ricerche hanno evidenziato ad esempio il ruolo protettivo di elevati consumi di fibre, frutta e verdura rispetto alle forme tumorali dell'apparato digerente.
Questa tabella mostra come il consumo di 100 grammi al giorno di vegetali gialli e verdi riduca di oltre il 35% il rischio di tumore allo stomaco (fonte World Cancer Research Fund / American Institute for Cancer Research. Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer: a Global Perspective. Washington DC: AICR, 2007 - il dott. Talamini ha presentato le tabelle tradotte in italiano, ma i dati sono gli stessi).
In questa rappresentazione grafica, i quadrati verdi rappresentano i risultati dei singoli studi: i simboli che si trovano a destra della linea verticale indicano aumento del rischio, quelli a sinistra diminuzione del rischio. I rombi rosa sono i valori riepilogativi, i risultati medi di tutti gli studi che, nel caso dei vegetali verdi e gialli, mostrano un effetto nettamente positivo nella riduzione del rischio (0,5 equivale ad una riduzione del 50%).
La platea seguiva con interesse ed approvazione: in fondo, sappiamo tutti che frutta e verdura fanno bene alla salute.
L'atteggiamento però è cambiato quando il dott. Talamini ha iniziato a parlare di vino. L'epidemiologo ha premesso che l'argomento sarebbe stato impopolare: le nostre zone, tra Veneto e Friuli, hanno una grande tradizione enologica e le informazioni sui danni provocati dal consumo di vino non sono bene accolte né dai produttori, né dai consumatori. Ma i dati parlano chiaro: l'alcol fa male alla salute.
Brusio in sala
È vero, ha ammesso Talamini, che l'assunzione di piccole quantità di alcol in alcuni soggetti può avere effetti positivi sul sistema cardiocircolatorio, ma quelle stesse quantità provocano contemporaneamente danni a tutti gli altri organi del corpo.
Brusio ancora più forte
L'epidemiologo ha mostrato i dati che valutano la correlazione tra consumo di alcol e cancro del fegato, da cui si evidenzia un aumento di rischio del 17% per i consumatori rispetto a chi non beve alcolici.
Brusio più ridotto
Conoscevo queste tabelle, le avevo analizzate qualche mese fa per una ricerca sugli effetti dell'alcol, quindi sapevo che c'era un dato davvero impressionante, su cui molti avrebbero preferito sorvolare, perché è più comodo non sapere, non mettere in discussione i propri comportamenti. Sono intervenuta per farlo notare.
È nella riga in grassetto sotto la tabella: Rischio relativo per 10g/giorno.
Significa che per aumentare del 17% il rischio di cancro al fegato è sufficiente un consumo abituale di 10 grammi di alcol al giorno, un bicchiere scarso di vino. Se si consuma più alcol, il rischio aumenta ancora.
Silenzio di tomba
Per completezza, vi riporto anche una tabella che non è stata presentata nel convegno ma che ritengo particolarmente interessante, perché tutti sanno che l'alcol fa male al fegato, ma poche donne sanno che può essere pericoloso anche per il seno.
Gli stessi 10 grammi di alcol al giorno, quel bicchiere scarso di vino che è considerato l'assoluta normalità sulle nostre tavole, aumentano del 10% il rischio di cancro della mammella.
Prendo a prestito proprio il vecchio slogan di una bevanda alcolica: meditate gente, meditate!
Dopo l'esposizione del dott. Talamini è intervenuto un cuoco, insegnante presso la scuola alberghiera, con alcuni suggerimenti per conciliare gusto e salute: scegliere frutta e verdura di stagione, meglio se di provenienza locale; evitare le cotture troppo prolungate, che distruggono alcuni nutrienti (in particolare le vitamine delle verdure) e quelle ad alta temperatura, soprattutto la grigliatura che produce sostanze dannose sulla superficie dei cibi, privilegiando invece la cottura al vapore; limitare l'utilizzo di sale, condimenti ed insaporitori, utilizzando invece le erbe aromatiche.
Il responsabile del servizio di prevenzione dell'USSL, ha poi illustrato brevemente i programmi di prevenzione primaria (interventi di educazione alimentare nelle scuole) e secondaria (programmi di screening tumorale) dell'Azienda Sanitaria
Gli ultimi due interventi erano molto interessanti: due dottoresse, un medico di base ed una psicologa, hanno parlato delle difficoltà che incontrano i pazienti quando si trovano a dover modificare le abitudini alimentari e lo stile di vita a causa della malattia: ci sono da superare resistenze fisiche e psicologiche, difficoltà pratiche, pressioni sociali (pensate a chi smette di bere o fumare e continua a sentirsi offrire alcolici e sigarette).
Il cambiamento non è mai facile e diventa particolarmente impegnativo quando si deve affrontare in contemporanea con altre fonti di stress, come una diagnosi di tumore con il suo corollario di paura e preoccupazione e l'impatto talvolta devastante delle terapie.
Dopo la conclusione, ho intercettato il dottor Talamini per togliermi una curiosità che mi rodeva da un po': gli ho chiesto se ci sono studi epidemiologici sulle cause dei sarcomi.
Gentilissimo, mi ha risposto che a breve dovrebbe partire uno studio su base nazionale con l'obiettivo di realizzare la mappatura genetica dei malati di sarcoma perché, a parte alcuni casi dovuti a fattori ambientali (radiazioni o esposizione massiccia a pesticidi), le ricerche effettuate finora sembrano indicare che l'origine dei sarcomi dei tessuti molli sia di tipo genetico.
Insomma, il mio cancro non sarebbe frutto di comportamenti alimentari o stili di vita sbagliati, ma di pura e semplice SFIGA.
Che per certi versi è anche consolante, almeno non ho niente da rimproverarmi.
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sabato 15 maggio 2010
Fiuuu!
Ieri ho ritirato l'esito dell'esame citologico sul liquido che era stato aspirato dalla palla: "Negativo per cellule neoplastiche".
Ci sono anche "alcuni elementi linfoidi mal conservati" e "lembi di elementi linfocitari maturi", che non so esattamente cosa siano (se qualcuno dei lettori può illuminarmi...), ma la mia dottoressa ha detto che è tutto ok.
Insomma, questa palla rimane pur sempre una gran rottura di scatole, in questi giorni umidi le formiche sono in fermento, ma non c'è niente di cui preoccuparsi davvero. E meno male!
Ci sono anche "alcuni elementi linfoidi mal conservati" e "lembi di elementi linfocitari maturi", che non so esattamente cosa siano (se qualcuno dei lettori può illuminarmi...), ma la mia dottoressa ha detto che è tutto ok.
Insomma, questa palla rimane pur sempre una gran rottura di scatole, in questi giorni umidi le formiche sono in fermento, ma non c'è niente di cui preoccuparsi davvero. E meno male!
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domenica 9 maggio 2010
Le altre mamme
Auguri anche alle altre mamme.
A quelle sanno che la maternità non è necessariamente una questione biologica.
A quelle che non "vogliono" un figlio, perchè con i figli non c'è niente da volere, bisogna solo dare.
A quelle a cui non importa se il figlio è "loro", perchè un bambino non è un oggetto da possedere.
A quelle che non fanno ogni mese il controllo dei giorni fertili, non si riempiono di ormoni e non si sottopongono a terapie per l'infertilità, perchè sanno che per essere mamma non è indispensabile una gravidanza.
A quelle che non vanno a scegliere i bambini come se fossero vacche al mercato, ma sono pronte ad aprire il cuore a tutti i figli che hanno bisogno di una mamma.
A tutte le mamme adottive e affidatarie.
A tutte le nonne e le zie che fanno da mamma ai nipoti.
A tutte le donne che hanno un cuore abbastanza grande da essere mamme anche per i figli degli altri.
Auguri!
A quelle sanno che la maternità non è necessariamente una questione biologica.
A quelle che non "vogliono" un figlio, perchè con i figli non c'è niente da volere, bisogna solo dare.
A quelle a cui non importa se il figlio è "loro", perchè un bambino non è un oggetto da possedere.
A quelle che non fanno ogni mese il controllo dei giorni fertili, non si riempiono di ormoni e non si sottopongono a terapie per l'infertilità, perchè sanno che per essere mamma non è indispensabile una gravidanza.
A quelle che non vanno a scegliere i bambini come se fossero vacche al mercato, ma sono pronte ad aprire il cuore a tutti i figli che hanno bisogno di una mamma.
A tutte le mamme adottive e affidatarie.
A tutte le nonne e le zie che fanno da mamma ai nipoti.
A tutte le donne che hanno un cuore abbastanza grande da essere mamme anche per i figli degli altri.
Auguri!
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Pallaggiornamento
È vero che a volte faccio fatica a mettermi a scrivere, ma quando comincio non mi fermo più!
Passiamo alla palla.
La libertà è durata meno di una settimana: già nella serata di domenica scorsa ho iniziato a sentire di nuovo un irrigidimento dell'addome nella zona in basso a destra, segno che il versamento si stava riformando.
Per un paio di giorni ho sperato ancora che il problema, se non risolto, si fosse almeno ridotto, dato che non avevo particolari fastidi, ma poi sono tornati i doloretti, l'intorpidimento della parte interna della coscia, le formiche (e relativi morsi), la sensazione di bruciore all'inguine. Insomma, tutto come prima.
Non ho la conferma ufficiale di un'ecografia, una TAC o una risonanza, ma la mia impressione è che il versamento si sia riformato tale e quale per forma e dimensioni.
Ne ho parlato al telefono con l'oncologo e lui si è consultato con il chirurgo, che ritiene inutili ulteriori tentativi di aspirazione. Forse la cosa si potrebbe risolvere con un intervento chirurgico, ma:
1. non ho nessuna voglia di farmi aprire la pancia un'altra volta
2. non è detto che funzionerebbe
Per cui la palla se ne rimane dov'è, almeno per ora.
Passiamo alla palla.
La libertà è durata meno di una settimana: già nella serata di domenica scorsa ho iniziato a sentire di nuovo un irrigidimento dell'addome nella zona in basso a destra, segno che il versamento si stava riformando.
Per un paio di giorni ho sperato ancora che il problema, se non risolto, si fosse almeno ridotto, dato che non avevo particolari fastidi, ma poi sono tornati i doloretti, l'intorpidimento della parte interna della coscia, le formiche (e relativi morsi), la sensazione di bruciore all'inguine. Insomma, tutto come prima.
Non ho la conferma ufficiale di un'ecografia, una TAC o una risonanza, ma la mia impressione è che il versamento si sia riformato tale e quale per forma e dimensioni.
Ne ho parlato al telefono con l'oncologo e lui si è consultato con il chirurgo, che ritiene inutili ulteriori tentativi di aspirazione. Forse la cosa si potrebbe risolvere con un intervento chirurgico, ma:
1. non ho nessuna voglia di farmi aprire la pancia un'altra volta
2. non è detto che funzionerebbe
Per cui la palla se ne rimane dov'è, almeno per ora.
Un raggio di sole
È un po' che non aggiorno il blog.
Negli ultimi giorni ho pensato più volte di scrivere qualcosa, poi però lasciavo perdere.
Un po' per mancanza di tempo, perchè scrivere è un'attività a cui devo dedicarmi in modo continuativo per tutto il tempo necessario e se so di avere i minuti contati non inizio nemmeno.
Ero anche stanca. Sono stanca. Sto lavorando tanto, tutto il giorno, tutti i giorni, anche nel fine settimana, qualche volta anche di sera, e quando mi prendo una pausa ho al massimo la lucidità necessaria per giocare a Farmville.
Ma quando davvero si vuole fare qualcosa, il tempo e le energie si trovano.
Il fatto è che mi sembrava di non avere niente di importante da dire, che quello che mi riguardava fosse davvero trascurabile rispetto a ciò che stava succedendo ad altri in questo stesso periodo.
Così sono passata in silenzio da una giornata grigia all'altra, cercando di digerire gli eventi sgradevoli che mi sono successi intorno, isolandomi per non scaricare troppo la mia tensione sugli altri, peraltro senza troppo successo.
C'è stata un'altra brutta notizia, un altro funerale la settimana scorsa. Ma è stato proprio in quella chiesa fredda, in quella giornata umida di pioggia e di lacrime che mi ha colpito un raggio di sole.
L'incontro con una persona che ricordavo bambina più di vent'anni fa e che ora è tre volte mamma. Solo pochi minuti, un abbraccio stretto in cui io ho cercato di darle un po' di conforto in un momento doloroso e lei di esprimere gratitudine per la mia presenza e partecipazione per le mie vicissitudini degli ultimi anni. È stato un attimo: improvvisamente dietro alle sue lacrime ho rivisto gli occhi limpidi della ragazzina che ricordavo e ho capito con assoluta certezza che le promesse che avevo intuito allora in quello sguardo sono state mantenute e che avevo davanti la persona splendida che ero sicura sarebbe diventata.
Negli ultimi giorni ho pensato più volte di scrivere qualcosa, poi però lasciavo perdere.
Un po' per mancanza di tempo, perchè scrivere è un'attività a cui devo dedicarmi in modo continuativo per tutto il tempo necessario e se so di avere i minuti contati non inizio nemmeno.
Ero anche stanca. Sono stanca. Sto lavorando tanto, tutto il giorno, tutti i giorni, anche nel fine settimana, qualche volta anche di sera, e quando mi prendo una pausa ho al massimo la lucidità necessaria per giocare a Farmville.
Ma quando davvero si vuole fare qualcosa, il tempo e le energie si trovano.
Il fatto è che mi sembrava di non avere niente di importante da dire, che quello che mi riguardava fosse davvero trascurabile rispetto a ciò che stava succedendo ad altri in questo stesso periodo.
Così sono passata in silenzio da una giornata grigia all'altra, cercando di digerire gli eventi sgradevoli che mi sono successi intorno, isolandomi per non scaricare troppo la mia tensione sugli altri, peraltro senza troppo successo.
C'è stata un'altra brutta notizia, un altro funerale la settimana scorsa. Ma è stato proprio in quella chiesa fredda, in quella giornata umida di pioggia e di lacrime che mi ha colpito un raggio di sole.
L'incontro con una persona che ricordavo bambina più di vent'anni fa e che ora è tre volte mamma. Solo pochi minuti, un abbraccio stretto in cui io ho cercato di darle un po' di conforto in un momento doloroso e lei di esprimere gratitudine per la mia presenza e partecipazione per le mie vicissitudini degli ultimi anni. È stato un attimo: improvvisamente dietro alle sue lacrime ho rivisto gli occhi limpidi della ragazzina che ricordavo e ho capito con assoluta certezza che le promesse che avevo intuito allora in quello sguardo sono state mantenute e che avevo davanti la persona splendida che ero sicura sarebbe diventata.
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