domenica 28 ottobre 2018

L'ora di andare a letto

Sono una dormigliona.
Ho bisogno di molte ore di sonno per essere efficiente e produttiva, o anche solo vagamente civile. Se non dormo abbastanza, divento scontrosa e scorbutica. Ok, divento più scontrosa e scorbutica del solito.


Ho sempre dormito molto, fin da quando sono nata. Nei primi mesi di vita dormivo a tutte le ore, ma ben presto ho iniziato a concentrare il sonno soltanto dalla sera alla tarda mattinata.
Al primo anno di asilo, dopo pranzo era previsto un sonnellino. Ci facevano stendere sulle brandine di tela e bisognava dormire. Io restavo stesa a pancia in su, a guardare il soffitto, perfettamente sveglia. Non facevo rumore né disturbavo il sonno degli altri bambini - da buona marmotta ho sempre avuto molto rispetto per il sonno altrui - ma fin dal primo giorno avevo capito che restare svegli durante l'orario del sonnellino non era considerato accettabile e quando la suora si avvicinava per controllare, chiudevo gli occhi e fingevo di dormire. Contavo, a ragione, sul fatto che la suora non potesse sapere che io dormivo sempre e solo a pancia in giù.

Detestavo l'asilo, non perché mi trovassi male, ma perché per andarci dovevo alzarmi "presto", verso le otto, se ben ricordo, vale a dire dopo undici ore di sonno.
Dormivo più della maggior parte degli altri bambini e talvolta questo mi creava disagio, un po' perché venivo etichettata come pigrona, ma soprattutto perché mi sentivo diversa. Una delle mie zie un giorno cercò di rassicurarmi, dicendo che quando fossi diventata grande, avrei avuto meno bisogno di dormire. Sto ancora aspettando di diventare grande.

In virtù della mia natura marmottesca, apprezzo particolarmente il momento di andare a letto pregustando il sonno che mi attende, soprattutto prima dei giorni festivi, quando so di avere a disposizione tutte le ore di cui ho bisogno e anche di più.


Infilarmi sotto le coperte però significa anche dedicare un po' di tempo alla lettura, un'altra attività che amo moltissimo. A meno che non sia davvero molto tardi, leggo sempre qualche pagina prima di dormire. 
La combinazione di lettura e sonno rende quindi particolarmente gradevole l'ora di andare a letto soprattutto nelle ultime settimane, in cui c'è stata una singolare coincidenza tra un bisogno di riposo particolarmente intenso e alcuni libri particolarmente belli.


Venerdì sera, sapendo che sabato avrei potuto dormire fino a tardi, ho prolungato il tempo di lettura per finire le ultime pagine di un thriller poi, al momento di decidere quale nuovo libro iniziare, ho sentito il desiderio, inatteso e intenso, di rileggere un libro che ho amato moltissimo nella mia infanzia: L'isola misteriosa di Jules Verne.
Ne possiedo una versione ridotta per ragazzi, letta e riletta molte volte, ma avevo la curiosità di leggere l'edizione integrale.
Detto fatto. Ho attivato la connessione wi-fi sull'e-reader, sono entrata nel negozio on line, ho trovato il libro e l'ho acquistato. E già che c'ero, ne ho comperato anche un altro.

 

Comodamente accoccolata sotto al piumone ho ripensato a trent'anni fa, quando frequentavo l'università e risparmiavo su tutto, mettendo da parte ogni spicciolo per acquistare libri. Ho ricordato le spedizioni al centro commerciale, con la speranza di trovare il libro che desideravo a prezzo scontato. Le profonde riflessioni di fronte all'edicola della stazione di Mestre quando un ritardo dei treni prolungava l'attesa e cercavo qualcosa di nuovo da leggere e bisognava scegliere bene come investire i risparmi accumulati con tanta fatica. Lo sguardo sognante e le mani che accarezzavano il dorso dei volumi nelle grandi librerie di Padova, in cui entravo spesso solo per guardare, perché non potevo permettermi di acquistare. 


Allora speravo che prima o poi avrei avuto abbastanza denaro per comperare tutti i libri che avessi desiderato e alla fine questo sogno si è avverato.
Però mai, mai avrei potuto immaginare che un giorno avrei potuto acquistare quei libri nel cuore della notte senza muovermi dal mio letto.

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