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giovedì 26 novembre 2009

Allibita!

Oggi sono andata in farmacia a comprare lo sciroppo per la tosse che mi aveva prescritto la dottoressa e passando ho dato un'occhiata di sfuggita alla vetrina. Mi sono fermata pensando di aver visto male, sono tornata indietro e sono rimasta esterrefatta.
Senza parole.
Totalmente allibita.
Nella vetrina della farmacia erano esposte alcune bottiglie di vino.
Non in vendita, probabilmente solo a scopo decorativo, magari anche per fare un po' di pubblicità al produttore, ma c'erano.

Ora sono certa che la maggior parte di coloro che stanno leggendo questo post dirà: "E allora? Cosa c'è di tanto sconvolgente?"

C'è che il vino contiene alcol etilico.
E l'alcol etilico è una sostanza:
- tossica: danneggia le cellule, in particolare quelle del sistema nervoso e del cuore;
- psicoattiva: provoca alterazioni nelle percezioni e nel comportamento;
- che crea dipendenza in misura pari o superiore a tutte le droghe;
- cancerogena: è causa diretta di tumori del fegato e dell'apparato digerente e, anche se assunto in dosi modeste, aumenta notevolmente il rischio di cancro al seno e alla prostata.

Già da alcuni anni l'Organizzazione Mondiale per la Sanità ha evidenziato che il consumo di alcol comporta gravi rischi per la salute e che non esistono quantità di alcol "sicure": semplicemente, il rischio è tanto più elevato quanto maggiore è la quantità di alcol consumata.

Ecco perché mi ha sconvolto vedere il vino nella vetrina di una farmacia.
Sarebbe come trovare la pubblicità delle sigarette nell'ambulatorio del medico.

L'ho fatto presente alla farmacista che mi ha servito e la sua risposta è stata quasi altrettanto sorprendente: "Era solo per creare un po' di atmosfera autunnale, e poi il vino fa tanto bene per la pressione!"
In fondo, un po' me l'aspettavo, è una convinzione diffusa e fortemente supportata dai produttori di vino, ma da una laureata in scienze farmaceutiche speravo in qualcosa di meglio. Ma cosa insegnano alla facoltà di farmacia? A farsi infinocchiare dai luoghi comuni e dalla propaganda oppure a valutare le evidenze oggettive sugli effetti delle sostanze sull'organismo?
In realtà non si può dire che sul vino ci sia poca informazione, piuttosto c'è una straordinaria disinformazione, accuratamente sostenuta da interessi miliardari.
È vero che il vino, soprattutto rosso, contiene antiossidanti che hanno effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio. Peccato però che nel vino queste sostanze siano presenti in dosi infinitesimali, mentre la quantità di alcol etilico è circa 1000 volte superiore, quindi la tossicità dell'alcol annulla abbondantemente qualsiasi effetto positivo possano avere i pochi milligrammi di antiossidanti.

Ho scoperto che moltissimi genitori non sanno che il fegato dei bambini e dei ragazzi non è in grado di metabolizzare l'alcol, perché non inizia a produrre l'enzima necessario prima dei 16-18 anni.
Ecco perché esiste in Italia il divieto di somministrare alcolici ai minori di 16 anni, divieto che i gestori di locali ignorano allegramente, spesso con la complicità più o meno ingenua degli stessi genitori.
Alla cena di sabato lo sgroppino è stato servito anche ai più giovani e solo un paio di mamme hanno drizzato le antenne e sono intervenute per impedire che almeno i bambini più piccoli anni si scolassero l'intero bicchiere; una ha detto "cosa vuoi che sia un po' di alcol" e ha lasciato che la bambina di cinque anni lo bevesse tranquillamente e tutti hanno considerato perfettamente normale che i ragazzini di 11-13 anni consumassero una bevanda alcolica.
Probabilmente non sapevano che l'alcol è un veleno né che l'organismo di quei bambini e ragazzi non sarebbe stato in grado di eliminarlo prima di molte ore, o addirittura giorni, e che in quel lungo intervallo di tempo avrebbe continuato ad esercitare il suo effetto tossico, danneggiando in particolare le cellule del sistema nervoso, dove con "sistema nervoso" intendo soprattutto il cervello.

Immagino che a questo punto qualcuno abbia già abbandonato la lettura, classificando questo post come ingiustificatamente allarmistico: in fondo il vino si beve da millenni, si dice anche che fa buon sangue, e un po' d'alcol fa allegria, di certo non è così pericoloso!
Non vi dico di credermi sulla parola, andate a vedere i dati.
Non quelli diffusi dai produttori di bevande alcoliche che comprano pagine di giornali e spazi in TV per raccontarvi che bere è bello e divertente, per farvi credere che il vino abbia qualcosa a che fare con la cultura o addirittura che sia un toccasana per la salute.
Cercate i dati veri sul consumo di alcolici, quelli che dicono quanti morti, quanti incidenti, quanti delitti, quanti infortuni sul lavoro, quante malattie sono provocati dal consumo di alcol.
Sono numeri spaventosi, e ne manca ancora uno, enorme, che non troverete in nessuna ricerca: il numero delle lacrime versate da chi ha subito, direttamente o indirettamente, i danni provocati dall'alcol.

Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada hanno fatto ricerche molto approfondite e ben documentate e le hanno riportate in un libro, Vino e Bufale (ed. Stampa Alternativa): è un volume di piccolo formato, facile da leggere, che sfata su basi rigorosamente scientifiche i falsi miti relativi al vino.
Dopo averlo letto "Potrete anche continuare a bere, ma solo perché vi piace. Perché tutti gli altri motivi sono delle bufale".

Ancora vacanze romane

Ancora una volta a Roma!
La laurea del fratello maggiore di Renato ci ha dato l'occasione di approfittare ancora dell'ospitalità dei miei parenti romani e di organizzare un weekend denso di eventi ed incontri.

L'avvio è stato incerto, il treno che avremmo dovuto prendere è stato soppresso per un guasto, ma siamo riusciti comunque a partire, arrivando a Roma con "solo" un'ora di ritardo.
Alla partenza la giornata era grigia e umida, il Po era avvolto nella nebbia, ma appena scavalcati gli Appennini, tra Bologna e Firenze, ci siamo ritrovati immersi nel calore del paesaggio mediterraneo, con un sole luminoso a riempire di colore le colline, i casali e i muri a secco, gli ulivi e i cipressi.
A Roma sembrava primavera, cielo azzurro e un tepore fuori stagione che invitava ad uscire: abbiamo iniziato subito con una passeggiata lungo via del Corso, sbirciando i negozi più interessanti.


Il primo appuntamento era in centro, dove ci siamo incontrati con Giorgia, Anna e Rosanna, tre straordinarie compagne d'avventura.
Un aperitivo insieme tra aggiornamenti sul progetto che vorremmo realizzare insieme ad altre "bloggeresse" e chiacchiere a ruota libera, un'occasione per conoscere meglio queste splendide persone.
Giorgia, combattiva, curiosa del mondo, sempre piena di idee e di obiettivi.
Anna che affronta la vita armata di una graffiante, deliziosa ironia, con un sorriso sbarazzino sempre pronto a fiorire sulle labbra.
E la dolcissima Rosanna, occhi luminosi e cuore grande.
Un abbraccio per ognuna di voi!

Venerdì mattina abbiamo raggiunto il fratello di Renato e la sua famiglia alla sede dell’Università e dopo la discussione della tesi e la proclamazione, abbiamo portato una ventata di goliardia nella capitale, dove sono praticamente sconosciuti i riti scherzosi di festeggiamento dei neolaureati in uso nelle università del nord-est: il neo-dottore è stato vestito da montanaro, corona d’alloro in testa e in mezzo a un giardinetto pubblico ha dovuto leggere a voce alta il “papiro”, una storiella in rima corredata da disegni e fotografie, realizzata dai tre figli (eh già, il dottore è un padre di famiglia, con il maggiore dei "pargoli" già laureato e gli altri due studenti universitari, cosa che rende ancor più meritevole la sua laurea), accompagnato da cori celebrativi: Dottore, dottore, dottore del buso del cul! Vaffancul! Vaffancul!

Dopo averlo mandato a ritirare il certificato di laurea provvisorio ancora vestito da montanaro e aver pranzato tutti insieme, abbiamo lasciato la famiglia al viaggio di ritorno verso casa e ci siamo diretti verso i Musei Vaticani: miracolo! Nemmeno un secondo di coda!
Abbiamo fatto un giro piuttosto veloce, appena un paio d’ore, soffermandoci solo sulle opere principali e osservando che ci sono più capolavori d’arte in una singola sala di questa immensa raccolta di tesori che nella maggior parte dei Paesi del mondo.
 
Rispetto alle mie precedenti visite, la disposizione è cambiata completamente, quella che era l’entrata è diventata l’uscita, c’è un nuovo ingresso e molte sale sono state riorganizzate; sicuramente il risultato permette una maggiore flessibilità nella visita, però le indicazioni non sono molto chiare: abbiamo girato un po’ a vuoto per cercare alcuni musei “minori”, seguendo indicazioni che non portavano da nessuna parte, alla fine abbiamo chiesto a uno dei custodi scoprendo che erano chiusi: mettere un cartello?



I miei piedi iniziavano a chiedere pietà, ma la giornata era ancora lontana dalla sua conclusione: rientro dalla zia Giuseppina per una doccia veloce, poi un saluto zia Lucia e zio Angelo prima di raggiungere la pizzeria, dove avevamo appuntamento con gli amici del forum MondoOTDisneyland, alcuni già incontrati a maggio, altri entrati più di recente in questa allegra banda di matti. Saluti e presentazioni, poi a tavola con supplì e crocchette varie e un’ottima pizza, con contorno di chiacchiere e risate.

Sabato mattina ancora un appuntamento con alcuni amici di MondoOTDisneyland per visitare insieme Magnificat, l'esposizione felina internazionale allla Fiera di Roma. L’esposizione era più piccola di quanto mi aspettassi: trattandosi di un evento così rinomato pensavo di trovare più esemplari e una maggiore varietà di razze, comunque non mancavano i miei favoriti: i giganteschi Maine Coon, gli splendidi Certosini e gli eleganti Norvegesi delle Foreste, oltre a qualche Sphinx, il gatto senza pelo che piace tanto a Renato.




E anche qualche razza davvero insolita...

Ci siamo aggirati tra le gabbie tra oooh e aaah di ammirazione, ma anche con un po’ di pena per questi animali costretti a sopportare la folla ed il rumore (il volume dei microfoni era da concerto rock) e ad essere manipolati dai giudici. Alcuni sembravano a loro agio, dormivano o giocavano, ma molti erano chiaramente infastiditi o spaventati, decisamente sacrificati all'ambizione dei loro proprietari: non credo proprio che il Ciccio apprezzerebbe una cosa del genere!

Nel frattempo la voce mi stava abbandonando, primo segnale di un malanno che a distanza di qualche giorno mi sta ancora tormentando: sono rimasta quasi completamente afona fino a ieri e ho ancora una tosse fastidiosa (io ODIO l'aerosol!). Sarà la suina?

Nel pomeriggio abbiamo partecipato alla cresima di Michela, la figlia di mio cugino Alberto, ottima occasione per incontrare tutto il parentado romano, seguita da una cena che pareva un pranzo di nozze: io mi sono fermata dopo otto o nove antipasti e due primi, ma c'erano anche secondi, contorni e macedonia di frutta.

Domenica non avevamo programmi precisi, pensavamo di vagabondare un po’ per la capitale, ma la voce non tornava e al mattino ho iniziato anche a tossire ferocemente, così alla fine siamo rimasti prudentemente a casa della zia fino all’ora di prendere il treno (questa volta puntuale) per tornare a casa.
All'arrivo, l’aria fresca e umida del novembre padano ha segnato il ritorno alla normalità dopo una parentesi di quasi-estate, una vacanza breve e intensamente piena di persone speciali.

mercoledì 25 novembre 2009

Dove eravamo rimasti?

Sono decisamente indietro con gli aggiornamenti...
Andiamo per ordine di importanza.

Il Ciccio ha superato brillantemente l'ultimo infortunio: dopo una decina di giorni dalla rimozione del drenaggio l'ho portato a togliere i punti; quel giorno mi ha odiato molto: appena ha intravisto il trasportino si è dato alla fuga, ho dovuto letteralmente prenderlo per la coda, e per protesta dal veterinario ha adottato l'atteggiamento da "budino", abbandonandosi completamente inerte sul tavolo di visita, praticamente spalmato.
Ora il nostro combattente può aggiungere un'altra cicatrice alla sua collezione. Potrebbe farmi concorrenza, ma con il pelo foltissimo che si ritrova, le sue non si vedono.

Con un notevole sforzo di volontà sono riuscita a bere tutto il bicchiere di sciroppo di glucosio: la curva glicemica è a posto, la mia insulina fa il suo dovere e non ho ancora idea del motivo per cui il C-peptide fosse elevato.

La risonanza magnetica alla spalla ha evidenziato solo una modesta artrosi. Perché quindi ho questo dolore da cinque mesi? Un altro mistero...

La dieta prosegue, nonostante alcuni strappi in occasione del compleanno di Renato e del weekend romano sono a -6. Comincio a sentire la mancanza della pasta alla carbonara e del pane e formaggio, ma la strada è ancora lunga, resisterò!

lunedì 9 novembre 2009

Ciccio libero!

Stamattina la veterinaria ha tolto il drenaggio al Ciccio, ma sono stati necessari un paio di punti per tenere accostati i lembi della ferita fino a che sarà completamente cicatrizzata. Di conseguenza, il Ciccio avrebbe dovuto tenere il collare elisabettiano fino alla rimozione dei punti prevista per... mercoledì 18. Impensabile!
Il Ciccio, già arrabbiatissimo per essere stato sottoposto per la terza volta in pochi giorni a trasferimento in macchina + manipolazione (dolorosa!) da parte di estranei, non ci avrebbe mai perdonati se avessmo prolungato così tanto la sua prigionia.
All'ora di pranzo, dopo aver valutato che la ferita fosse sufficientemente difficile da raggiungere, e quindi minimo il rischio che il micio tentasse di rimuovere i punti con i denti, abbiamo deciso di togliere il collare.
È rimasto sospettosamente rannicchiato sotto la scrivania per un po', evidentemente temeva che questo assaggio di libertà fosse solo il preludio di qualche nuova tortura, poi, moderatamente rassicurato, ha iniziato le pulizie di primavera, lavando meticolosamente ogni centimetro di pelo raggiungibile con la lingua.
L'ho tenuto d'occhio per più di mezz'ora, ma non c'è stato nessun tentativo di assalto ai punti.
Per ora è in libertà vigilata, gli permetteremo di uscire solo sotto sorveglianza, ma tra qualche giorno spero di potergli riaprire la gattaiola, lasciandolo libero di andare e venire a piacimento.

venerdì 6 novembre 2009

Raccolta punti

Lunedì sono andata dal medico di base a farmi fare l'impegnativa per la risonanza alla spalla: dobbiamo capire cosa c'è che non va per risolverlo e poter finalmente ricominciare a nuotare.

Ma già che ero lì, ho segnalato alla dottoressa, per la precisione alla sostituta perchè la mia era assente, che da alcuni giorni avevo spesso sete, più del solito e apparentemente senza motivo, dato che con la faccenda della dieta non mangio dolci né cibi grassi, salati o molto conditi (a proposito, sono a -5Kg!).

La cosa mi aveva un po' insospettito perchè una decina d'anni fa a una bambina che abitava vicino a me era capitata la stessa cosa e si era poi scoperto che la causa era una forma di diabete infantile che l'ha resa insulino dipendente a soli 7 anni di età. E la mia glicemia, che in passato era sempre stata molto al di sotto dei limiti di sicurezza, si era improvvisamente alzata subito dopo l'intervento del 2006 e da allora è sempre rimasta appena al di sotto del valore massimo accettabile.
Non ho esposto questi miei sospetti alla dottoressa perchè non volevo influenzare la sua valutazione, ma quando ho parlato della sete, lei ha avuto il mio stesso pensiero e mi ha prescritto un controllo della glicemia e di alcuni parametri collegati.

Martedì mattina sono andata a fare i prelievi. Proprio vicino alla porta dell'ospedale c'era la locandina di un giornale che parlava di assalto al Pronto Soccorso per i casi di influenza: ringraziamo la TV per aver creato una psicosi, così adesso centinaia di persone con l'influenza invece di restarsene a letto ad aspettare che passi, anche in assenza di complicanze vanno ad affollare ambulatori e ospedali diffondendo il contagio. Mi è venuto il dubbio che infilarmi un un simile covo di virus non fosse una cosa tanto furba, con i miei globuli bianchi ancora faticosamente in lotta per tornare a livelli normali. Ma ormai ero lì...

Dopo il prelievo, ho tenuto premuto il cotone sull'incavo del gomito per un po' per fermare il sangue, poi mi sono avviata  verso Centro Trasfusionale per salutare il personale e gli amici dell'AVIS: mentre salivo in ascensore ho premuto ancora un po' sul cerotto, più per abitudine da ex donatrice di sangue che per effettiva necessità, ma... mi sono ritrovata con le dita sporche di sangue. L'emorragia era ripresa, il sangue aveva inzuppato il cotone e il cerotto e iniziava a filtrare attraverso la maglia di pile. Uffa!
Le infermiere del Trasfusionale, sempre gentilissime, mi hanno sostituito la medicazione e ripulito il braccio e la mano, poi sono passata in sala ristoro... ovviamente a bere un bicchiere d'acqua perchè avevo sete.

Stamattina la mamma è passata a ritirare gli esiti delle analisi.
Tutto ok nelle urine.
Glicemia 96... Come 96?!? Quattro settimane di dieta, niente dolci, pochissimo pane e tutto quello che ho perso sono due miseri punti di glicemia? Vabbè, comunque è entro i limiti. Però speravo meglio.
Insulina a posto. Ecco, sono di nuovo ipocondriaca, mi sono allarmata per niente...
C-peptide 2.67. Valori normali da 0.78 a 1.89. Oops!

Immediata spedizione su Google per sapere cosa diavolo è il C-peptide e soprattutto cosa significa un valore più alto del normale: è una proteina che viene prodotta dal pancreas insieme all'insulina ed un suo livello elevato può indicare gravidanza (direi che possiamo escluderla), insulino-resistenza, ipopotassiemia, nefropatie e diverse altre cose, alcune decisamente poco simpatiche.
Ho comunicato i risultati alla mia dottoressa (che nel frattempo è rientrata) e mi ha detto che dovrò fare una curva da carico del glucosio, che dovrebbe essere una cosa abbastaza nauseabonda perchè ti fanno bere una roba dolcissima. Bleah!

Ma, come ha detto oggi una mia cara amica, visto che ormai ho iniziato la raccolta punti, non posso certo lasciarmi sfuggire questo bollino.
Chissà se alla fine mi danno un set di asciugamani oppure una radiosveglia...

giovedì 5 novembre 2009

Il prezzo da pagare

Ciccio è stato eroico, ha sconfitto e scacciato l'intruso, ma la zuffa non è stata priva di conseguenze: forse un morso oppure un graffio sulla schiena, una ferita talmente minuscola che non aveva nemmeno sanguinato, ma probabilmente proprio per questo si è infettata.
Così ora abbiamo un micio infelicissimo, con una zona rasata sulla schiena da cui spunta il drenaggio e l'odiatissimo collare elisabettiano per evitare che possa togliersi il tubo e/o i punti; e abbiamo anche un centinaio di euro in meno sul conto corrente.
All'ora di pranzo il micio era ancora un po' rintronato dall'anestesia e girava ondeggiante per casa chiedendo cibo, ma non mi fidavo a dargli da mangiare fino a che non si fosse svegliato completamente, così, per protesta, ad un certo punto si è steso sopra al vassoio su cui di solito si trovano le sue ciotole. Sarebbe stato comico, se non mi avesse fatto pena: so quanto detesti il collare, la prima volta che l'ha dovuto mettere, cinque anni fa per una ferita analoga, per i primi due giorni è rimasto quasi sempre nascosto sotto il nostro letto, pieno di vergogna per questo aggeggio malefico.
Povero Ciccio...

Ora dovrà avere pazienza per quattro o cinque giorni, ma almeno gli ho risparmiato il fastidio delle iniezioni quotidiane di antibiotico facendogliene somministrare uno a rilascio lento, che garantirà la copertura per quasi due settimane.

domenica 1 novembre 2009

Ciccio ferox: una questione di atteggiamento

Il Ciccio, grazie anche al fatto di essere sterilizzato, non è mai stato un gatto aggressivo né particolarmente territoriale. Ma questo non significa che sia disposto a lasciarsi mettere le zampe in testa.
Finchè nel giardino accanto ha abitato una femmina di rottweiler decisamente ostile ai gatti, c'era poco da fare: l'unica strategia possibile era mantenere un basso profilo; quando i proprietari del rottweiler hanno cambiato casa, il nostro micio ha tirato un gran sospiro di sollievo ed ha ricominciato ad usare il giardino confinante come corridoio di passaggio.
Dopo qualche mese sono arrivati i nuovi vicini con Tigro, un gatto giovane, affettuoso e giocherellone, e il Ciccio si è subito occupato di stabilire la sua superiorità gerarchica: non solo ha continuato ad attraversare il loro giardino, ma qualche volta si ferma anche in visita, con un passaggio dentro casa e un assaggio ai croccantini di Tigro. Tanto per chiarire chi comanda.

Ieri il Ciccio ha trovato Tigro nel nostro giardino.
Probabilmente Tigro era semplicemente in cerca di compagnia, ho l'impressione che stia cercando di fare amicizia, ma ha commesso l'errore di occupare una delle tane del nostro micio, nell'aiuola delle piante aromatiche, sotto al cespuglio di mirto nano. Non l'avesse mai fatto!
Ero nel mio studio, ho sentito rumori di lotta felina e mi sono affacciata alla finestra in tempo per vedere un groviglio di pelo, code e orecchie; Renato, che si trovava al piano di sotto, è uscito in giardino per cercare di sedare la rissa e l'intruso ha approfittato del momento di distrazione per liberarsi dalle grinfie del Ciccio e battere in ritirata, scavalcando in gran fretta la rete divisoria, mentre il Ciccio lo teneva d'occhio con aria feroce, per ammonirlo a non tentare mai più simili bravate.
Per chi non avesse letto - o avesse dimenticato - i post di inizio anno, ricordo che al nostro Ciccio è stata amputata la zampa anteriore sinistra, quindi è affetto da invalidità grave; addirittura (rabbrividisco al pensiero) qualcuno pensa che sarebbe stato più "caritatevole" sopprimerlo piuttosto che fargli sopportare questa menomazione.

Ma anche se l'invalidità fisica impone oggettive limitazioni, è evidente che la sua effettiva gravità dipende molto dall'atteggiamento con cui la si affronta...