martedì 17 aprile 2018

Sono come...

Sono pesante come una balena
Tonica come una medusa
Veloce come una cozza
Aggraziata come un ippopotamo

Ma sono anche allegra come un delfino che gioca
Implacabile come uno squalo a caccia
Testarda come un capodoglio
Ostinata come un salmone controcorrente

Sessanta vasche in un'ora.
Io brava.


giovedì 12 aprile 2018

Un problema in meno

Finalmente, dopo qualche sollecito di troppo, oggi pomeriggio abbiamo ricevuto l'esito dell'esame istologico dell'orecchio di Gandalf. L'ho aperto con il cuore in gola e credo di aver trattenuto il fiato fino all'ultima parola, prima di lasciarlo andare in un sospiro di sollievo.
Con tutte le cautele di una lettura autonoma, senza l'interpretazione dell'oncologo veterinario, mi pare molto buono: il tumore è stato completamente asportato e non ha infiltrato le cartilagini circostanti. Questo non garantisce che la malattia non coinvolto anche i visceri, ma è comunque un problema in meno di cui preoccuparsi.
Con l'occasione, la clinica mi ha inviato anche le immagini delle ultime radiografie.
Anche in questo caso, non ho la competenza per una valutazione clinica, ma una cosa è chiarissima e conferma ciò che già sapevamo: Gandalf ha il cuore grande.


sabato 7 aprile 2018

Che coppia!

Renato ed io stiamo insieme da 16 anni.
Ogni volta che andiamo a letto, sotto le lenzuola inizia una danza di posizioni creative, accompagnata da una sinfonia di aaah!!! mmmh... oooh!!! uuuh...
Succede sempre, tutte le sere.
E continueremo così, perché siamo una coppia affiatata.

Tra la mia gamba e la sua artrosi, stendersi è una faccenda complicata.

lunedì 2 aprile 2018

Con il fiato sospeso

Gandalf è stato bravissimo. Quasi.
Dopo i primi esperimenti positivi senza collare elisabettiano, lunedì abbiamo deciso di liberarlo definitivamente e lui è stato sempre ben attento a non grattare né strofinare i punti sull'orecchio.
Abbiamo fatto altre passeggiate all'aperto, con il guinzaglio, ma non è bastato a fargli accettare di rimanere chiuso in casa. In realtà non credo che avesse tutta questa smania di uscire, di solito è un gatto molto casalingo. Sospetto, più che altro, che abbia considerato la gattaiola chiusa come un affronto personale, una sfida da vincere.
C'è bisogno di dirlo? L'ha vinta.
Avevo bloccato la gattaiola della lavanderia mettendoci davanti il cesto della biancheria da lavare con sopra cinque volumi dell'enciclopedia. Giovedì è riuscito a spostarla. Allora ho aggiunto altri quattro volumi, per un peso complessivo ben superiore ai 25 chili. Lui pesa circa cinque chili. È riuscito a spostarla di nuovo e venerdì, tornando dal lavoro, l'ho trovato che mi aspettava in giardino.
(anche la devastazione del rivestimento è opera sua, ma non è recente, anche se di tanto in tanto ci lavora ancora)

Venerdì pomeriggio l'ho portato in clinica veterinaria. In ambulatorio, ha resistito gagliardamente alla sedazione per oltre 25 minuti, prima di crollare finalmente quasiaddormentato, quel tanto che bastava per togliere i punti dall'orecchio e sottoporlo a radiografia ed ecografia. Nel frattempo, io aspettavo in ambulatorio, seduta su una sedia che già in condizioni normali sarebbe stata scomoda per me, ma in quel momento mi pareva un letto di chiodi o un braciere ardente. Più probabilmente entrambe le cose insieme.
Renato mi ha raggiunto dopo il lavoro e qualche minuto dopo è tornato l'oncologo veterinario: punti tolti senza problemi, radiografia negativa, ma all'esame ecografico, la milza risultava un po' ingrossata e con una struttura "a nido d'ape" che è spesso indicativa di una patologia tumorale. Approfittando della sedazione, gli avevano fatto un prelievo citologico e l'oncologo ha chiesto un po' di tempo per esaminare i vetrini.
Io e Renato siamo rimasti lì a guardarci, inebetiti. Ricordavo di aver letto che il mastocitoma dei gatti spesso coinvolge la milza ed è necessario asportarla per aumentare l'aspettativa di vita; mi sono sentita morire al pensiero di dover sottoporre il nostro patatorsetto a un altro intervento chirurgico, per di più molto invasivo.
Mentre cercavamo di metabolizzare la notizia, senza molto successo, uno degli assistenti ha riportato Gandalf. Era agitatissimo, tremava e ansimava, con la bocca aperta e il respiro accelerato: ci siamo spaventati. Abbiamo cercato di rassicurarlo con tante coccole e un po' per volta si è calmato: evidentemente la situazione era stata molto stressante per lui e probabilmente era infastidito dal forte odore di disinfettante che gli era rimasto addosso.
Dopo circa mezz'ora, l'oncologo è tornato a dirci che non sarebbe riuscito a esaminare subito i vetrini: potevamo portare a casa il micio e ci avrebbe telefonato entro sera.
Al rientro, quando Gandalf è uscito dal trasportino, un altro colpo al cuore: per fare l'ecografia gli avevano rasato quasi completamente la pancia. Le zone senza pelo erano salite cinque: la pancia, l'area intorno all'orecchio operato, due zampe e la gola da cui gli avevano fatto prelievi del sangue e anestesia.
Faceva male vederlo così spelacchiato e ancora un intontito, ostinatamente piazzato vicino alla porta della cucina perché era a digiuno dalle sei e mezza del mattino e voleva mangiare, ma il veterinario aveva raccomandato di aspettare ancora un paio d'ore.
Ho faticato a trattenere le lacrime, pensando a quante ne aveva già passate e al futuro difficile che lo attende, che se tutto va bene, c'è sempre la FIV con cui fare i conti.
Quando finalmente lo abbiamo lasciato mangiare, è tornato il solito Gandalf: ha spazzolato i croccantini, si è lavato per bene ed è venuto ad acciambellarsi sulla mia gamba sinistra. Sì, perché lui lo sa che la destra ha problemi e non ci si è mai appoggiato sopra dopo il mio intervento di un anno e mezzo fa.
Il veterinario non ha chiamato e noi siamo rimasti a tormentarci in un'attesa carica di angoscia. Quando sono andata a dormire, mi sono rigirata a lungo sotto il piumone, cercando un pensiero felice a cui aggrapparmi per non crollare. Ma come potevo, se lui è uno dei miei pensieri felici? Alla fine mi sono concentrata sulla determinazione di farlo stare bene più a lungo possibile e sono caduta in un sonno inquieto e disturbato.

Sabato mattina finalmente l'oncologo ha chiamato, scusandosi per il ritardo. Non ero molto incline a perdonarlo, considerato lo stato di ansia in cui ci ha lasciati, ma mi ha dato buone notizie: l'esame citologico è negativo. Si è consultato anche con i colleghi e ritengono che l'ingrossamento della milza potesse essere dovuto semplicemente alla sedazione, di cui è un possibile effetto collaterale. La situazione sarà da rivalutare tra un paio di mesi, anche alla luce del referto istologico dell'orecchio che non è ancora arrivato, ma possiamo tirare il fiato, almeno per un po'.
E goderci i nostri pensieri felici.