martedì 22 marzo 2011

Liberi di scegliere

Qualche settimana fa, in occasione della presentazione del disegno di legge, si è riparlato di testamento biologico,  facendo riferimento alla vicenda di Eluana Englaro e mi sono resa conto che di recente il mio punto di vista su questa storia si è modificato.

Intendiamoci, non è che abbia cambiato i miei punti fermi. 
Sono sempre stata e rimango contraria all'eutanasia, intesa come decisione di qualcuno di porre fine alla vita di qualcun altro, perché credo che nessuno abbia il diritto di decidere l'altrui morte, mentre sono convinta che ognuno dovrebbe poter decidere per se stesso e che si dovrebbe rispettare la volontà di una persona in merito alle cure ed al trattamento di fine vita.
Ad esempio nel caso di Piergiorgio Welby, che nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali aveva chiesto di porre fine alla propria vita, non avevo dubbi sul fatto che gli si sarebbe dovuto consentire di farlo.
La situazione di Eluana però era diversa: lei non era in grado di esprimere la sua opinione e io avevo tanti dubbi. C'era il padre che sosteneva che la figlia non avrebbe voluto vivere in stato vegetativo, ma io mi chiedevo: "Come fa ad esserne sicuro?".

Adesso lo so.
La mamma aveva espresso molto chiaramente la sua posizione sull'argomento: "Preferisco una buona morte piuttosto che una brutta vita", e l'ha ripetuto più volte nelle ultime settimane, anche nelle conversazioni con i medici. Si era raccomandata di evitare qualsiasi tipo di accanimento, non voleva essere sottoposta a terapie invasive o dolorose con l'unico scopo di prolungare di qualche settimana la sua esistenza, aveva chiesto di non mantenerla artificialmente in vita se si fosse trovata incapace di muoversi e di parlare.
Non ho dubbi su quale fosse la sua volontà e, se fosse stato necessario, avrei fatto tutto il possibile per rispettarla, perché l'aveva espressa in assoluta libertà, consapevolezza e lucidità. L'avrei fatto anche se non era quello che volevo, perché era quello che voleva lei.
Solo dopo aver vissuto sulla mia pelle questa esperienza ho iniziato davvero a capire il dramma di Beppino Englaro ed il senso della sua battaglia per dare a Eluana ciò che lei aveva chiesto, solo adesso capisco la sua sicurezza nell'interpretare la volontà della figlia, e intuisco il terribile prezzo di dolore ed angoscia che, da padre, ha dovuto pagare per farla rispettare. 

In generale, non credo che sia giusto sospendere le cure ai malati terminali o ai pazienti in stato vegetativo.
Se lo hanno chiesto, però, sì.

6 commenti:

  1. La libertà e la cosa più importante anche in questi casi, e dovrebbe essere così, non è giusto che sia lo Stato a decidere per ogni cittadino...

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  2. E' così Mia dovremmo essere liberi di sciegliere...mio padre stava malissimo era molto anziano è volevano attaccarlo alle macchine ,ma il medico che lo seguiva da anni ci disse che mio padre aveva poche ore di vita.Infatti alle 7 del mattino ci ha lasciati....sono stata molto riconoscente a quel dottore, sarebbe stato un inutile accanimento è mio padre non l'avrebbe voluto.

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  3. pienamente d'accordo, anche solo per salvaguardare la mia dignità

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  4. E' talmente ovvio che non dovrebbe neanche essere oggetto di discussione e dibattito. Purtroppo questo governo ipocrita tira fuori la questione morale solo in casi come questo. Del resto governo-morale a me sembra un ossimoro.


    Lina

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  5. credo che tu sappia come la penso. Ho sostenuto con convinzione la battaglia di Beppino Englaro, e contesto l'orrenda legge che si sta discutendo in parlamento (viene previsto che il medico può decidere contro la volontà del paziente, nonostante la presenza di un testamento biologico).

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