Senza parole.
Totalmente allibita.
Nella vetrina della farmacia erano esposte alcune bottiglie di vino.
Non in vendita, probabilmente solo a scopo decorativo, magari anche per fare un po' di pubblicità al produttore, ma c'erano.
Ora sono certa che la maggior parte di coloro che stanno leggendo questo post dirà: "E allora? Cosa c'è di tanto sconvolgente?"
C'è che il vino contiene alcol etilico.
E l'alcol etilico è una sostanza:
- tossica: danneggia le cellule, in particolare quelle del sistema nervoso e del cuore;
- psicoattiva: provoca alterazioni nelle percezioni e nel comportamento;
- che crea dipendenza in misura pari o superiore a tutte le droghe;
- cancerogena: è causa diretta di tumori del fegato e dell'apparato digerente e, anche se assunto in dosi modeste, aumenta notevolmente il rischio di cancro al seno e alla prostata.
Già da alcuni anni l'Organizzazione Mondiale per la Sanità ha evidenziato che il consumo di alcol comporta gravi rischi per la salute e che non esistono quantità di alcol "sicure": semplicemente, il rischio è tanto più elevato quanto maggiore è la quantità di alcol consumata.
Ecco perché mi ha sconvolto vedere il vino nella vetrina di una farmacia.
Sarebbe come trovare la pubblicità delle sigarette nell'ambulatorio del medico.
L'ho fatto presente alla farmacista che mi ha servito e la sua risposta è stata quasi altrettanto sorprendente: "Era solo per creare un po' di atmosfera autunnale, e poi il vino fa tanto bene per la pressione!"
In fondo, un po' me l'aspettavo, è una convinzione diffusa e fortemente supportata dai produttori di vino, ma da una laureata in scienze farmaceutiche speravo in qualcosa di meglio. Ma cosa insegnano alla facoltà di farmacia? A farsi infinocchiare dai luoghi comuni e dalla propaganda oppure a valutare le evidenze oggettive sugli effetti delle sostanze sull'organismo?
In realtà non si può dire che sul vino ci sia poca informazione, piuttosto c'è una straordinaria disinformazione, accuratamente sostenuta da interessi miliardari.
È vero che il vino, soprattutto rosso, contiene antiossidanti che hanno effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio. Peccato però che nel vino queste sostanze siano presenti in dosi infinitesimali, mentre la quantità di alcol etilico è circa 1000 volte superiore, quindi la tossicità dell'alcol annulla abbondantemente qualsiasi effetto positivo possano avere i pochi milligrammi di antiossidanti.
Ho scoperto che moltissimi genitori non sanno che il fegato dei bambini e dei ragazzi non è in grado di metabolizzare l'alcol, perché non inizia a produrre l'enzima necessario prima dei 16-18 anni.
Ecco perché esiste in Italia il divieto di somministrare alcolici ai minori di 16 anni, divieto che i gestori di locali ignorano allegramente, spesso con la complicità più o meno ingenua degli stessi genitori.
Alla cena di sabato lo sgroppino è stato servito anche ai più giovani e solo un paio di mamme hanno drizzato le antenne e sono intervenute per impedire che almeno i bambini più piccoli anni si scolassero l'intero bicchiere; una ha detto "cosa vuoi che sia un po' di alcol" e ha lasciato che la bambina di cinque anni lo bevesse tranquillamente e tutti hanno considerato perfettamente normale che i ragazzini di 11-13 anni consumassero una bevanda alcolica.
Probabilmente non sapevano che l'alcol è un veleno né che l'organismo di quei bambini e ragazzi non sarebbe stato in grado di eliminarlo prima di molte ore, o addirittura giorni, e che in quel lungo intervallo di tempo avrebbe continuato ad esercitare il suo effetto tossico, danneggiando in particolare le cellule del sistema nervoso, dove con "sistema nervoso" intendo soprattutto il cervello.Immagino che a questo punto qualcuno abbia già abbandonato la lettura, classificando questo post come ingiustificatamente allarmistico: in fondo il vino si beve da millenni, si dice anche che fa buon sangue, e un po' d'alcol fa allegria, di certo non è così pericoloso!
Non vi dico di credermi sulla parola, andate a vedere i dati.
Non quelli diffusi dai produttori di bevande alcoliche che comprano pagine di giornali e spazi in TV per raccontarvi che bere è bello e divertente, per farvi credere che il vino abbia qualcosa a che fare con la cultura o addirittura che sia un toccasana per la salute.
Cercate i dati veri sul consumo di alcolici, quelli che dicono quanti morti, quanti incidenti, quanti delitti, quanti infortuni sul lavoro, quante malattie sono provocati dal consumo di alcol.
Sono numeri spaventosi, e ne manca ancora uno, enorme, che non troverete in nessuna ricerca: il numero delle lacrime versate da chi ha subito, direttamente o indirettamente, i danni provocati dall'alcol.
Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada hanno fatto ricerche molto approfondite e ben documentate e le hanno riportate in un libro, Vino e Bufale (ed. Stampa Alternativa): è un volume di piccolo formato, facile da leggere, che sfata su basi rigorosamente scientifiche i falsi miti relativi al vino.
Dopo averlo letto "Potrete anche continuare a bere, ma solo perché vi piace. Perché tutti gli altri motivi sono delle bufale".